Italia Nostra

Data: 15 Ottobre 2010

Crotone: Tragica fatalità o colpevole incuria?

Davanti a certi disastri ambientali, con perdite di vite umane e danni ingenti al territorio,

viene da chiedersi se questi eventi  drammatici potevano essere evitati e prevenuti in qualche modo. Ci riferiamo alle ricorrenti frane ed alluvioni che, puntualmente ed inesorabilamente, si presentano nella nostra regione, portando con sè spesso morte e distruzione.

Rimane sempre vivo il dramma vissuto in città il 14 ottobre 1996, quando l’esondazione del fiume Esaro  ha causato sei vittime e danni pesanti.

Ancora oggi, a distanza di 14 anni, siamo vicini ai familiari e ricordiamo con loro quelle vittime innocenti di un disastro “annunciato”.

Non è stata l’unica tragedia causata  da eventi alluvionali: da Reggio Calabria, passando per Vibo Marina, Soverato,  Cerzeto (CS), quasi tutta la nostra regione è a forte rischio idro-geologico.

E’ doveroso chiederci quanto sia stato fatto concretamente in ambito regionale, provinciale e locale per prevenire la piaga delle pesanti conseguenze di eventi alluvionali,  quasi un’ineluttabile fatalità per il nostro territorio, in coincidenza con le forti piogge autunnali, quando il terreno collinare argilloso, arso per la siccità, devastato dagli incendi e privo della naturale barriera protettiva superficiale costituita dagli alberi, precipita rovinosamente a valle trascinando tutto con sé *.  Dalla siccità agli incendi alle alluvioni il passo è breve purtroppo, ed ,ancora una volta, assistiamo impotenti al ripetersi di una tragica sequenza.

E’ tempo che si diffonda e si consolidi tra i cittadini una forte presa di coscienza che il territorio non è un giocattolo con cui trastullarsi.

L’ambiente non  può essere gestito allegramente, tra “amici” disinvolti,  interessati  unicamente al proprio “utile”, senza seguire regole e norme. Esso va adeguatamente e rigorosamente tutelato  innanzi tutto per  proteggere  la sicurezza delle nostre famiglie e delle comunità.

Le conseguenze così drammatiche, in termini di vite umane oltre che di devastazione dei luoghi, dovrebbero  essere tenute a mente dai responsabili delle Istituzioni e non solo durante le emergenze, quando è ormai troppo tardi.

Tra i punti fondanti per una corretta gestione del territorio in Calabria ricordiamo:

una  continua manuntenzione del nostro fragile territorio,  da monitorare con gli  strumenti adeguati (piani di bacino e non semplici piani stralcio, piani strutturali comunali e non semplici ed obsoleti programmi di fabbricazione), un’incisiva opera di forestazione e di controllo per fermare la distruzione del prezioso manto vegetale, formidabile collante dei soprassuoli, insieme al rispetto dei piani paesistici regionali e dei piani urbanistici locali.
Purtroppo, avviene che gli strumenti di governo del territorio (L.R. 19/2002), ad ogni livello (regionale, provinciale e comunale), non siano stati ancora approvati, pur essendo in corso di definizione.

Gli strumenti citati devono essere considerati un riferimento non solo in prospettiva, al fine di evitare erronee (in quanto rischiose) localizzazioni di nuovi insediamenti, ma devono servire ad avviare le opportune operazioni di recupero delle tante situazioni che ancora oggi si trovano in condizione di rischio elevato e molto elevato, valutando, ove necessario, anche delocalizzazioni e rinaturalizzazioni dei siti compromessi.

Per non piangere altre vittime e nuovi danni.

la Sezione di Crotone

Crotone,  14 Ottobre 2010

*[ ovviamente quello descritto è solo un tipo di pericolo da frana, in Calabria sono presenti tutte le casistiche riportate nel vigente piano di assetto idrogeologico (P.A.I.) del 2001].

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