La settimana scorsa la sez. di Tigullio di Italia Nostra ha scritto agli uffici competenti della Regione Liguria, all’Area Marina Protetta di Portofino, e all’Università di Genova in merito allo studio di fattibilità recentemente presentato per l’installazione di barriere marine sommerse ai margini dell’Area Marina Protetta (AMP), una al largo di Camogli, e l’altra sul versante Tigullio. Tali barriere, consistenti in piramidi di blocchi di cemento alternati a campane con fori, sono atte a favorire l’insediamento di organismi pionieri e successivamente di popolazioni ittiche. Il tutto allo scopo di aumentare le possibilità di pesca e dunque dirottare la pressione dei pescatori autorizzati all’interno dell’AMP in zone di mare limitrofe ma di minor pregio naturalistico. La creazione di nuovi popolamenti dovrebbe portare ad alleggerire il carico di prelievo nell’AMP.
La prima barriera proposta, a Camogli, occuperebbe 1 ha di fondale, con 4000 mc di materiale, a circa 25 m di profondità. Nonostante un fine in sé del tutto condivisibile, la nostra sezione esprime una netta contrarietà a tale progetto. Innanzitutto e soprattutto non si vede la necessità di artificializzare, per sempre, con materiali del tutto avulsi dal contesto naturale, due aree di fondo marino. Anche alla luce di precedenti esperienze di infelici sperimentazioni degli anni ’90, che non ci risulta siano state monitorate.
E’ vero che l’estensione dell’AMP è in sé troppo esigua per garantire i fini di tutela istituzionali, e soprattutto le aree A sono ridicolmente piccole, mentre nelle aree B molte attività consentite collidono con la tutela che un ambiente particolare di grande pregio naturalistico dovrebbe vedersi assicurata. Tuttavia, poichè la protezione garantita dall’Area Marina Protetta sta dando frutti per tutto l’ecosistema sommerso, appare più ragionevole e scientificamente valido lasciare l’evoluzione ambientale fare il suo corso. Non ci sembra il caso di artificializzare i fondali marini e aumentare, anche sott’acqua, gli interventi umani. Semmai sarebbe, da un punto di vista naturalistico, auspicabile estendere i confini dell’AMP e/o modificarne gli attuali regolamenti.
Anna Maria Castellano
presidente sezione Tigullio di Italia Nostra