Italia Nostra

Data: 30 Maggio 2018

Il Convento di San Giorgio di Rosara: contestazioni sul valore. Cosa fare?

La nota della Sezione dedicata alla condizione di degrado del Convento di San Giorgio di Rosara ha dato luogo ad una serie di contestazioni, in particolare per l’affermazione della presunta convenienza dell’ offerta di acquisto dell’immobile fatta dal Comune di Ascoli Piceno.

Infatti alcuni proprietari del monumento hanno respinto la correttezza di questa affermazione, non riconoscendo un minimo di congruità tra l’importo di Euro 200.000 offerto dal Comune e quello di due milioni di Euro, valore evidenziato dalla loro perizia di parte.

In merito all’affermazione della Sezione va peraltro precisato che l’accenno alla convenienza dell’offerta del comune non intendeva minimamente riferirsi all’interesse delle parti, e cioè del Comune di Ascoli e dei proprietari, quanto a quello fondamentale del complesso monumentale assicurato dall’intenzione del Comune di “procedere alla realizzazione di una ipotesi di restauro del complesso monumentale”.

Evidentemente la differenza stratosferica di valutazione ha purtroppo interrotto una qualsiasi possibilità di transazione.

L’interruzione della trattativa ha determinato, purtroppo, la sostanziale impossibilità di tentare il recupero del bene , impossibilità resa definitiva dalla mancato completamento della pratica per la dichiarazione di interesse culturale del bene da parte della Soprintendenza.

Nel frattempo, pur a fronte della valutazione eccezionale del bene da parte della perizia esibita dai proprietari del bene, sembra che nessun acquirente sia apparso all’orizzonte per fare un probabile conveniente affare. D’altronde gli stessi proprietari, pur avendo in dotazione un bene di così elevato valore, a quanto sembra non abbiano effettuato alcun intervento per evitare il progressivo degrado del monumento, che   corre il rischio di un definitivo collasso, privando, così, il territorio di una preziosa testimonianza di civiltà.

A nostro parere questa calamità va evitata assolutamente.

E’ augurabile che per evitare questa drammatica eventualità la Soprintendenza riattivi la procedura per la dichiarazione di interesse culturale del bene in modo che si creino le condizioni per l’applicazione di quanto previsto dal comma 5) dell’art 1 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio con tutte le conseguenze che per questa nuova situazione si verrebbero a determinare, comprese quelle derivanti da quanto previsto dall’ art 42 Cost, che subordina la “stessa possibilità di esistenza giuridica del diritto di proprietà alla sua funzione sociale e all’accessibilità a tutti” e dall’art 41 Cost. che prevede che “ l’iniziativa economica privata è libera” ma non può essere in contrasto con “l’utilità sociale, la sicurezza, la libertà e la dignità umana”. (Si veda il testo di Paolo Maddalena: Il Territorio Bene Comune degli Italiani).

Nell’augurarci che l’Amministrazione Comunale di Ascoli Piceno e la Soprintendenza di Ancona, ciascuna   per quanto di competenza, si attivino per porre in essere tutto quanto possibile per evitare che del convento di San Giorgio di Rosara si perda anche la memoria, la Sezione ringrazia sentitamente e porge distinti saluti.

 

La Sezione “William Scalabroni” di Ascoli Piceno

Il Presidente – Prof. Gaetano Rinaldi

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