Italia Nostra

Data: 5 Febbraio 2014

Calabria: dissesto idrogeologico, basta con le emergenze

Quanto mai interessante il tema del convegno, organizzato a Crotone il 28 gennaio scorso, da alcuni consiglieri regionali: il ripristino del territorio ed il futuro della Calabria. Il convegno ha visto la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni, degli Ordini professionali, dei sindacati, delle associazioni ambientaliste: un’occasione davvero utile per confrontarsi e dialogare su un problema di grande attualità e dai risvolti drammatici, che riguarda tutto il Paese. Per Italia Nostra era presente la vicepresidente nazionale Teresa Liguori, che ha tenuto una breve relazione sul dissesto idrogeologico, proponendo alcuni azioni concrete da intraprendere per prevenire le conseguenze drammatiche in termini di perdita di vite umane, di sicurezza, di danni ambientali.

Lo storico Giustino Fortunato (1848-1932), “il più grande e illuminato studioso del Meridione” secondo Indro Montanelli (che lo aveva conosciuto nel 1930) aveva definito la Calabria “uno sfasciume pendulo sul mare”. A distanza di due secoli, possiamo ritenere superata la definizione di Giustino Fortunato? È noto come il territorio calabrese, per caratteristiche geologiche, strutturali, morfologiche, climatiche, sia particolarmente esposto ai pericoli di dissesto idrogeologico, la cui entità e frequenza, specie negli ultimi decenni, risultano assai preoccupanti. Dissesto che interessa gran parte dell’Italia, ma che vede il meridione e la Calabria coinvolti per almeno il 30% del loro territorio.

Più di sette mila frane all’anno rilevate su colline e montagne, rischio alluvioni su molte centinaia di ettari di pianure, dovute per lo più ad una estesa e diffusa deforestazione anche in aree protette, come nei parchi nazionali della Sila e del Pollino, con tagli “autorizzati” e/o abusivi che stanno riducendo il manto vegetale, rendendo fragile la stabilità dei soprassuoli. Senza dimenticare la piaga degli incendi boschivi, quasi sempre dolosi, uniti all’abbandono delle campagne, spesso incolte e prive di manutenzione. Per restare nei parchi nazionali, succede che la Regione Calabria sia favorevole all’apertura della centrale a biomasse del Mercure di 41 MW elettrici, all’interno della zona di protezione speciale ZPS Pollino ed Orsomarso. Altra nota dolente, le fasce litoranee. Su 700 chilometri di costa calabrese, alcune centinaia presentano gravi fenomeni di erosione costiera. Com’è noto, le spiagge e le dune sabbiose costiere e subcostiere e gli ambienti umidi retrodunali e litoranei rappresentano ecosistemi tra i più vulnerabili e più seriamente minacciati. Sfortunatamente, nei tempi recenti, questi delicati ecosistemi sono stati esposti a molteplici fattori di pressione antropica, quali l’inquinamento delle acque costiere, la crescente urbanizzazione, gli incendi ed infine lo sfruttamento turistico, industriale, commerciale (attività portuali) estrattivo (cave di sabbia) ecc… (continua a leggere la relazione)

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Leggi il comunicato “Frane e smottamenti a Cerenzia nella PreSila crotonese”

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