“ …Prima salivasi al Santuario per un’ erta collina distinta in più tese: oggidì una magnifica scalinata , alla cui costruzione si spese più di un migliaio di ducati cinta da forti muri, simmetricamente interrotta da ripiani o pianerottoli in selciati di pietre marine e talora muniti di bei sedili di pietre intagliate, rende agevole e deliziosa la via per ascendervi, imperciochè posandosi di tratto in tratto il passeggero su per quei seggi …può a suo talento spaziar l’occhio in una lunghissima spiaggia, che offre punti veramente incantevoli e meravigliosi.”[1]
In questa breve descrizione della “magnifica scalinata” si avvertiva tutta la suggestione per una proiezione ascensionale al Santuario ed il lento cammino del “passeggero “ che prima di immergersi nella penombra delle grotte del Santuario, poteva sedersi ed ammirare il paesaggio “incantevole” che fronteggia la montagna.
“I gradini si seguirono intercalati dai pianerottoli sui saldi pilastri, sorreggenti con i muraglioni la scalinata, in cima agli spiani inclinati di acciottolato, che rasavano via via i mucchi conici, trasportati dal lido dalle braccia e dal cuore. Una dopo l’altra le opere sorsero e fecero il tempio”[2].
Oggi i ripiani della scalinata del Santuario non conservano più i “bei sedili di pietre intagliate”. Nel tempo sono andati perduti. Rimangono i tre ripiani lungo la gradinata che porta all’ingresso della Grotta.
Salendo, i primi due conservano ancora l’antico selciato di pietre marine “trasportate dal lido dalle braccia e dal cuore”, mentre per il terzo, posto proprio all’ingresso del Santuario, il selciato in pietre è andato perduto, essendo improbabile che esso si trovi al di sotto dell’attuale pavimentazione in porfido realizzata nel 1985
I pianerottoli non erano però costituiti solo da un selciato di pietre marine, su questo non si sofferma la descrizione che ne fa nel 1851 Vincenzo Lo Monaco Procuratore del Re. Infatti all’interno del selciato erano state realizzate decorazioni con disegni geometriche in cotto, tuttora visibili, che abbellivano la parte centrale e i bordi dei ripiani.
A distanza di più di un secolo e messo i due ripiani originali presentano tutti gli inconvenienti prodotti dal trascorrere del tempo e dall’usura: avvallamenti dovuti al sottofondo non compattato, muffe che nascondono l’ordito, rimaneggiamenti improvvisati.
Evidente è il loro stato di forte degrado.
Per non rischiare di perdere per sempre questi due manufatti preziosi è tempo che si provveda al più presto, che si recuperi a pieno uno degli elementi caratterizzanti la “magnifica scalinata” che porta al Santuario Madonna Della Grotta.
I lavori di restauro dei due ripiani dovrebbero servire ad eliminare gli inconvenienti descritti ed a ricomporre il selciato con i suoi elementi decorativi utilizzando i materiali propri.
Per quanto riguarda il ripiano in porfido antistante l’ingresso del Santuario, è auspicabile che lo stesso venga ripristinato come era in origine, a selciato in ciottoli ed elementi decorativi in cotto rilevabili da vecchie foto anteriori al 1985.
Italia Nostra mette a disposizione gratuitamente con propri tecnici le competenze per la definizione ed esecuzione dell’intervento nelle varie fasi.
Inoltre con il consenso della Diocesi di San Marco Argentano avvierà una raccolta fondi e richieste di finanziamento da destinare alle opere occorrenti.
Italia Nostra-Presidio di Praia a Mare
[1] Brevi notizie sul Santuario di Nostra Donna della Grotta nella Praja degli Schiavi – Villaggio del Comune di Aieta in Provincia di Cosenza per Vincenzo Lo Monaco Procuratore del Re. Tip. Del Vesuvio, Napoli 1851.
[2] Stella Giugni Candia, Terra e Tempio di Maria, Praia a Mare 1952