Italia Nostra

Demolizione Capanni balneari storici, presentata richiesta di sospensiva

31 Ottobre 2025
Demolizione Capanni balneari storici, presentata richiesta di sospensiva. Non si ferma la battaglia per salvare dalia distruzione i capanni balneari storici che ormai da un secolo caratterizzano la costa ravennate.

La storia

Come ricorderanno i lettori, nel 2024, in concomitanza con i lavori del cosiddetto “Parco Marittimo”, fu ordinata la demolizione degli storici e pittoreschi capanni. Meno di 100 quelli ancora esistenti, da proteggere a testimonianza di un modo antico, sostenibile, leggero e assolutamente reversibile di fruire l’arenile, ben diverso dalle inamovibili colate di cemento degli stabilimenti che si sono successivamente diffuse lungo tutta la riviera emiliano-romagnola. 

La bellezza dei capanni

Dove sono sorti i capanni, lì si sono accresciute le dune, è stata conservata la biodiversità e la costa è stata preservata dagli sbancamenti. Nei tempi odierni, dove il mare aggredisce la costa ogni giorno di più, la presenza delle dune diventa fondamentale per proteggere l’entroterra. 
I capanni sono stati ritratti da pittori ed artisti e rappresentano una viva testimonianza etnoantropologica, spesso tramandata da generazioni e custodita con cura: tutto questo è stato completamente ignorato dal Comune di Ravenna, il quale, dopo aver percepito il canone fino ad oggi, li ha dichiarati “abusivi”, al pari di sconce baracche.

L’azione di Italia Nostra

Italia Nostra ha depositato subito un ricorso contro gli abbattimenti. Nel frattempo, a seguito delle proteste di cittadini e capannisti allibiti, il Comune di Ravenna, per cercare di portare avanti comunque la clamorosa decisione, ha provato a dimostrarne la “pericolosità” dal punto di vista ambientale. 
E così, i capanni sono stati dichiarati “pericolosi” e, in seguito ad un “bando” secretato irregolarmente, dei 74 capanni ancora esistenti, 4 potranno restare sul posto, e 70 saranno da distruggere ed eventualmente riproporre ex novo, posticci, altrove. 

Un’operazione antistorica e priva di senso

“Abbattere per conservare”: in questi termini la recente presa in giro del “bando” messa in campo ai danni della nostra storia e del paesaggio costiero ravennate. Ora l’ordinanza di abbattimento è tornata attiva, ed entro il 21 dicembre i capannisti devono abbattere il loro manufatto autentico.

La richiesta di sospensiva per gli abbattimenti

Alla luce di tutte le vergognose contraddizioni e ambiguità viste finora, Italia Nostra ha chiesto una sospensiva per gli abbattimenti, in modo da bloccare la loro distruzione ed arrivare alla discussione del ricorso, tuttora fermo al tribunale amministrativo. I tempi della discussione stavolta dovrebbero essere piuttosto celeri e finalmente sapremo se anche i giudici considereranno i piccoli e romantici capannini balneari alla stregua bidonville squalificanti e dannose come fatto finora da tutte le istituzioni, oppure ultimi elementi storici superstiti distintivi del paesaggio costiero italiano più antico da conservare e tramandare.