Italia Nostra

Data: 26 Luglio 2017

Sacrario Militare Redipuglia a Fogliano Redipuglia (Gorizia): segnalazione per la Lista Rossa

ATTENZIONE!

Aggiornamento settembre 2018: l’area sacra è transennata e il cantiere per il restauro risulta partito. 

 

Indirizzo/Località: S.R. 305 Via Terza Armata – loc. Redipuglia – Fogliano Redipuglia (Gorizia)

Tipologia generale: edificio di culto

Tipologia specifica: sacrario militare

Configurazione strutturale: grande monumento a gradoni sovrastato da tre grandi croci metalliche

Epoca di costruzione: sec. XX

Comprende: sarcofago di marmo rosso, 5 tombe di granito, 22 gradoni in pietra, 2 cripte ed una cappella, Colle Sant’Elia e Casa della Terza Armata

Uso attuale: Sacrario militare dei caduti della Grande Guerra

Uso storico: Grande cimitero-ossario militare italiano

Condizione giuridica: bene pubblico, afferente al demanio militare ed assegnato alla gestione del Ministero della Difesa – Commissariato Generale Onorcaduti.

Segnalazione: del 24 luglio 2017 – segnalazione della Sezione di Gorizia – gorizia@italianostra.org – in collaborazione con il Regionale Friuli – fvg@italianostra.org

Motivazione della scelta: Il sacrario di Redipuglia è il più grande cimitero-ossario militare italiano ed è ubicato nel territorio del comune di Fogliano Redipuglia, lungo la strada regionale n. 305 Udine-Monfalcone. L’immensa scalea lapidea sorge sul fianco della Quota 89 di Monte Sei Busi, altura carsica aspramente contesa durante il primo conflitto mondiale. Viene realizzato nel 1938 su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. L’impianto complessivo sorprende per l’aspetto gigantesco e solenne. Il suo carattere monumentale si esprime attraverso la grandezza e il simbolismo di un percorso ascensionale concepito su scala territoriale.

La Via Eroica – sequenza di 38 targhe di bronzo con le quote e i nomi delle alture, a ricordo delle battaglie carsiche – conduce ad un ampio piazzale in declivio. Oltre si trovano il sarcofago di marmo rosso del Duca d’Aosta, comandante della Terza Armata, e le tombe di granito di cinque generali d’Armata. Alle spalle dei monoliti sepolcrali si susseguono, lungo le pendici del monte, 22 gradoni di pietra entro i quali sono conservate le spoglie di più di 40.000 caduti italiani, i cui nomi sono incisi su lastre di bronzo. Sui marcapiani dei gradoni è incisa a grandi lettere la parola “presente”, ripetuta innumerevoli volte. Alla sommità, due imponenti cripte accolgono 60.000 soldati ignoti. Al centro dell’ultimo gradone si trova la cappella, sormontata da tre grandi croci.

Il sacrario è raggiungibile in auto, lungo la strada regionale n. 305 Udine-Monfalcone. Sul piazzale di ingresso al Colle Sant’Elia, sistemato a Parco della Rimembranza, è dislocato un complesso edilizio denominato Casa della Terza Armata, destinato all’accoglienza e al supporto dei visitatori. Lo spiazzo a monte del sacrario è raggiungibile seguendo Via del Carso, dopo aver oltrepassato il passaggio a livello di Redipuglia. In cima al monumento, alle spalle dell’ultimo gradone si trovano due sale museali e la cappella. Poco lontano si erge l’osservatorio di pietra a forma di torrione circolare.

Il Sacrario costituisce un archetipo di luogo della memoria italiana. Nel corso degli anni questa memoria è mutata così come l’uso politico della storia. Oggi, il complesso monumentale di Redipuglia, testimoniando il tributo di sangue versato dai fanti della Grande Guerra, glorifica tutti i sacrifici compiuti per l’Italia.

Il 2014 è l’anno che celebra il centenario dell’inizio del conflitto. Il sacrario è stato giustamente individuato dal Governo italiano quale monumento simbolo della Grande Guerra ed è diventato il cardine delle celebrazioni. Nel 2014 presso il sacrario si sono celebrati due eventi importantissimi. A luglio si è tenuto il suggestivo concerto diretto dal maestro Riccardo Muti e a settembre papa Francesco ha reso omaggio ai caduti del sacrario e del vicino cimitero austroungarico. Inoltre, nel 2015, nel piazzale antistante il sacrario, accanto all’edificio museale, è stata inaugurata la piazza delle Pietre d’Italia, una sorta di “tappeto lapideo” in rappresentanza degli oltre ottomila comuni italiani.

Nonostante le recenti manifestazioni questo monumento dall’enorme valore storico, culturale e turistico, versa ancora – e sempre più – in uno stato di profondo degrado.

Nel 2010 la Provincia di Gorizia, nell’ambito del progetto “Carso 2014+”, indice un concorso di progettazione che interessa una estesa porzione di territorio carsico teatro delle battaglie della Grande Guerra. L’ambito n. 3 è riservato alla sistemazione dell’area dell’osservatorio retrostante il sacrario. La proposta, secondo il progetto vincitore, prevede la piantumazione di una compatta macchia verde, il “Bosco dei Cipressi”, che dovrebbe restituire per assonanza l’immagine del Colle Sant’Elia, sul quale sorgeva in origine il vecchio cimitero militare di Redipuglia. Con questo intervento si realizzerebbe una suggestiva ed evocativa area di sosta e di riflessione. L’intervento avrebbe dovuto concludersi nel 2013. Nulla di tutto ciò è stato ancora eseguito.

Nel maggio 2014 la “Struttura di missione per gli avvenimenti di interesse nazionale” della Presidenza del Consiglio dei Ministri elabora il progetto di restauro conservativo del sacrario. Le analisi preliminari dello stato di conservazione effettuate sul monumento confermano una situazione gravissima a cui è necessario porre urgentemente rimedio. Di seguito riportiamo per sommi capi gli elementi di degrado individuati:

  • ristagni di pioggia diffusi sui gradoni;
  • percolazioni e infiltrazioni delle acque meteoriche dalle coperture dei gradoni alla parte sottostante (loculi contenenti le spoglie dei caduti);
  • sconnessione e avvallamento del piano di calpestio delle pavimentazioni di pietra e di cemento;
  • fessurazioni e distacchi dei rivestimenti lapidei, con estrusione di elementi lapidei;
  • cedimento del sottofondo e sconnessione di elementi lapidei delle scale di collegamento tra i gradoni;
  • mancanze e perdite di funzionalità delle stuccature nei punti di giuntura degli elementi lapidei;
  • presenza di vegetazione infestante;
  • formazione biologica sulla superficie di pietra e di cemento;
  • diffuse alterazioni cromatiche;
  • danneggiamenti e deformazioni superficiali delle lastre di bronzo causati da infiltrazioni e da dilatazioni termiche, con conseguenza perdita di efficienza delle connessioni tra gli elementi e degli ancoraggi alla parete di fondo.

Nella finanziaria del 2014 vengono previsti complessivamente 11 milioni di euro per i lavori di restauro conservativo della scalinata e per la riqualificazione dell’area museale e di accoglienza posta di fronte al sacrario. Un progetto ambizioso che, se compiuto, integrerebbe in un unico complesso storico-architettonico l’area cimiteriale e le nuove strutture ai piedi del colle Sant’Elia, risolvendo pure il problema della sicurezza stradale.

Il 26 febbraio 2016 viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori di restauro del sacrario, comprese le attività di Building Information Modeling. Gli interventi progettati prevedono azioni conservative sugli elementi di pietra, di bronzo e di cemento (disinfezione, pulitura, ripristino e sostituzione, stuccatura, lavaggio, protezione, integrazione, adeguamento del sistema di drenaggio e smaltimento acque meteoriche).

La gara si conclude nel settembre 2016 ma una serie di contenziosi arresta l’avvio del restauro del monumento, previsto entro il 2016. Attualmente si attende ancora la partenza del cantiere. Per un approfondimento sulla gara d’appalto, sulle imprese partecipanti, sui ricorsi, sulle sentenze e sull’aggiudicazione dell’appalto si rimanda alla documentazione pubblicata sul sito http://www.centenario1914-1918.it , sotto la gestione editoriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale.

Senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie, è doveroso esprimere il disappunto per i ritardi sull’inizio dei lavori di restauro e di riqualificazione del sacrario. Il restauro sarebbe dovuto terminare entro il 4 novembre 2017. Invece, fino ad ora, nessun intervento è stato ancora attuato ed è difficile sperare in una felice conclusione entro la fine del centenario. Anche se i fondi stanziati lasciano sperare in un imminente restauro del sacrario, l’assenza di fatti concreti alimenta ulteriormente il degrado di questo monumento.

Altre nazioni si sono mosse per tempo e hanno concretizzato vasti programmi di iniziative volte al recupero della memoria della Grande Guerra. Basti pensare ai progetti culturali elaborati in Francia, Regno Unito e Germania.

Anche se l’inizio dei lavori (limitati per ora al solo restauro del sacrario) dovesse essere imminente rimane comunque l’amarezza per il mancato raggiungimento di un proposito così impegnativo. Ora, giunti quasi al termine delle celebrazioni del centenario della Grande Guerra, si possono constatare i risultati di un iter burocratico disattento e lacunoso che non è riuscito a portare al recupero e alla riqualificazione dell’area sacra più significativa d’Italia, nei tempi e nei modi preventivati. E intanto, salvo qualche limitato intervento d’urgenza (ad esempio il dissesto della tomba del Duca d’Aosta), l’ossario e le aree di pertinenza della zona cimiteriale (Colle Sant’Elia e Casa della Terza Armata) permangono in uno stato di precarietà. Anche questo è degrado.

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