Italia Nostra ha inteso sottolineare la particolare condizione dell’Appia Antica nel momento in cui alcune Associazioni impegnate per la tutela dell’ambiente focalizzano l’attenzione sulla legge per le aree naturali protette. La battaglia per l’Appia è stata tra i primi impegni che Italia Nostra ha portato avanti e attraverso questo documento si ripercorrono le tappe principali della storia di questo pezzo di patrimonio italiano.
L’adozione del termine “comprensorio” invece che “parco” è qui fatta espressamente per sottoli-neare che l’istituzione in questo territorio del “Parco dell’Appia Antica”, un parco naturalistico, nonostante la presenza dell’antica strada nel nome, pur avendo segnato un momento importante, non sia stata di per sé sufficiente per assicurare una soddisfacente tutela e valorizzazione di questo territorio pregiatissimo, tali da corrispondere nei fatti alla definizione che il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio dà di un parco archeologico ed in ogni caso un esempio corrispondente al regime di protezione assicurato ad esempio dai parchi nazionali naturali. Ché anzi, proprio l’esempio dell’Appia dimostra come una tutela del solo elemento specificamente archeologico, pur di sommo pregio, risulti poco efficace nella tutela di aree (pur relativamente) vaste.
Ripercorriamo per cenni la storia, emblematica, della tutela di questo comprensorio.
Data al 1809, in pieno clima neoclassico, la prima proposta per la realizzazione quel “Museo all’aperto della Via Appia” che poi Canina ebbe modo di realizzare, tra il 1853 e il 1855, dal III a IX miglio della strada, integrando gli interventi di recupero e restauro dei monumenti in luce (ormai monumenti essi stessi di storia del restauro) con l’acquisizione al pubblico demanio di parte della fasce con i monumenti, delimitata da quelle private con macere e protetta da due cancelli tra Cecilia Metella e Frattocchie.
La strada per alcuni decenni fu mantenuta bene: dai documenti d’archivio e dai resoconti dei viaggiatori sappiamo che i monumenti erano tutti visibili e la strada richiamava migliaia di stranieri – ad esempio nel periodo da novembre a giugno del 1868 l’hanno percorsa una media di 60 carrozze al giorno – che lodavano tutti il lavoro di restauro eseguito e la cura costante… (continua a leggere la scheda)