Italia Nostra

Data: 13 Giugno 2022

No al raddoppio dell’inceneritore di Gioia Tauro

“I processi di termovalorizzazione possono svolgere un ruolo nella transizione a un’economia circolare a condizione che la gerarchia dei rifiuti dell’UE funga da principio guida e che le scelte fatte non ostacolino il raggiungimento di livelli più elevati di prevenzione, riutilizzo e riciclaggio. Ciò è essenziale al fine di salvaguardare appieno il potenziale di un’economia circolare, in termini sia ambientali sia economici…” (Comunicazione della Commissione Europea al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 26 gennaio 2017 intitolata al “ruolo della termovalorizzazione nell’economia circolare”)

Queste poche righe di un più articolato documento, e posto in conclusione dello stesso, dà la cifra dell’estrema attenzione che l’Europa pone sui temi dei rifiuti e del riciclaggio degli stessi.

Giova richiamare l’art. 179 del Codice dell’Ambiente nella sua vigente formulazione:

Criteri di priorita’ nella gestione dei rifiuti 1. La gestione dei rifiuti avviene nel rispetto della seguente gerarchia: a) prevenzione; b) preparazione per il riutilizzo; c) riciclaggio; d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia; e) smaltimento.

Una precisa gerarchia in cui la prevenzione si colloca al primo gradino, il recupero come materia al secondo, il recupero come energia al terzo e lo smaltimento all’ultimo. Dove gerarchia non significa che si può scegliere indifferentemente tra le varie opzioni ma che, invece, vi è l’obbligo di considerarle, seguendo, nell’ordine, la precisa scala di priorità. Fatte le opportune premesse, ci sembra del tutto non condivisibile la propensione della Regione Calabria al raddoppio del Termovalorizzatore (Inceneritore!) di Gioia Tauro, ancor più per i dati non certo incoraggianti sulla raccolta differenziata (48% i dati Arpacal 2020) ancora lontani da quelli previsti ed auspicati per il 2023 (65%), ed in considerazione del fatto che nel piano d’azione datato 2016 ancora non risultano entrati in funzione gli impianti pubblici per il trattamento della frazione organica che sarebbero dovuti esser realizzati già nel 2020.

Il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro, a nostro avviso, sarebbe solo un ostacolo ad “obiettivi di riciclaggio più ambiziosi”, ovvero:

1. la prevenzione, al fine di ridurre la quantità dei rifiuti e l’impatto negativo sull’ambiente e sulla salute;

2. la preparazione per il riutilizzo, ossia le operazioni che consentono di riutilizzare i prodotti senza alcun pretrattamento;

3. il riciclaggio, ossia le operazioni con cui dai rifiuti si ottengono prodotti da reimpiegare per la loro funzione originaria o per altri fini.

Occorre rendere realmente operativa la premessa necessaria al riciclo ed al riutilizzo, e cioè una vera e corretta raccolta, e soprattutto assicurare sbocchi per il riciclo, creando anche impianti di digestione anaerobica (con produzione di biogas e digestato) ed impianti di compostaggio, considerando che entro il 2025, secondo la UE, dovremmo arrivare al 65% di riciclo (vero) mentre il ricorso alla discarica dovrebbe scendere al di sotto del 10%.

Tenendo conto, peraltro che, secondo l’ultimo rapporto della Corte dei conti sul coordinamento della finanza pubblica, il tempo medio per la realizzazione di un impianto è di oltre quattro anni e

mezzo, con punte che arrivano a 8/10 anni (Ci vogliono in media due anni e sette mesi per la progettazione, sei mesi per l’affidamento e un anno per la realizzazione…in un Paese normale!).

Il monito lanciato da Papa Francesco nell’Enciclica “Laudato sì” ci pone ancora una volta difronte allo specchio della nostra coscienza: “è realistico aspettarsi che chi è ossessionato dalla massimizzazione dei profitti si fermi a pensare agli effetti ambientali che lascerà alle prossime generazioni? All’interno dello schema della rendita non c’è posto per pensare ai ritmi della natura, ai suoi tempi di degradazione e di rigenerazione, e alla complessità degli ecosistemi che possono essere gravemente alterati dall’intervento umano”.

 

Arch. Carlo de Giacomo

Presidente Sezione Cosenza

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