Una fortunata opportunità ha consentito, domenica 19 giugno, ad un gruppo di soci di Italia Nostra di scoprire un angolo della Montagna dei Fiori di struggente bellezza, di ammirare dei paesaggi incantevoli, di scoprire, con la guida di William Scalabroni, Presidente Onorario della Sezione di Italia Nostra e che nel lontano ottobre 1943 era uno dei tanti giovani di Ascoli che dopo l’armistizio si erano rifugiati sulla montagna ascolana per sfuggire all’aggressione dei nazi-fascisti, luoghi la cui memoria storica va assolutamente salvaguardata.
E’ stato possibile così conoscere dalla viva voce di un protagonista delle tragiche vicende cosa accadde nella triste giornata del 3 ottobre. Un gruppo di giovani partigiani si trovava ai piedi del Monte Giammatura, nei pressi della Caciara, ora ricostruita. Sul monte era calato fortunatamente uno spesso nebbione che rendeva quasi nulla la visibilità. Arrivò nei pressi della caciara un gruppo di soldati inglesi, 10 o 12, fuggiti dal campo di internamento Comunanza.
Avvertirono i giovani ascolani che stava arrivando una nutrita pattuglia di nazi fascisti. Chiesero venisse loro indicata la direzione verso sud per sfuggire all’accerchiamento dei nazi fascisti. E in quella direzione si avviarono prontamente appena fu loro indicata, invitando i giovani ad allontanarsi immediatamente per evitare di essere sopraffatti.
Cosa che i giovani fortunatamente fecero. Il nebbione consentì loro di sfuggire all’accerchiamento dei nazi fascisti che stavano giungendo anche da sud dal crinale della montagna. L’altra pattuglia dei nazi fascisti proveniva invece da nord, probabilmente da Folignano. Questa pattuglia incontrò la resistenza di tre partigiani appostati su un piccolo rilievo della località “vene rosse” in un bosco lussureggiante. I tre giovani per bloccare l’avanzata del nazi fascisti si sacrificarono e soccombettero di fronte alla preponderante potenza di fuoco della pattuglia dei tedeschi. Il loro sacrificio salvò dall’accerchiamento gli altri giovani che si trovavano nei pressi della caciara e consentì loro di allontanarsi prima che fosse troppo tardi. Ora tre piccole croci di ferro ricordano il sacrificio dei tre giovani eroi: Narciso Galiè, Serafino Cellini e Alessandro Panichi.
Nel frattempo l’altra pattuglia, giunta presso la caciara, la imbottì di tritolo e la distrusse. La locale sede Ampi ha ricostruito la caciara a eterna memoria di un vicenda storica che non va assolutamente dimenticata. Così come va custodita la memoria e l’integrità del sentiero che dalla caciara conduce alle vene rosse, luogo del martirio dove tre piccole modeste croci ricordano il martirio degli eroi.
A nostro parere la caciara, il sentiero, il luogo del sacrificio dei tre giovani eroi, presentano tutte le caratteristiche per essere compresi tra i beni culturali meritevoli di tutela. Gli stessi, infatti, presentano l’ interesse storico particolarmente impostante di cui alla lettera a) del comma 3) dell’art 10 del Codice dei Beni Culturali. D’altra parte il sito merita un’attenta e rigorosa tutela anche quale prezioso bene paesaggistico, da comprendersi sicuramente tra gli immobili ed aree di notevole interesse pubblico di cui all’art 136 del richiamato codice dei beni culturali, dovendo ritenersi sicuramente presenti negli stessi gli elementi richiamati dalla lettera d) del ridetto articolo e cioè le “bellezze panoramiche considerate come quadri e così pure di punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di queste bellezze”.
Alcune foto allegate confermano sicuramente quanto da noi segnalato e giustificano pertanto la nostra richiesta dell’Adozione dei provvedimenti che ne consentano la tutela prevista dal Codice dei beni Culturali.
Certi di un riscontro positivo alla nostra richiesta che renda definitiva la tutela di un sito che già ora viene indicato come “Sentiero della Memoria”, ringraziamo e porgiamo distinti saluti.
Il Presidente della Sezione Ascoli Piceno di Italia Nostra – Prof. Gaetano Rinaldi