di Tullio Masneri (Italia Nostra Trebisacce, già Dirigente Scolastico Liceo Classico e Scientifico “G.Galilei” di Trebisacce)
Non tutti conoscono la vita e l’opera di Umberto Zanotti Bianco, uno dei pochi italiani che servirono l’ideale di umanità e di intervento soprattutto nel Sud; non è a tutti noto che il sito di Sibari arcaica, la città greca dalla vita splendida, distrutta da Crotone nel 510 a.C., è stato localizzato al di sotto di Turi ateniese e di Copia romana. La relazione che intercorre tra la personalità del piemontese amante del Sud e della civiltà che vi fiorì e il mistero millenario di Sibari, la città magnogreca civile e opulenta, è spesso ignorata e pertanto va ribadita: Zanotti Bianco è stato colui che, con le sue ricerche archeologiche, ha fatto chiarezza sul sito storico dell’antica Sibari, avanzando l’ipotesi, in seguito risultata fondata, dell’ubicazione della città sotto i resti di Turi e di Copia.
Ancora oggi, per mancanza d’informazione e, molto spesso, per voluto disinteresse, c’è gente che ignora addirittura l’esistenza di Sibari, per non parlare della sua localizzazione e, ancora, di Turi e Copia, e pensa che gli scavi costituiscano un’incombenza per le colture di agrumi e per i campi di meloni e cocomeri stagionali; pochi ne avvertono l’utilità e pochissimi ne intravedono i risvolti economici.
Ben diversi i tempi attuali da quelli che colpirono il nobile piemontese Umberto Zanotti Bianco: si trattò dell’immane catastrofe di Reggio e Messina che lo fece intervenire al Sud, in Sicilia, poi in Calabria, in Puglia per affrontare da vero pioniere e, soprattutto, risolvere, certamente in contesti limitati ma molto significativi e diffusi… (Umberto Zanotti Bianco e la scoperta di Sibari)