La scelta di dedicare un Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale da parte della Comunità di Pasian di Prato si inserisce in un programma che ha coinvolto, dopo la fine del conflitto, gran parte dei paesi del Friuli nella commemorazione dei soldati morti nel conflitto. L’edificazione del Monumento ai Caduti risale al 1926 e coinvolse nella progettazione ed esecuzione gli architetti e gli artisti locali più affermati del tempo accanto a semplici artigiani e capimastri. La progettazione architettonica fu affidata allo Studio Provino Valle di Udine (l’esecuzione alla Ditta di Elia D’Aronco, zio del ben più conosciuto architetto Raimondo), gli arredi come il complesso lampadario e probabilmente tutti i Ferri Battuti alla Ditta Alberto Calligaris di Udine, mentre la pala d’altare è opera firmata del pittore Tita Gori di Nimis.
L’uso di colonne, capitelli, trabeazioni, timpani e mascheroni, così come altri elementi del repertorio classico sono testimonianza del periodo “Neobarocco” di Provino Valle. Eppure non è solo la libertà compositiva con cui questi elementi vengono utilizzati a determinare l’eclettismo progettuale; qui, come in altri progetti, Valle non teme di contaminare l’omogeneità stilistica introducendo elementi formali del tutto estranei al “linguaggio classico” come l’inserimento “Manierista” dei “parallelepipedi” che sembrano quasi “serrare” le semicolonne all’edificio e costituiscono un’allusione allo “Stile Novecento” che in quegli anni si stava timidamente diffondendo in Italia
Il Monumento ai Caduti, situato in posizione elevata rispetto alla viabilità circostante, appartiene alla tipologia dei cosiddetti “Tempietti”, fabbricati a pianta circolare con muratura perimetrale o colonne sorreggenti una cupola, talvolta con muratura e colonne, quest’ultime addossate alla muratura oppure libere. Nell’edificio di Pasian di Prato l’architetto Valle ha adottato la tipologia (pianta circolare del diametro interno di 3,60 ml, h interna di circa 10,00 ml) con muratura portante in calcestruzzo e semicolonne addossate alla muratura che sorregge un cornicione/trabeazione aggettante; su questo è innestata la cupola in calcestruzzo a costoloni; la sezione della cupola è ad arco a tutto tondo, rastremata a campana verso l’esterno.
Esternamente l’apparato compositivo risulta assai complesso e, in parte, disomogeneo. Un alto zoccolo è formato dall’alternarsi di fasce, formate dal susseguirsi di rocchi di colonne, marcapiani e conci parallelepipedi. La parte mediana è scandita da semicolonne di Ordine “Tuscanico”, scanalate nella parte inferiore e terminanti con un capitello formato da un Pulvino che imita la forma di una corona di alloro nastrata e sorregge un semplice Abaco. Tutti gli apparati decorativi, ad eccezione di pannelli in marmo giallo, sono realizzati in Pietra Artificiale.
All’interno, dal centro della cupola pende una lampada votiva in ferro battuto; attribuita alla Bottega di Alberto Calligaris, uno dei più importanti artigiani del ferro battuto della prima metà del ‘900 in Friuli; sulla struttura sono fissati esternamente rami di alloro e di quercia a formare una corona entro cui sono inseriti, a ricordo della guerra, due pugnali ed altri reperti bellici.
Il Monumento ai Caduti si presenta in uno stato di conservazione discreto per la parte strutturale ma necessita di un intervento di restauro conservativo per le parti in pietra artificiale e per i ferri battuti.
Udine, ottobre 2022 arch. Renato Bosa
