Italia Nostra

Data: 10 Maggio 2010

Sabaudia: una riqualificazione sbagliata

Nel corso dell’estate scorsa, sono stati resi pubblici gli elaborati del progetto per la “Riqualificazione della Piazza del Comune di Sabaudia”; esaminando il progetto riteniamo sia maggiormente congruo parlare di “ristrutturazione” della principale piazza di Sabaudia.
Tali elaborati hanno suscitato tra la cittadinanza reazioni di vario tipo, per lo più negative, manifestatesi sotto le più svariate forme di espressione; qualcuno è intervenuto, per esprimere il proprio dissenso, direttamente sui pannelli messi in mostra, altri hanno preferito una forma più “civile”, promuovendo una raccolta di firme per richiedere l’annullamento del progetto.
In sostanza possiamo tranquillamente dire che tale progetto sia stato rifiutato dalla cittadinanza di Sabaudia (e non soltanto di Sabaudia). In considerazione di tali reazioni ritenevamo (evidentemente, illudendoci) che il progetto sarebbe stato accantonato; sia chiaro, “quel progetto”, poiché sulla necessità di una vera riqualificazione (sarebbe meglio parlare di “restauro”) della piazza non crediamo possano esistere dubbi. Sabaudia è nota in tutto il mondo come il più significativo esempio tra le “città nuove” dell’Agro Pontino, sorte con la bonifica integrale degli anni ’20 e ’30 del secolo scorso; unico esempio tra le città che fondono in sé urbanistica e architettura razionalista, mirabilmente integrate tra di loro, nel disegno e nella esecuzione, oltre che con lo splendido ambiente in cui si colloca.
Tali caratteristiche sono state per lo più mantenute, nel suo Centro Storico, fino ad oggi, sia pure con qualche eccezione; l’espansione del dopoguerra, anche se in misura meno drammatica rispetto a quanto accaduto in altri contesti urbani vicini, appare al confronto come una città del tutto “amorfa” e senza identità.
In particolare la Piazza del Comune (ex piazza della Rivoluzione) rappresenta il luogo centrale, il perno del sistema di piazze sul quale è basata la città, definisce e simbolizza il complesso cittadino, come luogo di riferimento del territorio e dei suoi abitanti.
Il nuovo progetto per la sua “riqualificazione”, di cui oggi si parla, anche se meno aggressivo di quello presentato la scorsa estate, non sembra rispecchiare il concetto di restauro da noi invocato; oltre tutto riteniamo di dover contestare quanto affermato nel parere (favorevole (!), anche se “a carattere preliminare”) espresso dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Lazio, laddove si dice che: “L’attuale qualità urbana della Piazza, …., è da attribuirsi esclusivamente alla quinte di edifici esistenti ed agli impianti architettonici degli stessi”. La Piazza, a nostro parere, appare come un contesto “concluso” nel suo insieme architettonico e non soltanto nel suo riferimento alle “quinte degli edifici esistenti”.
Il problema della contestualizzazione dei monumenti da salvaguardare con il loro intorno, ritorna ancora una volta (dopo la triste vicenda del punto di informazione realizzato proprio di fronte alla stazione di Angiolo Mazzoni a Latina Scalo); ancora non si riesce a comprendere che un monumento ha un senso non solo come elemento singolo, ma anche e soprattutto se visto nel contesto che lo circonda. Questo principio, apparentemente molto semplice, stenta ancora ad essere recepito in tutto il suo valore, anche dalla legislazione nazionale per quanto attiene la tutela dei beni culturali. Non vi è dubbio che in qualche caso sarebbe lecito, anche necessario, apportare qualche variazione alla struttura originaria, ma questo non ci sembra il caso della piazza del Comune di Sabaudia.
Per Sabaudia le piazze costituiscono, con i loro assi di riferimento, una sorta di filo conduttore, un susseguirsi di fatti architettonici tesi ad una unitaria composizione della città, una città omogenea, una città d’autore. Essa, dopo la guerra, ha subito molte slabbrature, come nel caso della piazza del mercato (piazza S. Barbara); per quanto riguarda la piazza del Comune è sicuramente necessario liberarla da tutte le superfetazioni che sono state introdotte negli ultimi anni; comunque non riteniamo abbia bisogno di alcuna modifica sostanziale, ma, lo ribadiamo, solo di un restauro.
Concludiamo questa breve nota con un appello alla sensibilità del Sindaco, Maurizio Lucci, affinchè la sua amministrazione non si renda responsabile di un intervento che nulla ha a che vedere con la tradizione architettonica che ha ispirato la fondazione di Sabaudia, la quale rimane, malgrado tutto quello che è accaduto negli anni del dopoguerra (e purtroppo continua ad accadere ancora oggi), il più notevole esempio tra le città di fondazione; si utilizzi proficuamente il finanziamento regionale per lavori di restauro della piazza, senza incidere sulla struttura della stessa. In tal modo l’Amministrazione Comunale si renderà artefice di un’opera meritoria, che resterà nella memoria dei cittadini di Sabaudia e, lo ribadiamo, non soltanto di essi, ma anche nella cultura architettonica nazionale ed europea.

Consiglio Regionale del Lazio di ITALIA NOSTRA
Sezione di Latina di ITALIA NOSTRA

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