Si esprime una forte preoccupazione per la scarsa “competenza” nel legiferare che sarebbe attribuita dallo Stato Italiano alla Regione Marche. Si afferma ciò in relazione all’impugnativa di fronte alla Corte Costituzionale che ha deciso il Consiglio dei Ministri il 25 maggio u.s. nei confronti della legge regionale sulla Valutazione di Impatto Ambientale, n. 3 del 26 marzo 2012.
Secondo il Consiglio dei Ministri il Consiglio della Regione Marche ha violato:
- la legge comunitaria (direttiva 2011/92 UE) e quindi l’art.117, comma 1 della Costituzione,
- il decreto legislativo n.152/2006 e quindi l’art.117, comma 2 della Costituzione,
- l’art.146 del Codice per i Beni Culturali ed il Paesaggio (d.legs 42/2004), lì dove annulla il parere vincolante delle Soprintendenze regionali, in merito alle autorizzazioni.
Questo ultimo dispositivo serviva ad annullare i pareri negativi su nuove ed inutili cementificazioni ed oltraggi al paesaggio da parte delle Soprintendenze.
Se le eccezioni di incostituzionalità saranno accolte dalla suprema Corte, veramente si potrà affermare senza tema di smentita che la tutela dei nostri beni culturali e paesaggistici è nelle mani di cattivi legislatori. Per la verità la Associazione sottoscrivente ne ha avuto già il dubbio in numerose cattive scelte regionali (rigassificatore, piano casa, nuova legge sui parchi, normative antismog etc) che le dispendiose campagne pubblicitarie certamente non riescono a tacitare. Le osservazioni del Consiglio dei Ministri sembrano, almeno per noi, fondate e quindi attendiamo con interesse le decisioni della Corte Costituzionale.