Italia Nostra

Data: 17 Maggio 2017

Grande interesse per le fonti storiche maceratesi per la Prima Giornata Nazionale dei Beni Comuni

Alla passeggiata organizzata da Italia Nostra registrate oltre settanta presenze

Sabato scorso, 13 maggio 2017, si è svolto a Macerata “Fonti di Benessere, una passeggiata alla riscoperta delle antiche fonti maceratesi”, un piccolo evento organizzato nell’ambito della Prima Giornata Nazionale dei Beni Comuni di Italia Nostra dalla sezione locale.

Nonostante i pochi mezzi a disposizione e la sua diffusione tramite il passa parola, l’evento è riuscito a coinvolgere oltre settanta persone che si son ritrovate a condividere un cammino fatto di natura, scorci panoramici mozzafiato e racconti di vita comune, a testimonianza del grande interesse rivestito dal tema tra i cittadini, maceratesi e non.

La passeggiata è partita dal Pozzo del Mercato concludendosi a Fonte Maggiore, dopo aver visitato, passando per viale Leopardi e l’antica strada mattonata, Fonte Agliana e Fonte Ciambrione. Le voci di Andrea Antinori, Fabio Taffetani e Luigi Ricci si sono succedute tra loro nell’illustrare i vari aspetti che man mano si incontravano lungo il cammino. Il vivere insieme, l’equilibrio idrogeologico su cui è stato edificato il centro storico, la presenza e la forma della natura, l’agricoltura, gli elementi rappresentativi ed iconici: questi e altri i colori che son stati rilevati con grande sagacia e passione dai tre esperti, in un racconto che ha portato alla luce la complessità e la ricchezza del paesaggio che si stava attraversando, un quadro che si è mostrato non solo bello da osservare e conservare con cura, ma anche, e soprattutto, necessario, rilevandosi quale risposta fisica alle diverse necessità che si son presentate nel tempo alla collettività che lo ha abitato e che lo abita tuttora.

Probabilmente, in questa caratteristica di rispondere contemporaneamente a necessità di nature differenti risiede la base dell’interesse presente in tante persone verso il paesaggio, e la soddisfacente riuscita di questa piccola manifestazione ne è una testimonianza. La soddisfazione è stata ancora maggiore anche per la partecipazione alla passeggiata di altre associazioni come il “C.A.I.”, l’associazione Micologica Naturalistica “Monti Sibillini”, le due associazioni maceratesi di nordic walking, “Macerata” e “Green”, i “Giovani Architetti Maceratesi” e “Ciclostile”, che hanno mostrato il loro interesse a collaborare, in forme da definire, alla stesura di un progetto condiviso sul recupero delle fonti antiche, uniti dall’intento comune di costruire per la città una modalità ulteriore di fruizione degli spazi urbani, fruizione oggi sempre più monopolizzata e mortificata dalla mobilità veicolare.

Il primo passo per la riqualificazione della rete delle antiche fonti è stato compiuto. Per i prossimi sarà necessario il coinvolgimento dell’amministrazione comunale, per il suo ruolo imprescindibile di coordinamento e di verifica delle proposte. Per adesso abbiamo ricevuto cordiali risposte di disponibilità, speriamo in futuro di poter costruire una concordia di intenti e di vedute. Inoltre, anche se scontato, appare indispensabile ribadire l’auspicio della partecipazione più ampia possibile da parte di associazioni e persone interessate: il gruppo di lavoro è completamente aperto ed i soggetti sinora coinvolti son stati contattati solo sulla base di una conoscenza più o meno diretta.

Una breve nota a margine: l’esperienza vissuta durante la passeggiata è stata caratterizzata dai forti contrasti: bellissime viste osservate da luoghi degradati, elementi storici antichi in evidente stato di abbandono di fianco ad altri recuperati e fruibili, odori e suoni naturali a tratti coperti dall’inquinamento atmosferico ed acustico provenienti dal traffico veicolare. Il contrasto più complicato e più delicato da raccontare (e da affrontare) è stato quello tra la spensieratezza ed il benessere di un gruppo di persone che passeggiava tra la natura e la solitudine di una signora senzatetto incontrata nei pressi del pozzo del mercato. Una specie di pudore reciproco ha fatto si che il dialogo si riducesse ad un timido e silenzioso scambio di sguardi. Abbiamo saputo che i servizi sociali cittadini sono già a conoscenza della situazione e speriamo che si trovino le soluzioni migliori possibili: non ci può essere una riqualificazione dei luoghi della nostra memoria senza, innanzitutto, aver affrontato e risolto problemi di marginalizzazione sociale come questo che abbiamo rilevato.

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