E’ questa la prima volta che Italia Nostra reggiana si pronuncia pubblicamente sulla sfortunata vicenda della Cattedrale.
Se ‘silenzio pubblico’ vi fu, è stato soltanto per rispetto del Vescovo Monsignor Adriano Caprioli. Nel 2003 alle riunioni preliminari alla costituzione del “Comitato per il restauro della Cattedrale di Santa Maria Assunta” Italia Nostra espresse l’auspicio che si procedesse come per la ‘Ghiara’ e ‘San Prospero’ caldeggiando per il loro restauro l’incarico all’architetto Mauro Severi. Si rammenti che su segnalazione di Italia Nostra (ripetutamente sollecitata da Monsignor Tiziano Girelli), il Soprintendente Garzillo aveva finanziato e sovrinteso ai restauri delle sagrestie e del santuario con l’esito che tutti ancor oggi possono apprezzare. Italia Nostra, ancora in fase di elaborazione progettuale chiese che il quattrocentesco affresco celato dalla volta della prima campata della navata laterale di nord fosse reso visibile, che il marmo bianco e nero del pavimento delle navate fosse sostituito con marmo di Verona, biancone e rosato, uguale a quello esistente in tutte le altre parti della Cattedrale, che fosse ricomposto il settecentesco altar maggiore e che fossero conservate le caratteristiche della cripta mettendo in luce ciò che il tempo aveva compromesso. Nessuna di dette richieste venne presa in considerazione.
A nulla valsero le sollecitazioni scritte e verbali alle Soprintendenze ai beni architettonici e ai beni artistici e neppure le lettere a Monsignor Gianfranco Ravasi, allora Presidente della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa, al Ministro per i Beni Culturali, al Comitato tecnico scientifico BB.AA.PP., e da ultimo, nel 2008, al Direttore Regionale per i BB.CC.PP. architetto Carla Di Francesco.
Ciò nonostante la Sezione reggiana avrebbe continuato a tacere pubblicamente se non fosse stato per la inaccettabile e sorprendente sortita dell’architetto Mauro Severi, particolarmente critica con l’architetto Garzillo. Innanzitutto le sempre garbate, seppure nette, considerazioni di quest’ultimo corrispondono alla posizione di Italia Nostra nazionale che annovera fra o propri consiglieri Alessandra Mottola Molfino (presidente),Salvatore Settis; in secondo luogo egli è stato ‘primattore’ nei restauri delle due Basiliche cittadine e delle sagrestie e del santuario della Cattedrale.
Lo Stato, grazie a lui, ha ‘donato’ a Reggio ingenti somme per i numerosi restauri eseguiti. Ne va dato anche merito a Italia Nostra che fece presente come ‘storicamente’, per inerzia degli Amministratori, Reggio fosse stata sempre l’ultima delle città emiliane nella ‘graduatoria’ dei finanziamenti pubblici, motivo per cui meritava un adeguato ‘recupero’.
La sortita dell’architetto Severi è in evidente contraddizione con il suo passato professionale e non è credibile una sua conversione ‘progressista’ (suo l’improprio distinguo tra “conservatori” e “progressisti” in tema di restauro!). Il perché della conversione è stato rivelato dal suo intervento sul ‘Giornale dell’Arte’ di giugno, nel quale egli non trova di meglio che nascondere il proprio passato dietro una malintesa imposizione liturgica.
Quanto alla “politica”, con tutta la buona volontà, non si comprende cosa abbia a che vedere col dibattito in corso. Lascia poi interdetti che l’architetto passi dal rimprovero a chi “ ingaggia guerra” al Vescovo (ma quando mai?) alla testuale affermazione: “… vorrei ricordare che l’altare – maggiore – era stato demolito da monsignor Baroni …”, il venerato Vescovo degli anni 1965 – 1989. Un rispetto il suo a corrente alternata! Nessuna replica meritano l’ opinione che il restauro “non è una disciplina scientifica” (al ‘rogo’ perciò l’ultracinquantennale dibattito sul restauro dei monumenti); l’improprio paragone tra gli “artisti concettuali e non figurativi” e il Caravaggio ed infine la catechesi via ‘internet’. Tutto bene! Peccato che i risultati siano sotto gli occhi di tutti coloro che sanno vedere e non può certo affermarsi che siano “in larghissima parte apprezzati”.
Occorre infine ricordare che tra i “ conservatori’” andrebbe ascritto anche l’Ufficio Diocesano Beni Culturali Ecclesiastici che di recente ha guidato l’esemplare restauro della Chiesa di San Filippo Neri recuperando tutti gli antichi arredi.
Italia Nostra Sezione di Reggio Emilia.
Il Presidente Enrico Lusetti