FASE 2 IN CALABRIA: SALUTE O POLITICA?
17 associazioni crotonesi contro la riapertura ” senza se e senza ma” invocata dalla Presidente Santelli
La salute prima di tutto? Solo un saggio detto popolare, purtroppo.
Prima la libertà? No. “Prima gli italiani”? No.
Prima l’economia? Si
Prima la politica? Assolutamente si.
E’ questa l’unica risposta possibile che possa spiegare le scelte scellerate e irresponsabili del nostro governo regionale. Ordinanze dell’ultim’ora, emanate, poi smentite, poi ritirate, opposte a quelle emanate il giorno precedente, a testimonianza della mancanza di dignità e di consapevolezza delle scelte, frutto di manovre occulte.
A livello mondiale le vere ragioni di un passaggio, tutto convenzionale, dalla fase 1 alla fase 2, sono puramente economiche e politiche. A guardare la curva dei contagi a livello nazionale infatti, la Fase 2 inizia esattamente da dove è cominciato il lockdown: il numero medio di contagi giornaliero oggi, superato il picco, è lo stesso di due mesi fa. Cos’è cambiato dunque? Se non gli equilibri politici e le pressioni di chi ha interessi economici nella ripartenza?
Ad oggi la medicina afferma chiaramente di non avere risposte certe. Non esiste LA CURA, non c’è una soluzione medica che possa dirsi defintiva, esistono tanti sforzi a livello mondiale da parte della comunità scientifica per trovare quanto prima risposte che ad oggi sembrano lontane nel tempo per poter essere sicure e responsabili. Il comitato scientifico frena e i governi accelerano. In mezzo ci sono gli uomini.
Sebbene tutti consapevoli del dramma economico che stiamo vivendo e delle conseguenze devastanti nel mondo che verrà, non possiamo disconoscere le priorità, ritenendoci assolti. Non c’è interesse di pochi, che possa rappresentare l’interesse di molti. Non c’è profitto senza l’uomo. Non ci sono vite di seria A e vite di serie B. Non può essere il settore produttivo in cui si lavora a determinare le probabilità di contagio e sopravvivenza del singolo.
Non ci è chiara la fiducia che i governi ripongono negli imprenditori, ai quali attribuiscono la capacità certa di tutelare la salute dei propri lavoratori e, per contro, la sfiducia riposta nel singolo cittadino, che, dotato di coscienza e libero arbitrio, vede negata la sua libertà personale, come se una passeggiata al parco nel rispetto delle norme di distanziamento sociale, fosse più pericolosa di un lavoro fianco a fianco in un call center o in una fabbrica.
Alla base delle scelte di un governo, nazionale o regionale che sia, ci si aspetta responsabilità e oggettività, non strategie di partito.
L’unico dato inconfutabile è che all’inizio del lockdown in Calabria i contagi erano quasi a zero. L’attivazione delle misure di distanzimento sociale ha permesso alla curva di non oltrepassare la soglia critica, consentendo un adeguatao accesso alle cure e il diritto alla salute e alla salvezza per tutti.
In questo tempo guadagnato però, sono mancati a livello nazionale e regionale gli sforzi politici per preparare il territorio e i cittadini a nuove possibili ondate di contagio o più semplicemente a quella che ormai può essere definita una lunga convivenza con il virus.
In Calabria quindi si riparte da dove ci eravamo lasciati, con l’unica differenza che, se a Marzo i contagi erano nell’ordine di poche unità, oggi sono 1102. Quello che ci domandiamo, dunque, è che cosa abbia spinto la governatrice Jole Santelli a questo cambio repentino di passo. Solo pochi giorni fa chiedeva al Governo Conte di assumersi la responsabilità del prossimo esodo verso Sud a partire dal 4 maggio. Oggi ancitipa di settimane le decisioni del governo nazionale sulla riapertura di ristoranti, bar , rosticcerie e pasticcerie, senza una regolamentazione chiara e condivisa a livello nazionale e con il Comitato Scientifico, sulle più efficaci norme di distanziamento che gli esercizi dovranno garantire. Ancora una volta le persone e la salute sono all’ultimo posto, in nome di logiche politiche volte a destabilizzare equilibri, provocare reazioni, creare alleanze, irresponsabilmente, in uno dei paesi più colpiti al mondo dalla pandemia, con un Sud che ha resistito grazie alle misure prese per tempo e alle condotte responsabili dei cittadini, ma ha anche palesato le sue oggettive debolezze e la scarsità di risorse dal punto di vista sanitario. Un sud con un alto rischio di collasso se si assistesse anche solo ad un lieve aumento della curva di contagio.
Allora cosa si fa? Si rischia tutto, lo si fa sulla pelle delle persone, si sfida il destino, il virus ignoto, la comunità scientifica, le previsioni pessimistiche, il governo nazionale. Ancora una volta in nome del dio denaro e del dio potere. Vogliamo davvero ignorare la lezione che questo virus ci sta impartendo? Mettendo a nudo le debolezze di un sistema capitalistico e consumistico in cui lo stop dell’economia provoca in poche settimane uno spaventoso aumento delle vecchie e nuove povertà? Che acuisce le disuglianze sociali colpendo, come sempre, le fasce più deboli della popolazione? Davvero crediamo ancora di essere onnipotenti e invincibili?
Arci Comitato Territoriale Crotone
“Jobel”- Consorzio di Cooperative Sociali
Associazione Gli Spalatori di Nuvole
Anpi Crotone
Associazione A. Maslow Crotone
Italia Nostra – Sezione di Crotone
MGA Sindacato Nazionale Forense
Associazione Il Barrio
Forum Terzo Settore provinciale di Crotone
Associazione Nonostante tutto Resistiamo
Associazione Terra e Libertà
Associazione Laicitalia Crotone
Volontari di strada Crotone
Movimento per la Difesa dei Diritti dei Cittadini
WWf Crotone
Crotone Vuole volare
Associazione Bet Joseph