Italia Nostra

Data: 15 Aprile 2011

“Sotto le mentite spoglie di una teorica selvicoltura sistemica si aprono i tagli in zona 1 del Parco Nazionale della Sila”

Le Associazioni ARCI ALTURA CNP ENPA ITALIA NOSTRA LIPU MAN WWF GAK LEGAMBIENTE hanno inviato alla Presidente dell’Ente Parco della Sila, al Ministero dell’Ambiente Direzione Generale per la Protezione della Natura, alla Regione Calabria le loro osservazioni al REGOLAMENTO PROVVISORIO dei tagli in via di approvazione da parte della Direzione Parco Nazionale della Sila.

Le associazioni giudicano assai negativamente la prevista apertura ai tagli “colturali” della zona 1 del Parco atteso che, attualmente, in zona 1 i tagli colturali sono vietati e che tale  previsione è in netto contrasto  con l’art. 8 del DPR 14.11.2002, che consente il taglio colturale solo in zona 2 del Parco.

Altro aspetto grave è l’affermazione che i tagli colturali verranno basati sui criteri di una  selvicoltura sistemica, che tenga conto cioè dei vari aspetti dell’ecosistema bosco, mentre invece ci si limita ad adottare semplicemente alcuni concetti validi per tutti i boschi della Calabria, al di là di una misera variazione percentuale di prelievo di massa legnosa, che consentiranno di effettuare i tagli sulla base di una norma comune a tutti i boschi presenti in regione (art. 49 PMPF).

Si legge anche che i suddetti tagli saranno effettuati con il criterio della scelta e sulla base di una massa legnosa minima che deve essere presente in bosco per poter effettuare detti tagli, evitando però di dire  che, in realtà, per tagli colturali si intendono tagli di rilevante entità, inaccettabili in un’area protetta.

Si afferma poi che la gestione dei boschi verrà effettuata  sulla base di una suddivisione del territorio (zona A, B, C e D) prevista da un Piano del Parco che non è stato ancora approvato. Dalla lettura dell’atto si apprende che l’attuale zona 1 corrisponde alle future zona A e B, mentre l’attuale zona 2 corrisponde alle future zone C e D.

Quindi, esclusa la zona A che sarà Riserva Integrale, vengono previsti, anche per la zona B, Riserva Generale Orientata, che ricade nell’attuale zona 1, dei “tagli colturali”   in netta antitesi sia con quanto sancito dalla Legge Quadro per le Aree Protette – art. 12 – che prevede che si possa continuare l’attività selvicolturale  solo nella zona C di Protezione, che con quanto sancito dall’art. 8 del DPR di istituzione del Parco, che consente detti tagli solo nella zona 2, e quindi certamente  non derogabile con l’adozione di un Regolamento provvisorio.


Infine, le associazioni, condividendo l’assoluta necessità di un maggiore tutela delle risorse forestali presenti all’interno del Parco Nazionale della Sila, hanno formulato anche delle sostanziali richieste riassumibili in:

  • migliore definizione delle modalità dei tagli di diradamento o intercalari e maggiore periodo di sosta tra un intervento ed un altro, soprattutto nel caso delle querce, caratterizzate da una crescita molto lenta;
  • maggiore tutela per gli “habitat di particolare interesse naturalistico”, in particolare per la conservazione di specie come il Lupo, la Lontra, l’Astore, il Picchio nero, il Picchio rosso mezzano, nonché l’Abete bianco o il Tasso, considerato anche che il territorio è tutelato da Direttive comunitarie, ratificate dal Governo Italiano, per la conservazione, tra le altre, delle specie sopraccitate;
  • divieto dei tagli entro una fascia di almeno 100 metri dalle sponde dei corsi d’acqua e di aree umide, anche di piccole dimensioni, vista anche la loro importanza per la conservazione di specie di anfibi e di altre specie, estremamente vulnerabili anche a minime variazioni ambientali,  di particolare valore naturalistico e scientifico;
  • esclusione dal taglio delle piante di notevoli dimensioni, il cui diametro a petto d’uomo sia cioè superiore a 50 cm;
  • eliminazione della previsione di consentire il prolungamento e il ricongiungimento di strade e piste in zona 2 al fine di scongiurare ulteriori pericoli di incendio, bracconaggio, tagli abusivi, ecc.,  nonché  un’ ulteriore frammentazione degli habitat.

Le Associazioni

ALTURA  (Stefano Allavena)

ARCI CROTONE  (Filippo Sestito)

CNP   (Oreste Rutigliano)

ENPA CROTONE   (Giuseppina Corrado)

ITALIA NOSTRA CROTONE   (Teresa Liguori)

LIPU    (Maria Acri)

MAN    (Deborah Ricciardi)

WWF CALABRIA    (Beatrice Barillaro)

GRUPPO ARCHEOLOGICO KR      (Vincenzo Fabiani)

LEGAMBIENTE CROTONE     (Antonio  Tata)

per il coordinamento delle Associazioni:
Teresa Liguori
consigliere nazionale Italia Nostra
dedalokr@alice.it

cell. 331 23 16744

leggi la rassegna stampa

da “Gazzetta del Sud – Ed. Crotone” (del 26.04.2011)


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