Italia Nostra

Data: 25 Luglio 2014

Note sull’eolico in Basilicata

Da un po’ di tempo purtroppo anche in Basilicata si accosta l’eolico a pratiche non proprio limpide nella gestione della cosa pubblica. Era perfettamente prevedibile, se non altro alla luce di quanto da più tempo accade nelle altre regioni del Sud, quelle invase letteralmente dalle pale eoliche: colà ogni tanto qualcuno ci lascia lo zampino, ogni tanto si vocifera di commistioni ai limiti del legalmente consentito, ma ben dentro il civilmente riprovevole, fra mondo imprenditoriale, mondo politico e pubblici dirigenti e funzionari, progettisti. Fin dall’inizio della storia dell’eolico in Basilicata sono state segnalate pubblicamente, a partire dalle pagine del Quotidiano, incongruenze e comportamenti inspiegabili da parte dei “decisori”, che talvolta davano, ed ancora danno, l’impressione di agevolare la grande speculazione a danno della collettività e dello splendido paesaggio lucano. 

Fra questi, la protervia con la quale sono state praticamente ignorate le Linee Guida emanate dal Governo nel settembre 2010, nonostante, fatto gravissimo, il Disciplinare per la presentazione dei progetti, varato nel dicembre 2010, asseriva di stabilire le procedure alla luce anche dello stesso. Lo stesso Disciplinare ribadiva poi a 1000 Kw il limite superiore per l’esame semplificato dei progetti, stabilito dal piano regionale di inizio 2010, nonostante le linee guida lo fissassero più ragionevolmente a 60kw e non teneva in nessun conto la possibilità, offerta sempre dalle linee guida, di individuare siti non idonei alla installazione dei grandi impianti.

Insomma la Regione Basilicata, non varando fra l’altro il piano paesaggistico, lasciava praticamente alla grande speculazione la pianificazione del Territorio. Né si venga a dire che esistono gli Uffici Ambiente e le Soprintendenze a tutelare territori e paesaggi: i loro sforzi poco possono in assenza di quadri normativi e di indirizzo specifici per il territorio lucano. Queste incongruenze, insieme con altre contenute nella bozza di Disciplinare, costituenti evidenti vessazioni nei confronti dei cittadini lucani e delle loro proprietà, sono state segnalate con accorate e circostanziate e reiterate note inviate alla Giunta ed al Consiglio regionali nell’autunno del 2010, nel tentativo di far adeguare i provvedimenti alle linee guida nazionali prima della grande ondata di presentazione dei progetti, del gennaio 2011. Nonostante le pur timide censure dei componenti della Commissione regionale dell’ambiente di allora, il Disciplinare venne approvato senza una virgola di modifica. Ci sono poi voluti anni di lavoro e di pressione per far eliminare con legge regionale la vergogna introdotta con il Disciplinare a favore degli eolici, la disposizione cioè che stabiliva essere indispensabile la “residenza anagrafica” in situ per avere diritto ad un minimo di distanza di rispetto abitazione-pala!

Per non parlare poi di sia pur minime e un pò forzate norme a salvaguardia del paesaggio, faticosamente fatte introdurre, in attesa delle famose aree non idonee, in una legge regionale l’anno scorso dietro pressioni di un Coordinamento di Associazioni nazionali e fatte poi cancellare quest’anno da chissachì… E adesso, dopo che tutti i progetti sono stati presentati, dopo i tantissimi stupri perpetrati, in atto e predisposti ai danni della terra e del paesaggio lucani, il Consiglio regionale, udite, udite, stabilisce che entro sessanta giorni il governo regionale debba emanare il provvedimento individuante le aree non idonee. E se il governo non lo emana che succede? Quali penalità per gli inadempienti, le stesse subite dal 2010 ad oggi? E se lo emana, che succede alle armate di crocifissi rotanti ormai dentro le porte della Lucania?

Ma quando si comincerà per davvero a fare appieno gli interessi del popolo e del paesaggio lucano? Significa chiedere troppo, ad esempio, alla luce dei tantissimi mea culpa di amministratori meridionali sull’eolico (ultimi Fitto ed Emiliano nella trasmissione L’aria che tira del 27 giugno scorso) di prendere il coraggio a due mani e sospendere tutte le istruttorie in attesa di individuare finalmente delle priorità per il nostro sviluppo seriamente sostenibile? (pubblicato sul Quotidiano della Basilicata di oggi)

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