Italia Nostra

Data: 6 Giugno 2019

Chiesa di Santa Maria Assunta – “SS. Annunziata” a Borgo dell’Amendolea (RC): segnalazione per la Lista Rossa

Indirizzo/Località: Strada Vicinale Tefani long. 3°26’43”; lat. 37°59’28’’

Tipologia generale: edificio di culto

Tipologia specifica: Chiesa

Epoca di costruzione: sec. XIII-XIV

Uso attuale: stato di rudere ma facilmente accessibile. La si raggiunge percorrendo la strada che costeggia la fiumara che  conduce alle case del borgo dell’Amendolea.

Uso storico: La Chiesa di Santa Maria Assunta, nota come “Santissima Annunziata” (sec. XIII-XIV), è situata nel Comune di Condofuri, presso il castello medievale dei Ruffo ed è, oggi, ridotta allo stato di rudere. Già chiesa protopapale, fu in uso nel vecchio abitato fino al 1950, quando un’alluvione costrinse gli abitanti ad abbandonare il luogo.

Segnalazione: del 4 Marzo 2019–  reggiocalabria@italianostra.org

Motivazione della scelta: L’edificio chiesastico, coperto con tetto a capanna, è orientato ed ha una pianta molto irregolare nell’impianto, probabilmente per via di numerosi rimaneggiamenti.

Presenta un’unica navata, un’abside sporgente rivolta ad est,  prothesis e diaconicon che, a causa di riempimenti operati nel corso del tempo  con tracce di muratura, sono divenute piccole e affusolate. L’attuale ingresso è disposto a settentrione; si rileva, però, una primitiva disposizione a mezzogiorno, preceduta da una piccola gradinata. Nel 700’, sul lato meridionale della navata, è stato costruito un muro con giacitura diagonale, leggermente staccato da quello originario, a formare un ambiente con andamento trapezoidale, molto probabilmente per ospitarvi un campanile sorretto da un archetto.

Due finestre e un’apertura rettangolare si aprono sul muro settentrionale. Il tetto era a doppio spiovente. La lunghezza della chiesa è di poco superiore ai 14 m e la larghezza supera appena i 9 m. L’abside misura m 3 di larghezza, m 1,50 di profondità, m 2,67 di altezza e si trova a m 2,50 del piano di calpestio. I muri interni sono in gran parte intonacati con esigue tracce di affreschi. Il luogo di culto, così come il borgo circostante, furono abbandonati nel 1950, in seguito ad un’alluvione.

Si riporta breve stralcio della visita effettuata dal prof. Domenico Minuto e dall’arch. Sebastiano Venoso, l’11 settembre 1983:
[…] La distanza tra l’attaccatura dell’abside all’esterno e  il muro settentrionale è superiore a quella verso il muro meridionale. La parete occidentale mostra visibile uno spigolo, poi inglobato nel muro, accanto a quello attuale con il muro settentrionale. Il muro meridionale è visibilmente rifatto e contraffortato. Il muro settentrionale presenta le tracce di due aperture chiuse ad arco con ghiere di mattoni ravvicinate  a bifora; successivamente è stata praticata  una piccola apertura rettangolare. All’interno il muro meridionale è stato raddoppiato  da un muro che parte dalla parete orientale, a metà della prothesis, e arriva un po’ obliquamente  alla parete occidentale  acquistando sempre in distanza dal muro esterno; nello spicchio così prodotto è stato collocato un campanile sorretto da un archetto.  La parte orientale presenta tracce di due nicchie per prothesis e diaconicón  proporzionalmente ampie. Poi queste sono state riempite e sono state praticate due nicchiette  molto più piccole e affusolate, con il piano d’appoggio ribassato; poi tutte e tre le absidi, sia la centrale che le nicchiette, sono state riempite con muratura. Un occhio è visibile nella parete orientale presso lo spigolo sud e uno al colmo della parete occidentale. L’apertura principale era a mezzogiorno con una piccola gradinata.  I muri esterni e interni erano intonacati.
(Minuto D., Venoso S., Chiesette medievali calabresi a navata unica, Marra editore, Cosenza, 1985, p. 125)

Il luogo di culto si presenta oggi allo stato di rudere. Non ha copertura, manca di una parete laterale ed internamente è sommerso da materiale vario e da vegetazione spontanea. Si ritiene necessaria la sua tutela, in quanto trattasi di testimonianza religiosa importante per il territorio di riferimento, peraltro in uso fino agli anni ’50 del 1900.

L’eventuale copertura del bene lo salvaguarderebbe dall’ulteriore degrado. Se ne potrebbe prevedere l’inserimento all’interno dei circuiti turistici già presenti nel territorio dell’Amendolea.

EVENTUALI RIFERIMENTI STORICO-BIBLIOGRAFICI

Minuto D., Catalogo dei monasteri e luoghi di culto tra Reggio e Locri, Ed. di Storia e Letteratura, Roma, 1977
Minuto D., Venoso S., Chiesette medievali calabresi a navata unica, Marra editore, Cosenza, 1985
Nucera E., Archeologia in Aspromonte, Città del Sole, Reggio Calabria,. 2011

 

 

 

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