Dopo aver segnalato alcuni rilevanti aspetti di degrado ambientale riguardanti il fiume Lao, anche l’altro importante fiume dell’Alto Tirreno Cosentino, il fiume Noce, presenta elementi di criticità che seriamente preoccupano.
Il Noce è un fiume a corso perenne del versante tirrenico. È lungo 45 chilometri e nasce da più sorgenti nel gruppo di colli alle falde settentrionali del massiccio del Sirino.
Con andamento prevalente verso sud, sfiora i centri di Lagonegro e Rivello, allargando poi notevolmente il suo fondovalle nei pressi di Lauria, grazie al contributo, da sinistra, di svariati corsi d’acqua. Fungendo da confine tra Basilicata e Calabria, riceve prima le acque del torrente Pizinno, proveniente dalla località San Sago di Tortora e, poi, quelle affluenti dalla Fiumarella di Tortora, per sfociare, dopo qualche chilometro, alla piana di Castrocucco nel mar Tirreno tra i comuni di Tortora e Maratea.
Il fiume ha un regime spiccatamente torrentizio con notevolissime variazioni di portata, specialmente nella stagione invernale quando è frequentemente in piena. Nonostante ciò la sua portata è perenne.
E’ bene ricordare che nel fiume Noce confluiscono gli scarichi degli impianti di depurazione di alcuni paesi sia della Basilicata che della Calabria, nonché, attraverso il torrente Pizinno, gli scarichi dell’impianto di eliminazione di rifiuti pericolosi e non sito in località San Sago nel comune di Tortora, attualmente chiuso.
Inoltre nel Fiume Noce confluiscono gli scarichi di alcune attività disseminate lungo il suo corso.
C’è da evidenziare inoltre la presenza del SIC-ZSC IT9210265 “ Valle del Noce “ di competenza della Regione Basilicata e che nelle misure di conservazione approvate dalla Regione Calabria per il SIC-ZSC IT9310035 “Fondali Isola di Dino- Capo Scalea” viene specificato che “ l’inquinamento organico ha causato un intorbidimento delle acque litorali ed una minore penetrazione della luce solare, provocando in qualche caso una progressiva regressione delle Praterie di posidonia: materiale organico proveniente dal fiume Noce… costituisce il principale fattore di inquinamento”.
Da questa serie di circostanze deriva la particolare attenzione che Italia Nostra ha da tempo riservato alla qualità delle acque di questo fiume anche con contatti in corso con il Ministero dell’Ambiente Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque per avere informazioni precise circa la classificazione dei corpi idrici, l’individuazione degli obiettivi di qualità e la definizione del programma di misure atte al raggiungimento degli stessi.
In questo contesto, a seguito di alcune segnalazioni ricevute riguardanti la presenza di criticità sulla sponda Calabra alla destra del ponte della Ss585 Fondo Valle del Noce che segna il confine con la Basilicata alcuni volontari di Italia Nostra si sono recati sul posto per una necessaria verifica.
Francamente non ci saremmo aspettati di trovare una situazione come quella che si è subito manifestata nella sua evidente gravità: un lungo tratto della sponda Calabra interessata dalla corrente del fiume trasformata in discarica, con i rifiuti rilasciati direttamente nelle acque. Da quello che si è potuto costatare tale situazione dura da tempo e l’argine del fiume viene utilizzato per scaricarvi ogni sorta di rifiuti, in modo particolare quelli derivanti da attività edili, scarti da costruzione e demolizione considerati rifiuti speciali potenzialmente pericolosi per l’ambiente e per la salute per i quali è previsto il trasporto in un centro di raccolta e smaltimento. Ironia della sorte un tale impianto di trasformazione dista poche decine di metri dall’argine del fiume dove i materiali vengono abbandonati.
Poi, l’ ampia strada in terra battuta che costeggia la sponda del fiume consente ai mezzi di trasporto l’agevole scarico dei rifiuti che la corrente provvede a disperdere portandoli a valle verso il mare ed il sito è nuovamente pronto per riceverne di nuovi : insomma una discarica che non si esaurisce mai.
E’ di tutta evidenza che tale situazione crea danni ambientali non solo all’ecosistema del fiume Noce, ma anche al mare della costa tirrenica dove le acque si riversano con tutto ciò che trasportano con le possibili ricadute negative sul turismo, unico settore che regge l’economia della fascia tirrenica.
Italia nostra ha chiesto al Sindaco di Tortora, all’Arpacal di Cosenza, all’ASP di Cosenza, ai Carabinieri Forestali, alla Provincia di Cosenza, per quanto di competenza, un immediato intervento per:
- porre definitivamente fine alla situazione di illegale e quantomai dannoso sversamento di rifiuti nelle acque del fiume Noce, effettuando un immediato sopralluogo sul posto e su tutto l’argine calabro del fiume Noce per verificare possibili analoghi spargimenti effettuati all’interno dell’alveo del fiume;
- Istallare delle barriere o ostacoli che impediscano l’avvicinamento alle sponde del fiume in prossimità di accessi facilitati da strade o piste battute;
- monitorare e controllare l’area al fine di scoraggiare e reprimere accessi e nuovi sversamenti anche con l’ausilio di telecamere;
- bonificare gli argini del fiume rimuovendo tutti i rifiuti presenti.
Italia Nostra si attende un rapido e risoluto intervento per risolvere alla radice la situazione denunciata non tollerabile per la tutela dell’ambiente e per l’economia del territorio.
Italia Nostra – Sezione Alto Tirreno Cosentino