“Il Piemonte si pone all’avanguardia di una terapia shock per un comparto, come quello dell’edilizia, che dà occupazione a tantissime persone e segna il tasso di sviluppo di un territorio. La rivoluzione della semplificazione spazzerà via anni di immobilismo, dando una scossa al tessuto economico della Regione e facendo scuola in tutta Italia”. Con questo enunciato la Giunta del Piemonte vuol dare credito alla manovra che verrà presentata in Consiglio Regionale con DL “Riparti Piemonte”. E la ripartenza viene attribuita soprattutto all’edilizia, a fronte peraltro della grave situazione deficitaria nella struttura sanitaria territoriale e delle registrate omissioni di comunicazione tra Regione e il territorio. E’ certo una terapia shock quella proposta, nella direzione della massima semplificazione tramite la riduzione di oneri e adempimenti in materia di urbanistica, edilizia e di paesaggi, deregolando fin anche.. le norme antimafia (art.65). Ma quale rapporto costi benefici? Quali vantaggi per la collettività ora e per le generazioni a venire? Evidenti sono le ulteriori compromissioni del nostro territorio a fronte delle deroghe ai PRG che lasciano campo libero all’edificazione tramite varianti “parziali” (artt.46/47) che aprono all’abusivismo edilizio; omettono la congruenza alla Pianificazione sovraordinata e in primis al Piano Paesaggistico; per gli insediamenti d’interesse storico – artistico passano le competenze dalla Commissione Regionale alle Commissioni locali del paesaggio ( art. 51), dismettendo nel merito anche il ruolo della CTU (art.52). Quale è il senso che la Regione impegni a bilancio 50 milioni di euro a copertura totale o parziale degli oneri di urbanizzazione dovuta ai Comuni da cittadini e imprese per interventi edilizi (art.13 e segg.), quando gli stessi incentivi potrebbero essere indirizzati alla ristrutturazione dell’esistente, alla messa in sicurezza del nostro territorio e/o rivolto ad interventi di recupero e restauro rispettosi dei nostri beni e del nostro paesaggio? L’attuale pandemia non ha insegnato a proteggere e gestire al meglio i nostri luoghi di vita, le aree agricole, i parchi, i boschi, la acque? Non è fondamentale per il rilancio del settore turistico, fortemente in crisi, garantire la qualità dei territori – invece che “favorirli” con provvedimenti deregolanti che compromettono spazi liberi (art.34), e l’armonia dei borghi e città, in cui si permetterà di demolire e ricostruire senza rispetto alle volumetrie e sagome preesistenti (art. 48)?. Altresì molto grave permettere varianti in materia di cave e poi legittimarle ( art.63), introdurre modifiche per favorire interventi edilizi in aree di rispetto dei laghi(art.59). Non siamo già stati pesantemente penalizzati nel pregresso? Riuscire a bloccare finalmente il consumo di suolo, che pareva sensibilità comune anche se…disattesa, confligge con quanto qui proposto che favorisce nuove costruzioni ove attualmente non concedibile, sottraendole al controllo, incrementando gli indici di edificabilità per localizzazioni di attività produttive, terziarie, commerciali, (art.46). Ma abbiamo migliaia di capannoni vuoti o sottoutilizzati. Perché non indirizzare gli incentivi per il settore edile alla loro riconversione? E per quanto all’urgente bisogno di edilizia sociale perché non impegnare la manodopera per adeguare a fini abitativi i contenitori pubblici in disarmo o gli alloggi privati disabitati da anni? Se è vero che la legge proposta ha un termine di scadenza e le misure “urgenti e temporanee” saranno in vigore dalla data di pubblicazione sul B.U.R. al 31 gennaio 2022 è pur vero che quel che è impropriamente sanabile avrà corso, quanto avviato ….non lo si potrà più bloccare e comunque si andrà a creare un precedente difficilmente arrestabile. Se Il Consiglio Regionale Piemonte vuole veramente ”far scuola in tutt’Italia”, dovrebbe impegnarsi a produrre un modello virtuoso, economicamente premiante oggi e in prospettiva. Si può. E’ una questione di scelta di priorità e di intelligenza politica.
Torino, 8 maggio 2020
per il Consiglio Regionale Italia Nostra Piemonte, il presidente Adriana Elena My
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