LE TERRAZZE SULLO STRETTO TRA AMBIENTE E AGRICOLTURA. PER UN RESTAURO DEL PAESAGGIO AGRARIO.
Da Palmi a Scilla-Costa Viola
LE MOTIVAZIONI DELLA SCELTA
Abbandono delle aree destinate all’agricoltura e in particolare alla viticultura ubicate sui terrazzamenti, e sui fianchi dei costoni a picco sul mare. Di recente ripresa delle attività di recupero delle “farmacie” – muretti a secco di sostegno dei terrazzamenti e delle attività legate all’impianto dei vigneti.
BREVE DESCRIZIONE DELLE COMPONENTI PRINCIPALI
La storia
Tutta l’area proposta all’attenzione e allo studio, costituita da alti e ripidi costoni e da pianori che si affacciano sul mare, è stata interessata, fin da epoca preistorica, dalla frequentazione di gruppi di popolazione che hanno lasciato tracce della loro presenza su tutto il territorio (soprattutto manufatti litici come nuclei, schegge e strumenti in ossidiana). È soprattutto a partire dall’età del Bronzo (II millennio a.C.) che si registra una occupazione stabile nella zona, legata all’uso dei suoli particolarmente fertili, distribuita, sia sui ripidi fianchi costieri costellati di grotte (es. per tutti la grotta di San Sebastiano a Bagnara), sia sui pianori soprastanti, in imponenti villaggi di capanne (Piani di Sant’Elia, Piani della Corona, ecc..). L’utilizzo agricolo di queste aree è ipotizzabile anche per i periodi successivi, romano e medievale, in base a diverse tracce archeologiche, con documenti però non particolarmente chiari ed espliciti. Interessanti informazioni sullo stato dei costoni si evincono da alcune stampe ottocentesche, riferibili agli eventi catastrofici del terremoto del 1783. (…)
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