Italia Nostra

Data: 28 Aprile 2020

Giornata Virtuale dei Beni in Pericolo: focus sulla Sardegna

La Giornata Virtuale dei Beni in Pericolo (GVBP 2020) dedica un focus ai beni culturali presenti sulle coste dalla Sardegna: torri di avvistamento, fortificazioni, stazioni semaforiche, fari, antichi insediamenti storici di alto valore paesaggistico e storico che costituiscono un’importante risorsa per l’Isola e che purtroppo si trovano spesso in condizione di grave degrado e abbandono. Si ricordi a tal proposito il crollo nel 2012 della Torre di Scau’e Sai nel litorale di San Vero Milis.

Italia Nostra ha dedicato sempre grande attenzione a questi beni, con una serie di iniziative e interventi presso le autorità locali, il demanio marittimo e il demanio regionale al fine di stimolare interventi di tutela, recupero e valorizzazione. Importante è stata la mobilitazione del 2011 di Associazioni, Comitati e Cittadini per impedire che la Stazione semaforica di Capo Sperone e altri promontori della costa occidentale della Sardegna venissero trasformati in siti militari per ospitare radar di profondità. In quell’occasione fu il TAR Sardegna, su ricorso presentato da Italia Nostra, a mettere una pietra tombale sul progetto.

Questi edifici appartengono alla storia e quindi alla collettività, anche perché ubicati in luoghi assolutamente unici e di incomparabile bellezza. Italia Nostra auspica che siano oggetto di interventi di recupero perché potrebbero essere volano di sviluppo per le comunità locali, per un turismo slow, sostenibile e di prossimità che risponda alla crisi generalizzata del turismo di massa internazionale dovuto all’emergenza sanitaria. Pertanto deve essere assicurata in ogni modo la loro messa in sicurezza, la tutela e la fruibilità pubblica.

 

TORRI E FORTIFICAZIONI

Le Torri costiere della Sardegna, per volontà della Corona di Spagna, vennero erette a partire dal 1570 circa in attuazione di un piano di difesa dalle scorrerie dei Saraceni. L’intero sistema difensivo era amministrato dalla Reale Amministrazione delle Torri, istituita nel 1581 da Filippo II di Spagna. Tale istituzione rimase in attività anche in periodo sabaudo per essere definitivamente soppressa soltanto nel 1842. Doveva provvedere alla progettazione e costruzione di nuove torri, alla manutenzione di quelle già esistenti, all’arruolamento dei soldati e al rifornimento di armi, munizioni e tutto l’occorrente per il funzionamento delle guarnigioni.

Le torri di avvistamento lungo le coste sarde sono sempre situate in posti spettacolari e dovrebbero diventare parte di un progetto generalizzato di affidamento alle comunità locali per finalità sociali e turistiche.

Italia Nostra ha maturato un’importante esperienza nel recupero e nella gestione delle Torri Costiere, dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso, quando è stata recuperata e resa alla pubblica fruizione la Torre Canai di Sant’Antioco. Dopo averla ottenuta in concessione, l’Associazione ha effettuato un intervento di restauro in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali di Cagliari e con il Ministero dell’Ambiente. Al suo interno è visitabile una mostra fotografica e cartografica sugli aspetti culturali e naturalistici dell’isola di Sant’Antioco. Il modello proposto dall’associazione può facilmente essere replicato in altre località. IN garantisce con i suoi volontari l’apertura del monumento tutta la stagione estiva, ad appuntamenti fissi, e che ha visto nel 2019 l’affluenza di più di 4.000 visitatori.

 

PROGETTO EUROPEO EIRENE

Il Progetto Europeo EIRENE, di cui Italia Nostra è capofila, promuove la candidatura delle fortificazioni genovesi nel Mediterraneo nella World Heritage List UNESCO. Il progetto ha classificato molti castelli e torri presenti sul territorio della Sardegna, localizzati in questa mappa che illustra la consistenza di tale patrimonio.

Inoltre, per altre quattro torri Italia Nostra si è spesa a più riprese per cercare di contrastare il degrado di queste strutture.

 

TORRE DI CALA DOMESTICA – Buggerru – CI – Fortificazioni

Di proprietà della Marina Militare e gestione dell’ufficio demanio della Regione Sardegna, risale al periodo sabaudo. I lavori ebbero inizio nel 1765 e furono conclusi intorno al 1780. Segnalata in Lista Rossa dalla Sezione di Sant’Antioco. Il Comune di Buggerru dovrebbe chiedere la concessione per poi presentare un progetto di recupero conservativo alla Regione Sarda, oppure ottenere un finanziamento del Parco Geominerario, visto che la torre e la spiaggia omonima ricadono nel territorio di sua competenza.

 

TORRE DI COLUMBARGIA – Tresnuraghes – OR – Fortificazioni

Torre cilindrica di 8 metri di diametro e altezza, del sistema difensivo costiero spagnolo. Fruizione difficoltosa e pericolosa a causa delle precarie condizioni della torre, segnalazione in Lista Rossa del 2016 della Sezione di Sinis Cabras. Sono necessari interventi di consolidamento senza i quali il bene rischia, inesorabilmente, di crollare.

 

TORRE DI ISCHIA RUJA – Tresnuraghes – OR – Fortificazioni

Torre cilindrica di 7 metri di diametro e altezza appartenente al sistema difensivo costiero e costruita tra il 1580 e il 1584, è oggi in abbandono. Segnalata dalla Sezione di Sinis Cabras nel 2016. Sono necessari interventi di consolidamento senza i quali il bene rischia, inesorabilmente, di crollare.

 

TORRE DI SEU – Cabras – OR – Fortificazioni

Edificata tra il XVI e il XVII secolo, su iniziativa della Corona di Spagna, si erge su una piccola falesia all’interno dell’oasi naturalistica di Seu. L’edificio ha forma troncoconica, alta 9,70m, l’ingresso introduce in un ambiente voltato a cupola in buono stato. La falesia su cui è costruita rischia di crollare ed è per questo che la Sezione di Sinis Cabras la segnala. Il Sindaco di Cabras sta lottando per contrastare i crolli della falesia, lungo una costa di altissimo valore naturalistico.

 

 

STAZIONI SEMAFORICHE E FARI

Con delibera della Giunta Regionale n. 52/36 del 23/12/2011, furono affidati alla Conservatoria delle Coste della Sardegna 15 tra fari, semafori e torri costiere, di proprietà regionale al fine di provvedere all’elaborazione di un programma dettagliato per il loro recupero e valorizzazione attraverso eventuali procedimenti pubblici per l’affidamento in concessione. Si trattava di beni per la maggioranza in grave stato di abbandono e facenti parte della storica rete di segnalamento nautico che ha consentito la navigazione prima dell’avvento dalla moderna tecnologia satellitare o da sistemi automatizzati. Le uniche due eccezioni al degrado sono il Faro e Torre di Torregrande di Oristano e la Stazione Segnali di Capo Sant’Elia di Cagliari.

A seguito del provvedimento, Italia Nostra, WWF, Legambiente, Grig e FAI siglarono una sorta di accordo con la Conservatoria per assicurare la fruizione pubblica dei beni in caso di affido a privati. Oltre ai siti affidati alla Conservatoria, gli unici altri casi di affido in Sardegna hanno riguardato in questi anni il Faro di Capo Spartivento, nel territorio del Comune di Domus de Maria, affidato in concessione ad un privato che vi ha realizzato un resort di lusso, e il Faro di Punta Sardegna, nel Comune di Palau, affidato al Costal and Marine Geology Group dell’Università di Cagliari. Nel primo caso purtroppo non si è garantita la fruizione pubblica del bene e Italia Nostra non ha mancato di eccepire alle modalità dell’operazione.

 

Nel 2017 la Regione Autonoma Sardegna e l’Agenzia del Demanio hanno avviato un accordo di collaborazione, di durata triennale, per predisporre le procedure ad evidenza pubblica per l’affidamento in concessione o in locazione dei 10 Fari e Stazioni semaforiche già affidati a suo tempo alla Conservatoria. L’accordo ricalca il modello del progetto nazionale Valore Paese – FARI ed è stato denominato Orizzonte Fari Sardegna. Davvero incomprensibile questa rocambolesca operazione, dopo anni di conflitti con lo Stato per rivendicare questi beni, ottenuti poi attraverso il “federalismo demaniale”, conseguente alla riforma del Titolo V della Costituzione in base alla legge costituzionale n. 3/2001, la Regione Sardegna, dopo pochi lustri, rinuncia alla gestione delle Stazioni Semaforiche, sottraendoli all’Agenzia per la Conservatoria delle Coste (sorta proprio per la gestione del patrimonio costiero) e li cede nuovamente la gestione allo Stato!

 

Per i beni sono stati individuati possibili scenari di riutilizzo, anche attraverso nuove destinazioni d’uso, che permetteranno, secondo gli intenti della Regione, di realizzare un sistema di ricettività dedicata al turismo sostenibile e allo sviluppo delle eccellenze locali. I singoli bandi delle strutture sono stati gestiti dalla società InvestinItaly. Le gare sono ormai chiuse e i verbali di ammissione sono stati già pubblicati online e per 4 stazioni l’ultimo provvedimento riguarda la nomina della Commissione per la verifica di convenienza economica delle migliori offerte. I bandi parlano di riqualifica “secondo un modello di valorizzazione turistico-culturale principalmente legato ai temi del turismo sostenibile, alla scoperta del territorio ed alla salvaguardia del paesaggio, anche attraverso la coesistenza dell’uso pubblico, inteso come servizio di pubblica utilità.”

 

È evidente che l’affido a privati appare essere ormai l’unica soluzione praticabile, viste le limitate risorse a disposizione della Regione e le gravi condizioni di incuria in cui versano i beni, spesso a rischio crollo. Italia Nostra quindi non può che approvare il progetto ma si augura che, quanto specificato nei bandi, trovi concreta applicazione nella realtà, che casi come quello del Faro di Capo Spartivento – che hanno di fatto trasformato il faro in una struttura esclusiva e inaccessibile al pubblico – non si ripetano e che si trovi un’armoniosa coesistenza tra esigenze privatistiche e uso pubblico. Ecco perché Italia Nostra ha voluto segnalare questi beni nella Giornata Virtuale dei Beni in Pericolo, affinché venga tutelata la fruibilità futura.

 

STAZIONE SEGNALI DI CAPO SPERONE – Sant’Antioco – CI – Archeologia industriale

Proprietà Regione Sardegna. Realizzato nel 1886 dall’imprenditore Giuseppe Mosca di Cagliari, l’edificio disposto su due piani ha disegno e materiali interessanti. Oltre agli alloggi, ci sono l’ufficio radio-trasmittente e la torretta di avvistamento, realizzata in parte in granito. Bene messo a gara nel Progetto Orizzonte Fari Sardegna.

 

STAZIONE DI VEDETTA DI MARGINETTO – La Maddalena – SS – Archeologia industriale

Proprietà Regione Sardegna. Domina un largo tratto di mare delle Bocche di Bonifacio, costituito da vari di caseggiati oggi abbandonati che, con ogni probabilità, facevano parte integrante del sistema di fortificazioni costituito verso la fine dell’800 per proteggere le navi della Regia Marina Italiana. Bene messo a gara nel Progetto Orizzonte Fari Sardegna.

 

STAZIONE SEMAFORICA DI CAPO FERRO – Arzachena – SS – Archeologia industriale

Proprietà Regione Sardegna. L’architettura è quella tipica delle stazioni semaforiche costruite in Sardegna durante gli ultimi anni dell’800 e i primi decenni del ‘900 con un grande ambiente di pianta semicircolare, dal quale è possibile osservare il panorama. In stato di abbandono, ma con ancora l’antenna. Bene messo a gara nel Progetto Orizzonte Fari Sardegna.

 

STAZIONE DI VEDETTA DI CAPO FIGARI – Golfo Aranci – SS – Archeologia industriale

Proprietà Regione Sardegna. La stazione gode della vista panoramica sul golfo di Olbia, edificata in periodo bellico, composta dagli alloggi e torretta di avvistamento di forma semi circolare. Fanno parte della stazione anche l’alloggio sottufficiali e quello per l’ufficiale. Attualmente la struttura si trova in pessimo stato di conservazione, sono infatti in corso degli interventi di messa in sicurezza. Bene messo a gara nel Progetto Orizzonte Fari Sardegna.

 

STAZIONE SEGNALI DI PUNTA FALCONE – Santa Teresa di Gallura – SS – Archeologia industriale

Parte del sistema di segnalazione marittima tardo ottocentesco, bellissimo esempio di architettura integrata con il territorio circostante. Costituita dagli alloggi e dalla stazione di vedetta sulla sommità di una serie di rocce granitiche, ha forma semicircolare con aperture disposte a raggiera, struttura di elevato valore paesaggistico. Bene messo a gara nel Progetto Orizzonte Fari Sardegna.

 

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