Italia Nostra

Data: 26 Febbraio 2016

Italia Nostra al Comune di Praia a Mare sul Piano spiaggia: misure di tutela per le grotte dell’Isola Dino

Italia Nostra Calabria, ai sensi dell’art. 9 della L. 241/1990 e di quanto deciso dal TAR Marche, Ancona, sez.I, 14.12.2012, n. 803, ha ritenuto di inviare al Responsabile del Procedimento della Conferenza dei Servizi [1] convocata il 26 febbraio 2016 per l’approvazione del Piano Spiaggia del Comune di Praia a Mare, nonché a tutti i componenti-partecipanti della stessa una nota-memoria che inizia con le parole di un sacerdote che ci riportano indietro di un secolo:  “Una spiaggia vastissima, quasi sterminata, si stende tra l’abitato ed il mare. Di fronte s’erge dall’acqua come colossale balena, l’isola Dino. Essa segna il termine del golfo di Policastro ed apre variamente i suoi fianchi per mostrare diverse magnifiche cavità, nelle quali penetra il mare; e, tra queste, non sai quali ammirare di più. Superba ne è una, detta AZZURRA, dai riflessi cerulei dell’acqua; migliore, ma meno fortunata di quella di Capri”.

Così veniva descritta l’isola Dino ed il complesso delle sue grotte dal Sac. Don Raffaele Giugni Candia nella Circolare del Santuario Madonna della Grotta del 27.07.1908. Oggi l’isola di Dino è Sito di Interesse Comunitario IT9310034 mentre il SIC IT9310035 – Fondali Isola di Dino-Capo Scalea ricomprende le sue grotte che costituiscono l’habitat 8330 definito “grotte sommerse e semisommerse” inserito nell’allegato 1 della Direttiva Europea Habitat. Tale Direttiva ha quale scopo quello di “salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato” (art 2).

Purtroppo nel caso delle grotte semisommerse dell’isola di Dino parlare di salvaguardia e conservazione di tale habitat è cosa che fatica a farsi strada. Infatti la Superba grotta Azzurra, come la descriveva nel 1908 Don Raffaele Giugni Candia,ma anche la grotta del Leone, sono diventate oggi delle “camere a gas” saturate dagli scarichi di centinaia di imbarcazioni di vario tipo e dimensione che nel periodo estivo ogni giorno entrano a motori accesi nelle cavità causando un’esposizione continua degli habitat alle esalazioni venefiche con conseguente compromissione dell’ecosistema. Inoltre la presenza di idrocarburi allo stato liquido dovuti agli scarichi delle imbarcazioni e dei prodotti gassosi della combustione dei motori causano fenomeni di inquinamento sui sistemi acquatici, con conseguenti effetti tossici dovuti alla presenza di sostanze che entrano a far parte della catena alimentare e che quindi sono soggetti a bio accumulo da parte degli organismi viventi nelle grotte e nei fondali. Basta ricordare che le Gorgonie gialle, Eunicella tavoloni, che ornavano il soffitto laterale della Grotta Azzurra, sono praticamente morte E’ inevitabile che le attività turistiche incontrollate porteranno verso forme di degrado delle biocenesi presenti con perdita di significatività del sito globale.

Questa situazione di pericoloso degrado del sito e degli habitat protetti si protrae nonostante le continue, numerose e allarmate segnalazioni di Italia Nostra. Ciò ha fatto sì che la Regione Calabria, Dipartimento Politiche dell’Ambiente con nota n. 0148883 del 05.05.2014, trasmessa anche al comune di Praia a Mare, abbia riconosciuto alla lettera b) che:

“relativamente alla accessibilità o meno alle grotte marine di superficie ovvero se vi siano motivi ostativi per la loro salvaguardia ambientale, si ribadisce che per la tutela e conservazione degli habitat naturali è necessario evitare azioni/interventi che possano incidere negativamente sugli stessi; è assolutamente un effetto negativo sull’habitat naturale in questione che vi siano scarichi dei motori delle numerosissime imbarcazioni all’interno delle grotte marine dell’Isola di Dino.”

Inoltre di recente, la Regione Calabria, Dipartimento Ambiente e Territorio, Servizio Parchi ed aree Naturali Protette, Rete Natura 2000, con nota n. 0376358 del 04.12.2015,  a proposito delle Grotte dell’Isola di Dino così scrive al comune di Praia a Mare:

“E’ necessario intervenire nuovamente sulla questione delle Grotte dell’Isola di Dino sottoposte all’azione negativa degli scarichi delle imbarcazioni a motore e alle conseguenti condizioni di sicurezza precarie determinate anche dalla presenza di bagnanti durante il periodo estivo. Le Grotte dell’Isola di Dino, come noto, fanno parte del sic IT 9310035, quali habitat naturali codice 8330 – grotte marine sommerse e semisommerse – inserite nell’allegato 1) della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat). Ai sensi e per gli effetti del DPR 357/97 e s.m.i. d del DM 17.10.2007 per gli habitat naturali e protetti vanno poste in essere tutte le opportune misure/azioni necessarie onde evitarne azioni di degrado. Ciò posto, al fine di tutelare le Grotte dell’Isola di Dino, si chiede a codesto comune di voler valutare l’opportunità di inserire all’interno del redigendo Piano Comunale Spiaggia delle misure di regolamentazione atte a garantire la tutela del sito in oggetto.”

Per questi motivi ci siamo rivolti  nuovamente al Comune di Praia a Mare[2] ed a tutti i componenti la Conferenza dei Servizi,  perché in relazione alla improcrastinabile esigenza di tutela ambientale dell’ habitat delle grotte marine semisommerse del SIC “Fondali Isola di Dino -Capo Scalea” accolgano la richiesta del Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria e valutino la necessità di inserire nel Regolamento e Norme Tecniche di attuazione del redigendo Piano Comunale Spiaggia disposizioni di conservazione e salvaguardia che Italia Nostra si è assunto la responsabilità di proporre alla Conferenza dei Servizi.

 

Italia Nostra Calabria

Italia Nostra Praia a Mare

 

[1]  Ma anche la Ministero dell’Ambiente, al Dipartimento Ambiente della Regione Calabria ed al Comandante del l’Ufficio Circondariale marittimo di Maratea.

[2] La precedente nota è stata acquisita al protocollo comunale in data 09.10.2015.

 

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