I dati della ARPAM sugli sforamenti dell’inquinamento da polveri sottili oltre i limiti di legge verificatisi nel mese di gennaio in Ancona (la quinta città più inquinata d’Italia 2010), ci dicono che essi sono già stati in numero di 16 a Torrette, di 13 in via Bocconi, di 6 al Porto.
Tali dati dovrebbero allarmare gli amministratori pubblici poiché gli sforamenti ammessi sono 35 in un anno ed Ancona ne ha già consumati la metà in un mese. Dopo di ché, novità di quest’anno, bisognerà iniziare pagare con i soldi dei cittadini le gravose multe previste dalla Comunità Europea.
Mentre Jesi, Senigallia, Fabriano, per limitarci alla nostra provincia, stanno attivando provvedimenti strutturali contro il traffico quali le Zone a Traffico Limitato nei centri storici, in Ancona si perde tempo parlando di nuovi parcheggi in centro che addirittura abbellirebbero piazza Cavour .
In alcuni interventi di rappresentanti di categoria e di politici, ci si attarda in una visione della viabilità “autocentrica” da anni ’60 e nel contempo si accusa di “posizione preconcetta” chi sostiene un diverso moderno progetto di mobilità urbana sostenibile, adottato ormai da numerosi comuni, che vuole evitare i veri “buchi neri” nei polmoni dei cittadini, con l’obiettivo invece di avere “più persone e meno auto in centro”.
E’ nostra previsione che misure contingenti come quelle contenute nell’ordinanza del Comune di Ancona sul traffico, di questi giorni, saranno di aiuto ma non risolveranno il problema delle polveri sottili.
Persistendo l’attuale incapacità ad affrontare il problema del traffico con serietà ed efficacia, in una visione più complessiva, si avvicinerà sempre più l’ora della class action e del ricorso alla Corte dei Conti.