Italia Nostra

Data: 10 Febbraio 2012

Tigullio: osservazioni sulla spiaggia di Cavi di Lavagna

Pubblichiamo la lettera sulla spiaggia di Cavi di Lavagna inviata al Sindaco del Comune di Lavagna, all’Assessore Regionale all’Urbanistica e all’Assessore Regionale all’Ambiente, al Presidente della Giunta Provinciale di Genova e a Assobalneari Tigullio

Gentili Signori,

scriviamo a seguito del collasso di alcuni stabilimenti balneari seguito alla mareggiata del 4/5 novembre scorsi. Non il primo di analoghi episodi negli anni più recenti. Sono decenni che le associazioni ambientaliste scriventi ripetono gli stessi concetti tendenti ad avere una gestione più eco-compatibile del litorale di Cavi. Gli stabilimenti balneari su palafitte, ne esistono ancora alcuni, non hanno MAI riportato danni, poiché non oppongono resistenza alla forza delle onde e permettono alla risacca di ritirarsi liberamente.

Gli altri stabilimenti, che si spingono verso la battigia anche di 20 m o più rispetto alle spiagge libere, sono costruiti su muraglioni in cemento (quello crollato è addirittura il muro antisbarco dell’ultima guerra) molto possenti, ma fragili di fronte ai colpi del mare e all’erosione. Le mareggiate battono su Cavi con la forza maggiore del golfo, sia da libeccio che da scirocco. Umanamente siamo costernati per i gestori ed imprenditori che si trovano in situazione critica. hiediamo, onde evitare altri futuri disastri, che nella futura pianificazione e ricostruzione si escludano costruzioni massicce e molto avanzate verso il mare, e si abbia una radicale svolta verso opere che non oppongono resistenza a forze mai dominabili, opere smontabili e flessibili, e anche meno costose.

Infine, poiché interessato dal crollo è anche lo spazio con presenza del rarissimo Giglio delle dune, presente solo a Lavagna in tutta la Riviera di Levante, e per il quale era iniziato un percorso di protezione tra il Comune e Italia Nostra, chiediamo che tale angolo di terreno venga opportunamente salvaguardato nei futuri lavori.

Le Associazioni:

Italia Nostra Tigullio  – Annamaria Castellano

Legambiente Tigullio – Massimo Maugeri

WWF Sezione Liguria – Marco Piombo

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Leggi la lettera precedente del 01.02.2012:

A seguito delle violente mareggiate del novembre scorso, come tutti sanno sono avvenuti dei crolli della cosiddetta “muraglia antisbarco” e delle installazioni balneari ad essa soprastanti nella zona della stazione FS di Cavi. Causa la situazione di pericolo che poteva estendersi alla ferrovia, furono decisi lavori di somma urgenza.

Sono almeno venti anni che, come associazione di tutela, ribadiamo il concetto che: a) muraglioni sempre più rigidi e sempre più avanzati sul fronte mare possono solo essere soggetti a ripetuti danni perché su di essi insiste la forza delle mareggiate più forti del Tigullio; b) che gli stabilimenti balneari su palafitte e la massicciata ferroviaria a sezione triangolare (come da Cavi Borgo al pennello della stazione) non hanno mai avuto danni, perché la forza delle onde si può scaricare e la risacca refluire liberamente; c) che i muraglioni sottraggono dai 20 ai 25 m di arenile, misurando l’estensione delle spiagge libere contigue. In vista dei lavori, i rappresentanti del Comune di Lavagna e l’ing. La Barbera, progettista, dichiararono: ”mai più muraglioni, d’ora in poi saranno autorizzate solo palafitte”, procurandoci una viva speranza di lavori finalmente più consoni al contesto ambientale. Sono stati quasi completati i lavori di messa in sicurezza della stazione FS, con il posizionamento di una barriera di palancole interrate per 5/6 m di lunghezza e tra loro connesse.

Adesso, proprio in aperta contraddizione con le dichiarazioni citate, si sta alacremente lavorando a opere di ricomposizione degli stabilimenti balneari dal pennello della stazione verso ovest, ad esclusione delle spiagge libere, per ora arrivate al pennello del Bagni Milano. Ebbene, queste opere consistono nell’interramento di una ulteriore barriera di palancole (in parte esterna a quella già fatta) completata verso l’esterno da un muro in cemento. Tale muro comprende all’interno i pezzi del muro crollato, inoltre sembra spingersi più avanti, verso il mare, di quello distrutto, con una platea larga circa 1m.

Auspicando che questi lavori siano dotati di tutte le autorizzazioni prescritte (ottenute evidentemente a tempo di record) e che siano a spese dei privati interessati (come dichiarato a suo tempo dal Sindaco di Lavagna), si nota che:

– la zona è soggetta a vincolo paesistico D.Les.42/04 nonché a vincolo per la “legge Galasso” ;

– come sopra detto, i muraglioni occuperanno l’arenile perpetuando invece di alleggerirla, la cementificazione della spiaggia;

– i beudi che da Cavi Borgo a Lavagna, scaricano l’acqua delle colline, alcuni dei quali usati come sottopasso, sono per la più parte occupati da attrezzature balneari, chiusi da paratie lato mare, con un piccolo pertugio in basso, inadeguato in caso di forti piogge, e in seguito a ciò, insabbiarti e colmi di acqua putrida.

Infine, la lettera del 9/IX/11 antecedente i lavori, firmata da Italia Nostra, Legambiente e WWF della Liguria, non ha avuto alcun segno di riscontro. In essa si chiedeva anche una opportuna vigilanza sulla sopravvivenza dell’unico popolamento del Levante ligure del Giglio delle dune, in parte coinvolto nel crollo. Del piccolo lotto di sabbia ora sopravvive per un caso fortunato circa 1/4, non essendo stato abbattuto dai lavori, ma sulle piante passano carriole, sono posati assi e attrezzi, ecc. D’altra parte non risulta che alcuno se ne sia preoccupato.

Lavagna, 1 febbraio 2012
per Italia Nostra sez. Tigullio Annamaria Castellano

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