Italia Nostra

Data: 23 Gennaio 2018

Linee ferroviarie storiche “Taurensi” nella Piana di Gioia Tauro: segnalazione per la Lista Rossa

Indirizzo/Località: percorso nei comuni di: Gioia Tauro, Palmi, Rizziconi, Taurianova, Cittanova, S. Giorgio Morgeto, Polistena e Cinquefrondi

Tipologia generale: ferrovia storica

Configurazione strutturale: partendo dalla città di Gioia Tauro, si snoda per un totale di 58 Km e segue due diverse direzioni all’interno della stessa Piana. La prima tratta, transitando da Palmi arriva sino a Sinopoli ed interessa un percorso di 26 Km, l’altra invece prosegue per 32 Km verso nord, sino a Cinquefrondi. La stazione ferroviaria di Gioia Tauro costituiva il punto nodale di interscambio tra le Ferrovie della Stato e le Ferrovie Taurensi, sia per il traffico riguardante i viaggiatori sia per i treni-merci

Epoca di costruzione: sec. XX

Comprende: la rete delle ferrovie Taurensi presenta uno sviluppo complessivo di 42 km, articolata su due linee

Uso attuale: al momento, le Ferrovie Taurensi non sono fruibili. L’ultima sospensione del servizio risale al 2011; sono percorribili a piedi i tracciati ferrati sulla quasi totalità del loro percorso; il totale abbandono in cui versano sta causando un crescente e inesorabile degrado

Uso storico: le linee Taurensi, patrimonio di notevole interesse storico–culturale e socio-economico, hanno rappresentato una strategica via di congiunzione tra la Costa Viola e l’entroterra della Piana di Gioia Tauro.

Condizione giuridica: proprietà della Regione Calabria ed in gestione alle Ferrovie della Calabria S.r.l.

Segnalazione: del 15 dicembre 2017 – segnalazione della Sezione di Reggio Calabria di Italia Nostra – reggiocalabria@italianostra.org

Motivazione della scelta

Si tratta di tracciati ferroviari d’interesse storico-turistico-culturale a scartamento ridotto (950mm), presenti nella Provincia di Reggio Calabria, precisamente nell’area della Piana di Gioia Tauro dove appunto assunsero il nome di Ferrovie Taurensi.

Appartenenti ad un più ampio progetto che interessava ben 4 regioni meridionali: Campania, Puglia, Basilicata e Calabria, supportato e gestito dalla Società per le Strade ferrate del Mediterraneo sin dal 1917. A partire dal 1961 furono soggette a Gestione Commissariale Governativa, in seguito al gravissimo incidente occorso sul viadotto della Fiumarella, in provincia di Catanzaro, il 23 dicembre 1961. A partire da questo momento e fino al 1989, si identificarono come Ferrovie Calabro – Lucane. Nel 1991, dopo lo scorporo della tratta calabrese da quella lucana, vennero affidate alle Ferrovie della Calabria, che, dal 1° gennaio 2001, si trasformarono in Ferrovie della Calabria S.r.l. Il tracciato delle Taurensi, partendo dalla città di Gioia Tauro, si snoda per un totale di 58 Km e segue due diverse direzioni all’interno della stessa Piana. La prima tratta, transitando da Palmi arriva sino a Sinopoli ed interessa un percorso di 26 Km, l’altra invece prosegue per 32 Km verso nord, sino a Cinquefrondi. La stazione ferroviaria di Gioia Tauro costituiva il punto nodale di interscambio tra le Ferrovie della Stato e le Ferrovie Taurensi, sia per il traffico riguardante i viaggiatori sia per i treni-merci.

Il servizio sulle due tratte risulta oggi chiuso sulla Gioia Tauro-Sinopoli e, sospeso, dal 2011, sulla Gioia Tauro-Cinquefrondi.

La rete delle ferrovie taurensi presenta, oggi, uno sviluppo complessivo di 42 km, articolata su due linee, la linea Gioia Tauro–Cinquefrondi e la linea Gioia Tauro–Palmi:

Linea Gioia Tauro – Palmi – Sinopoli

La linea Gioia Tauro-Palmi attraversa due soli comuni, è oggi di 9 km, in passato risultava estesa per altri 18 km verso l’interno, fino a Sinopoli; il servizio su questa tratta è cessato negli anni Novanta.

Linea Gioia Tauro – Cinquefrondi

La linea Gioia Tauro-Cinquefrondi di 32 km è dotata di 14 stazioni, distanti in media 2,5 km l’una dall’altra, attraversa i comuni di Gioia Tauro, Rizziconi, Taurianova, Cittanova, S. Giorgio Morgeto, Polistena e Cinquefrondi

Al momento, le Ferrovie Taurensi non sono fruibili. L’ultima sospensione del servizio risale al 2011; sono percorribili a piedi i tracciati ferrati sulla quasi totalità del loro percorso; il totale abbandono in cui versano sta causando un crescente e inesorabile degrado.

Le linee Taurensi, patrimonio di notevole interesse storico – culturale e socio-economico, hanno rappresentato, e potrebbero ancora rappresentare, una strategica via di congiunzione tra la Costa Viola e l’entroterra della Piana di Gioia Tauro. Il loro percorso, attraversando distese di uliveti secolari e siti di elevato interesse storico, culturale e paesaggistico (Gioia Tauro, Palmi, Seminara, Melicuccà, San Giorgio Morgeto, Taurianova, Cittanova, Polistena, Cinquefrondi, Parco Archeologico dei Taureani, Grotta di Sant’Elia lo Speleota), lambisce il Parco Nazionale dell’Aspromonte, costituendone una singolare porta d’ingresso. In Aspromonte si scia guardando il mare, quale esclusività potrebbe rappresentare penetrare nel Parco in treno storico partendo dal mare!

Le opere architettoniche presenti lungo il tracciato, soprattutto i ponti in ferro, costituiscono un’interessante espressione dell’ingegneria di inizio ‘900. È da scongiurare che possano diventare un esempio di archeologia industriale. In quanto testimonianza socio-storica di un antico e valido sistema locale di trasporti, le linee Taurensi sono equiparabili a qualsiasi altro bene culturale e necessiterebbero, pertanto, di un ripristino e/o comunque di accurata manutenzione conservativa in attesa di una destinazione d’uso sicuramente possibile.

Italia Nostra Sezione di Reggio Calabria sostiene da tempo il recupero delle linee ferroviarie storiche ed in particolare delle Taurensi. A tal fine, l’associazione ha promosso un protocollo d’intesa per il recupero e la valorizzazione delle stesse con un’ipotesi di un utilizzo anche a fini turistici. Il protocollo è stato redatto e firmato nel 2011 in compartecipazione con: la Direzione Regionale per i beni culturali della Calabria, la Soprintendenza per i beni Archeologici della Calabria, la Soprintendenza per i beni Paesaggistici e Architettonici delle Provincie di Reggio Calabria e Vibo Valentia, l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, l’Università Mediterranea, altre associazioni Culturali e Ambientalistiche, alcuni sindacati dei lavoratori, la Camera di Commercio, la Provincia di Reggio Calabria ed i Comuni della Piana di GioiaTauro interessati dal passaggio di dette ferrovie con lo scopo di sollecitare le istituzioni competenti a ripensare al ruolo che le linee storiche possano assumere nell’attuale contesto.

Ripensare nel senso di: definire la destinazione e la funzione che alle ferrovie interne si intenda dedicare (sociale, ambientale, turistica, di lavoro); analizzare i mutamenti intercorsi in un secolo – le taurensi erano state create con il solo obiettivo di avvicinare le zone interne a quelle della costa e alle ferrovie nazionali – e le conseguenze che gli stessi hanno prodotto nella società e nel territorio. Cambiamenti non sempre dettati da necessità esistenti, ma subiti a seguito delle innovazioni nelle infrastrutture (porto di Gioia Tauro, aeroporti di Lamezia e Reggio).

Occorre quindi considerare che:

  • nella Piana di Gioia Tauro sono cambiate le direttrici del traffico e degli spostamenti delle persone che si muovono quotidianamente in modo imponente verso i centri di attrazione delle realtà produttive sorte tra Gioia Tauro, Cinquefrondi e Rosarno, il porto di Gioia Tauro e San Ferdinando, terminale via terra di una mobilità massiccia derivante dalle attività portuali, che, tuttavia, insieme alle sue zone industriali, è tagliata fuori da ogni tipo di collegamento;
  • le città di Gioia Tauro, Rizziconi, Taurianova, Cittanova, Polistena, San Giorgio Morgeto, Cinquefrondi , Palmi e tutta una serie di centri della parte nord della Piana, hanno registrato una notevole estensione degli abitati ;
  • sono sorti nuovi attrattori di traffico: i musei archeologici di Palmi, Gioia Tauro, Rosarno, e quello naturalistico di Cittanova, le rinnovate Terme di Galatro, la riscoperta del borgo antico di San Giorgio Morgeto, la realtà dei Parchi in grande evoluzione – il Parco Nazionale dell’Aspromonte, il Parco archeologico di Taureana – e quelli in via di sviluppo di Rosarno e di Oppido Mamertina.

Pertanto, poiché i due tracciati attraversano o lambiscono buona parte di questi punti innovativi delle attività economiche, turistiche e culturali della Piana, una nuova progettualità per il territorio dovrà riguardare necessariamente le ferrovie Taurensi per un nuovo assetto del sistema di trasporto che si realizzi con un tracciato moderno, tecnologie e mezzi all’avanguardia. Un tracciato costituito dal completamento dell’anello Cinquefrondi- Gioia Tauro, attraversante il porto e le sue zone industriali con l’istituzione di nuove fermate, in corrispondenza dei luoghi interessati dall’espansione degli abitati.

Progettare il futuro per le taurensi significa anche dare valore a quanto, all’inizio del secolo scorso, una società contadina, è riuscita a costruire, pur non avendo le attuali possibilità tecniche ed economiche.

Pur tenendo in alta considerazione i fini turistici, considerando il basso impatto ambientale che una moderna linea ferroviaria produce, non è, pertanto, trascurabile un recupero delle Taurensi per un trasporto pubblico di tipo metropolitano.

Da considerare anche il recupero storico di rotabili che rimessi in sicurezza e atti a circolare potrebbero essere utilizzati per riscoprire un modo di viaggiare lento, in contrapposizione ai ritmi della società moderna, offrendo storia, cultura ed enogastronomia e promuovendo la valorizzazione di alcuni luoghi che insistono fuori dai grandi circuiti. Il percorso storico-turistico-culturale si presterebbe anche per la realizzazione di visite guidate, programmate ed organizzate anche a scopo didattico. Ciò produrrebbe benefici sia per l’indotto (pullman, ristoranti, artigianato, etc.), sia per il locale mercato del lavoro.

Per concludere è utile ribadire che la lenta dismissione delle linee ferroviarie in oggetto è stata causata dal completo disinteresse e dalla insensibilità dei rappresentanti politici del comprensorio reggino presenti nelle istituzioni competenti negli ultimi vent’anni.

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