Italia Nostra

Data: 23 Marzo 2016

La grotta di Torre Nave: un sito archeologico da tutelare e valorizzare

Tra le rilevanze archeologiche del comune di Tortora, in provincia di Cosenza, vi è certamente da annoverare la Grotta di Torre Nave, un sito di grande suggestione ed interesse culturale, anche se poco conosciuto, posto ai piedi della falesia calcarea che prende il nome dalla torre di avvistamento borbonica. La segnalazione della presenza di un giacimento d’interesse paletnologico nella grotta di Torre Nave fu fatta nel 1967 al Prof. Luigi Cardini che dirigeva allora gli scavi dell’Istituto di Paleontologia Umana presso la Grotta della Madonna di Praia a Mare. In quello stesso anno furono compiute rapide visite che portarono al riconoscimento di un deposito musteriano di notevole spessore. L’interesse presentato dalla successione stratigrafica decise il Cardini ad effettuarvi nel 1968 una breve campagna di scavo nella parte interna della grotta dove fu impiantata una trincea di mt 2,60 x 0,75 [1]. A dispetto della limitata area esplorata, un ricco quantitativo di strumenti del medio paleolitico[2] è stato ritrovato nel livello 13 il quale può essere classificato come  “tipico Musteriano” [3] con una presenza media di tecnica di scheggiatura levalloisiana [4] e un’alta percentuale di dentellature.

L’insieme faunistico trovato con questi strumenti, caratterizzati dalla presenza di alcune specie da clima freddo, suggeriscono che la fattura può essere attribuita alla fase di Wurm II [5]. Gli strumenti Musteriani furono ritrovati anche nei livelli 11 12 19; nei livelli 7, 8, 9, una piccola collezione di strumenti del paloelitico superiore sembrano riflettere un non molta evoluta fase del Paleolitico Superiore[6] italiano a casua dell’alta percentuae di bulini rispetto ad un’alta percentuale di raschietti (scalpelli). La grotta di Torre Nave è particolarmente interessante perché, per la prima volta, in Calabria, diversi livelli del medio e alto paleolitico sono stati trovati in un contesto stratigrafico. Dal 1968, malgrado la ricchezza e l’interesse del deposito musteriano, nessun altra campagna di scavi è stata finanziata e portata avanti.

Oggi la Grotta di Torre Nave, luogo di  rilevanti testimonianze di insediamenti preistorici che rivestono uno specifico interesse ai sensi del D.Lgs n. 490/99, individuata come zona archeologica dal PRG di Tortora,  è completamente abbandonata ed esposta all’incuria e soprattatto al saccheggio di scavi abusivi, forse già avvenuti ,  che potrebbero compromettere l’integrità del deposito e con esso il contributo  che tale sito può  dare alle conoscenze del passato. Eppure la Grotta di Torre Nave rappresenta una risorsa per il nostro territorio, una risorsa tutta ancora da scoprire e da valorizzare.

Italia Nostra – presidio di Praia a Mare a tale scopo chiede alle competenti Autorità, e più specificatamente alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, cui si è già rivolta, che venga dichiarato l’interesse del sito e che vengano disposte tutte le tutele necessarie previste dal citato D.lgs. n. 490/99. Chiede che al più presto sia  verificato lo stato del deposito, che lo stesso venga  salvaguardato da scavatori clandestini con apposite misure di protezione che ne impediscano la manomissione e la depredazione. Chiede inoltre che si trovi il modo, anche attraverso i finanziamenti del POR Calabria, per valorizzare il sito,   rendendo possibile l’accesso per una fruizione pubblica, appropriata alla vulnerabilità del luogo, attraverso un percorso organizzato, che possa servire anche da richiamo per un turismo culturale  che prediliga questi luoghi. Chiede infine che ci si  adoperi perché venga ripresa la campagna di scavi e che venga indagato e studiato l’intero deposito musteriano.

Italia Nostra – presidio di Praia a Mare

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NOTE

[1] Il resoconto dello scavo in: G.M. Bulgarelli : Il paleolitico della grotta di Torre Nave, in “Quaternaria” n. 16, 1972 , pag. 149-188.

[2]Lo si fa iniziare, a seconda delle diverse aree, fra i 300 000 – 120 000 anni fa e terminare  circa 40 000 – 35 000 anni fa.

[3]Con il termine Musteriano, derivato dal riparo di Le Moustier in Dordogna, viene designato l’insieme delle industrie del Paleolitico medio. Le industrie litiche musteriane rappresentano lo sviluppo di industrie già note nel Paleolitico inferiore, Musteriano tipico,  è caratterizzato da punte musteriane e raschiatoi piatti, suddiviso in una facies di tecnica levalloisiana e in una facies di tecnica non levalloisiana

[4]La tecnica di schegiatura Levalloisiana: Sistema che consente di ottenere una scheggia di forma predeterminata partendo da una preparazione particolare del nucleo, questa industria apparve nel Pleistocene medio.

[5]60.00-40.000 anni fa clima freddo secco.

[6]Si estende, approssimativamente, fra i 40 000 anni fa ed i 10 000 anni fa, facendolo terminare prima dell’avvento dell’agricoltura.

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