Italia Nostra

Data: 3 Marzo 2014

Sezione di Trebisacce: “Una Calabria che frana”

La storia della terra calabrese, è una storia spesso dimenticata e difficile, ricca di episodi drammatici a livello sociale ma anche ambientale. Nello scorso febbraio l’area del Parco Nazionale del Pollino/ Alto Jonio cosentino è stata colpita da drammatici eventi franosi. I paesi della corona del parco, come Alessandria del Carretto, Albidona, Oriolo, San Lorenzo Bellizzi, Plataci, stanno vivendo in uno stato di allerta e di forte disagio. In queste realtà si possono facilmente notare delle pericolosità idrogeologiche che spesso sono sfociate in disastri. Lo smottamento del versante montano ha avuto come conseguenza il crollo della strada provinciale 153 e della SS 481 in diversi punti e la caduta di strade interpoderali, provocando un disagio per le popolazioni che usufruivano di tali servizi e che ora si trovano private di essi. Le intense piogge mettono ogni anno a dura prova i piccoli borghi montani che si trovano ad affrontare delle difficoltà che sono conseguenza dell’incuria e dell’abbandono degli enti che dovrebbero prendersene cura. Cunette e tombini intasati, canali di raccolta acque privi di sfogo o in alcuni casi addirittura inesistenti, canali di scolo che non svolgono più le loro funzioni perché ormai depositi di detriti e culla di rovi. Il rischio idrogeologico è considerato uno dei maggiori rischi ambientali connessi alle attività umane, la mancata funzionalità delle strutture di scolo nelle zone interessate molte volte va a creare una degradazione del suolo e una saturazione del terreno che portano a risultati disastrosi.

Non serve più rattoppare, ma risolvere definitivamente un problema. In Calabria, specchio di una più ampia Italia, spesso il manto stradale dissestato viene lastricato con sempre nuovi strati di asfalto che vanno ad appesantire un tracciato stradale antico e poco consono ad ospitare una strada a percorrenza veicolare. Strade costruite su vecchie mulattiere, adatte quindi a sopportare il passaggio di qualche occasionale somaro. Basterebbe poco per far sì che non accadano più queste irreparabili devastazioni, ormai troppo frequenti: un’opera di prevenzione attraverso uno studio e una conseguente redazione di una carta di rischio, una messa in sicurezza delle zone e una semplice manutenzione.

“Sensibilizzazione”, “riqualificazione” e “miglioramento” del territorio, queste le parole chiave. Zone interne ormai dimenticate che potrebbero costituire un potenziale importante per lo sviluppo della Calabria sia a livello ambientale, considerando che il Pollino è il parco naturale più grande d’Italia che presenta una vastissima varietà floreale e faunistica, sia a livello turistico. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale del Turismo sta aumentando notevolmente la richiesta di vacanze all’insegna della natura, e il parco del Pollino potrebbe rispondere perfettamente alla crescente domanda, sempre se raggiungibile e attrezzato. Speranze utopistiche e soluzioni illusorie viste le condizioni attuali in cui si trova il versante calabrese.

Giacinta Oliva

Sezione di Trebisacce


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