Italia Nostra

Data: 22 Maggio 2020

Italia Nostra sulla passerella di piazzale Boschetti: doppia violenza contro l’acqua e le mura

“Sono in corso in queste settimane i lavori per la costruzione del ponte tra piazzale Boschetti (futuro parco Tito Livio) e i giardini dell’Arena, lavori mai sospesi, neanche nei giorni drammatici della crisi pandemica”, Renzo Fontana, presidente di Italia Nostra Padova esprime in un dettagliato comunicato la critica al progetto della passerella.

“A dispetto di tanta urgenza – si legge nel testo – dobbiamo tuttavia ribadire tutto il nostro sconcerto – già espresso in passato –  di fronte a quello che si configura come l’ennesimo, incredibile affronto alle mura e al contesto fluviale. Perché il Piovego, in questo tratto, è parte integrante del sistema difensivo e non un mero ostacolo naturale da superare. Un affronto, dobbiamo aggiungere, anche alla ragionevolezza, visto che a distanza di un centinaio di metri ci sono già ben due ponti perfettamente agibili. Si tratta di una struttura ingiustificabile da ogni punto di vista, che interferisce in modo traumatico, sia fisicamente sia percettivamente, con il continuum delle mura, qui dominate dal possente bastione dell’Arena, appena restaurato. Per non parlare dei costi.

L’idea strampalata del ponte/passerella nasce con il discusso concorso per l’auditorium in piazzale Boschetti, un progetto poi provvidenzialmente naufragato, lasciando però in eredità questo piccolo frutto avvelenato, del tutto estraneo alla filosofia sottesa all’intelligente e lungimirante Piano elaborato negli anni novanta dal prof. Roberto Gambino.  Ma l’idea del ponte, a dispetto della sua assurdità, o forse proprio per questo, aveva ormai sedotto pubblici amministratori e architetti, trovando infine traduzione nel progetto che ora si sta realizzando con alcune varianti.

Se da una parte è inevitabile che il restauro del sistema bastionato proceda per stralci, data l’estensione, la complessità e le ridotte disponibilità finanziarie, dall’altra sarebbe stato e sarebbe indispensabile che i singoli stralci rispondessero a un progetto unitario e a criteri omogenei e coerenti, evitando che le scelte si pieghino di volta in volta all’arbitrio di “invenzioni” più o meno estemporanee e a presunte esigenze “funzionali” dettate da logiche estranee e in conflitto con la natura del bene storico: esigenze funzionali che nel caso del nuovo ponte sono tra l’altro del tutto inesistenti, perché assolte da due altri manufatti preesistenti. Quale “Parco delle mura e delle acque” si ha in mente, se non si è in grado di disegnare una cornice di regole organiche e uniformi e di connesse incompatibilità.

Come si accennava, il ponte ora in costruzione differisce dal progetto originario, ma ciò non cambia i termini della questione, che sta tutta nella doppia, gratuita violenza contro l’acqua e le mura. Mura con le quali il ponte fa letteralmente a pugni, appoggiandosi all’accumulo terroso che occulta totalmente un tratto della cortina difensiva, accumulo destinato a non essere mai più rimosso, in barba ai restauri che si stanno proprio in questi giorni approntando in questo settore delle mura.

Dispiace – conclude il comunicato – che perfino nel progettare un parco in un contesto urbano così delicato (parte integrante del più vasto “Parco delle mura e delle acque”), l’ultima delle preoccupazioni sia stata quella riservata al patrimonio storico, sicché un’operazione benemerita si sta tramutando, almeno per questo aspetto, nel suo contrario.”

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