Italia Nostra

Data: 19 Marzo 2018

Complesso industriale denominato Ex Fabbrica di pipe a San Lorenzo (Reggio Calabria): segnalazione per la Lista Rossa

Indirizzo/Località: Marina di San Lorenzo – San Lorenzo (Reggio Calabria)

Tipologia generale: archeologia industriale

Tipologia specifica: sito ex industriale

Configurazione strutturale: il sito si presenta oggi con un corpo longitudinale che prevedeva a una estremità una zona riservata agli uffici e la restante porzione dedicata all’istallazione dei macchinari (tagliatrice, carrello, ecc) con annessa centrale elettrica.

Epoca di costruzione: sec. XIX

Uso attuale: intero bene in abbandono, ed immerso in una cospicua vegetazione spontanea con essenze arbustive e arboree peculiari della macchia mediterranea pre dunale.

Uso storico: dal 1850 nasce come centro di produzione della calce, dal 1870 vi si istallò una nuova attività per la produzione di laterizi artigianali con la costruzione di una fornace, trasformato successivamente in un cementificio, dal 1952 al 1976 trasformata in fabbrica di pipe.

Condizione giuridica: proprietà privata

Segnalazione: del 10 marzo 2018 – segnalazione della sezione di Reggio Calabria di Italia Nostra – reggiocalabria@italianostra.org

Motivazione della scelta: Il sito industriale, di proprietà privata, oggi denominato “ex fabbrica di pipe” risulta impiantato a partire dal 1850 come centro per la produzione della calce.  Oltre ai fabbricati per la macinazione e la trasformazione delle pietre, cavate poco più a monte e trasportate tramite teleferica, sul lotto insistevano anche gli alloggi del personale.

A partire dal 1870 a seguito della realizzazione della tratta ferroviaria jonica che ne lambisce il confine Sud, vi si istallò una nuova attività per la produzione di laterizi artigianali con la costruzione di una fornace con forno Hoffmann a fuoco continuo, una delle tecnologie più innovative per l’epoca. Attualmente la fornace è in stato ruderale: rimangono la ciminiera, il canale e le camere di cottura.

Dal 1914, dopo uno stallo dettato dal primo conflitto mondiale, il sito ebbe una nuova fioritura con il riavvio della produzione del cemento a opera della società “Cementerie Calabresi”. Vennero costruiti nuovi edifici: il cementificio, gli spogliatoi per il personale oltre a un’area pilastrata. Il cementificio si presenta oggi con un corpo longitudinale che prevedeva a una estremità una zona riservata agli uffici e la restante porzione dedicata all’istallazione dei macchinari (tagliatrice, carrello, ecc) con annessa centrale elettrica. La muratura è in mattoni mentre la copertura è costituita da capriate lignee con copertura in lastre di eternit.

Nel 1932 il cementificio passò alla “Società Anonima Cementerie Consorziate Italiane”, SACCI, con sede a Firenze ma nel 1934, dopo soli due anni, cessarono tutte le attività.

Nel 1952 la SACCI cedette la cava per l’estrazione del calcare a due distinti proprietari e la fabbrica alla società ERIKA che avviò la produzione di pipe. Vennero così aggiunti ulteriori edifici: la raffineria e il deposito di pipe, il deposito di laterizi e la casa patronale, edificio di rappresentanza dell’intero complesso. Il fabbricato, su un unico livello con protiro di ingresso, presenta struttura muraria in mattoni, infissi in legno, copertura a falde con struttura in capriate a vista e manto di tegole. Nel 1960, nella porzione Est dell’area, unitamente alla ERIKA, trovò sede anche la società SILVA che impiantò una fabbrica per la produzione di legname da costruzione; allo scopo vennero realizzati un deposito di legname e una segheria. L’alluvione del 1972 danneggiò notevolmente le strutture e le attività ebbero un grave arresto per chiudere definitivamente nel 1976.

Oggi il sito, in stato abbandono, non è più agibile e risulta immerso in una cospicua vegetazione spontanea con essenze arbustive e arboree peculiari della macchia mediterranea pre dunale. La lunga incuria e l’assenza di  manutenzione hanno determinato danni alle coperture e alle murature, definendo una condizione di estrema fragilità del bene. Ciò nonostante,  l’equilibrio statico dei fabbricati non sembra essere stato compromesso.

Il complesso industriale è da ritenere espressione del genio e dell’arte umana, testimonianza pregnante di un’epoca storica e di un territorio. Il carattere complessivo di tale valutazione lega le caratteristiche del bene al contesto culturale dell’epoca, sotto i due aspetti complementari della rilevanza dell’industria, dell’attività e dei nessi con le soluzioni tecniche e funzionali.

Le condizioni di conservazione e la particolare ubicazione ( Marina di S. Lorenzo) lo espongono a mire speculative e a rischio perdita.

Il complesso architettonico mantiene ancora intatte le caratteristiche tipologiche e formali originali e si presta pertanto a una appropriata azione di restauro e valorizzazione.

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