Italia Nostra

Data: 29 Novembre 2013

Cittadella di Ancona: più cemento, meno bellezza

Il Comune di Ancona, tramite il neo assessore all’Urbanistica Pierpaolo Sediari, ha confermato che non procederà all’attuazione delle previsioni del Piano Regolatore vigente, che, si ricorda, prevedono l’abbattimento senza ricostruzione dell’ edilizia fatiscente (definizione della stessa amministrazione comunale) esistente nelle immediate adiacenze delle mura della Cittadella. In tale modo si nega, anche per il futuro, la possibilità di creare nuovi spazi inedificabili a servizio del quartiere, liberando al contempo la rocca del Sangallo da strutture che ne precludono un pieno godimento e quindi anche un’adeguata valorizzazione culturale e turistica, come opportunamente previsto a suo tempo dai progettisti di livello internazionale del PRG di Ancona Campos Venuti, Romeo Ballardini e Federico Oliva.

La Giunta Comunale, infatti, in contrasto con le previsioni urbanistiche vigenti, sceglie di ristrutturare quegli edifici fatiscenti preferendo il cemento alla bellezza e all’uso pubblico, e per far ciò deve far approvare una variante al PRG dal Consiglio Comunale. L’intervento di ristrutturazione dovrà adeguare gli edifici sotto l’aspetto sismico, igienico sanitario, energetico, della accessibilità, etc, con la possibilità – prevista dal piano casa fino a tutto il 2014 – di realizzare ampliamenti fino al 30% delle cubature esistenti, a prescindere da ogni rassicurazione del momento.

In tale maniera cospicue quantità di denaro pubblico a disposizione dell’ERAP verranno utilizzate su edifici fatiscenti ma ancora abitati (con tutti i disagi conseguenti per i residenti) invece di utilizzarle su altri edifici comunali vuoti e potenzialmente recuperabili per la residenzialità. L’occasione che il Comune sta perdendo è quella di iniziare a recuperare il patrimonio comunale cittadino non utilizzato e di provvedere, contemporaneamente, alla valorizzazione del patrimonio monumentale della città, così come previsto dalle norme urbanistiche. In definitiva ci chiediamo perché il Comune sceglie di confermare il cemento esistente contro le previsioni del PRG vigente e rinuncia per sempre alla piena tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale e paesaggistico già previste fin dagli anni ’50, contribuendo così anche ad incrementare l’offerta culturale e turistica proprio nell’attuale momento di crisi economica?

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