Una semplice escursione, una delle tante dell’Associazione Ferrovie in Calabria e Italia Nostra, immersi tra natura e binari, lo scorso sabato si è improvvisamente trasformata in una nuova battaglia di civiltà. Siamo partiti infatti con l’intento di percorrere a piedi alcuni tratti della linea ferroviaria Soveria Mannelli – Marzi, oggi sospesa all’esercizio e che, come ben noto, rappresenta la parte centrale della ferrovia a scartamento ridotto Catanzaro Lido – Cosenza di Ferrovie della Calabria. In realtà, l’idea di percorrere a piedi uno dei tratti ferroviari più sconosciuti – ma non per questo, come vedremo, meno interessanti – della nostra regione, è nata lo scorso 5 aprile, in occasione della Quarta Maratona Ferroviaria di Co.Mo.Do (Confederazione della Mobilità Dolce), in conclusione del Mese della Mobilità Dolce e delle Ferrovie Non Dimenticate. Come ricorderà infatti chi ci segue, durante la Maratona Ferroviaria abbiamo percorso per intero la Catanzaro Lido – Cosenza, effettuando anche il famigerato trasbordo in autobus da Soveria Mannelli a Rogliano, necessario ormai da oltre cinque anni a causa dell’interruzione per frane del tratto ferroviario omonimo. Dall’autobus, oltre a renderci conto che effettuare via strada un percorso del genere è a dir poco improponibile (35 minuti di percorrenza in più rispetto al treno, 1.30 min contro 55 min, senza contare sballottamenti e potenziali rischi nel periodo invernale), abbiamo constatato che la tratta Soveria Mannelli – Rogliano rappresenta probabilmente, dopo la Ferrovia Silana, uno dei percorsi ferroviari paesaggisticamente più belli di tutto il Sud, e forse anche d’Italia.
Da qui, perciò, nasce l’idea di percorrere a piedi parte di quei 31 km di ferrovia, purtroppo flagellata da frane e smottamenti… e anche dall’incuria di anni ed anni.
Trentuno chilometri che riteniamo necessario far conoscere a tutti i calabresi, non solo per la loro bellezza e la loro storia (vedremo più avanti alcune curiose particolarità), ma perchè sono l’esempio lampante di come la mancanza o l’abbandono di infrastrutture ferroviarie, causi una spirale negativa di crollo demografico, crollo dell’economia e quindi ulteriore abbandono dei centri abitati da parte della popolazione… (continua a leggere)