Un importante evento il 9 aprile scorso presso la Lega Navale di Crotone: l’inaugurazione della Mostra Fotografica “Ritorno al Passato” a cura del Gruppo Archeologico Krotoniate, la prima associazione di volontariato fondata in città nel 1972 da Vincenzo Fabiani. La Mostra resterà aperta fino al 30 aprile p.v.
Le bellissime immagini esposte, alcune inedite, sono una testimonianza dal forte impatto emotivo che aiuta a comprendere il valore dei numerosi reperti archeologici ritrovati per lo più fortuitamente negli scavi di fondazione per la costruzione di edifici moderni, con esito quasi sempre nefasto per i reperti, nonostante l’intervento, negli ultimi anni, della Soprintendenza Archeologica e l’impegno infaticabile del Gruppo Archeologico.
Una Mostra da visitare con la gratitudine che si deve a quei (pochi) volontari che hanno dedicato tempo, energia e passione anche per formare ed appassionare tanti giovani alla conoscenza della storia antica della città e del rilevante e diffuso patrimonio archeologico nel territorio. Alcuni di questi giovani avrebbero scelto di operare nel settore da professionisti.
L’apertura alla collaborazione con altre associazioni, come Italia Nostra, attiva sin dal 1975 in città, ha consentito di ampliare l’attenzione del GAK alla salvaguardia non solo dei beni culturali ma anche del contesto paesaggistico e naturalistico presente nel territorio; attività che non sempre è stata sostenuta ed incoraggiata dai cittadini in modo adeguato. Eppure è noto a tutti che la fruizione del patrimonio culturale, se tutelato ed amministrato con cura, porta ricchezza e benessere al territorio grazie anche alle numerose attività legate al turismo. Gli esempi non mancano: i siti archeologici di Agrigento, Siracusa, Paestum, Pompei, per citarne tra i più famosi nel meridione, sono meta privilegiata di notevoli flussi turistici oltre che siti Unesco.
Non si può dire che identica sorte sia toccata alla città di Crotone anche a causa delle scelte di sviluppo urbanistico degli ultimi 30 anni, indirizzate perlopiù alla cementificazione e densificazione del territorio piuttosto che alla salvaguardia e tutela dell’ingente patrimonio culturale. E’innegabile come i benefici (economici e sociali) conseguenti abbiano riguardato pochi, danneggiando molti, privando la città anche di spazi verdi (che Italia Nostra ha in parte salvato creando giardini e parchi pubblici) e sopra tutto della fruizione di tante rilevanti aree archeologiche di epoca magno-greca che, se opportunamente conservate, avrebbero potuto custodire le tracce di un passato illustre. In tal modo, sarebbe stato conseguente l’inserimento della città a pieno titolo in un circuito turistico-culturale (come è avvenuto nei siti archeologici citati ed in altri ancora), a maggior ragione per la presenza del patrimonio archeologico in un contesto paesaggistico-ambientale di grande valore. Non ci riferiamo solo al parco archeologico di Capo Colonna, meritevole di ben altra cura ed attenzione, ma anche alle (poche) aree archeologiche urbane sopravvissute alla demolizione, che aspettano di essere adeguatamente studiate e tutelate per essere fruite dai cittadini e dai turisti. Prima che sia troppo tardi.
Crotone, 25 aprile 2015 Teresa Liguori
La salvaguardia del patrimonio collettivo è ancora un impegno inderogabile (Umberto Zanotti Bianco)
le foto sono proprietà del Gruppo Archeologico Krotoniate