Il dibattito sulla variante al Piano Regolatore per cambiare le regole del recupero e della riqualificazione del Mercato delle Erbe, è stato molto vivace in Consiglio Comunale. L’Amministrazione Comunale ha voluto modificare il PRG per consentire un aumento, quasi un raddoppio della superfìcie del secondo piano, con la conseguente necessità di intervenire anche sul terreno sottostante il mercato che contiene anche reperti archeologici.
E’ indubbio che la città ha numerosi “contenitori” da recuperare ad un uso pubblico e privato e che quindi sia possibile pensare anche ad una cambio di funzioni, purché compatibili con le strutture esistenti, col valore culturale della struttura, la viabilità e le motivazioni di opportunità commerciale. La Soprintendenza, per quel che si è appreso, ha fornito un primo parere favorevole purché l’intervento sia di “restauro“, pur in presenza di cambi di funzione. Ricordiamo che con la voce restauro, secondo l’art. 29 del Codice dei Beni Culturali, si intende “l’intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all’integrità materiale ed al recupero del bene medesimo, alla protezione ed alla trasmissione dei suoi valori culturali“.
Poiché le notizie apparse sui giornali sembrano indicare un progetto di modifica dell’integrità materiale con l’aumento delle superfici, la sezione di Ancona di Italia Nostra ha rivolto un appello alla Soprintendenza delle Marche ed al Ministro Bonisoli affinché, nel prosieguo delle procedure ed alla presentazione del progetto conseguente, verifichi se effettivamente si tratterà di un progetto di restauro od altro. In questo secondo caso spetterà alla Soprintendenza bloccare ogni intervento che non sia finalizzato alla integrità materiale della struttura.
Uno scenario possibile di potenziamento dell’offerta commerciale del mercato alimentare, coerente con le attuali funzioni svolte, dovrebbe prevedere il coinvolgimento delle Associazioni di Categoria nella gestione diretta del mercato delle Erbe avente come obiettivo:
- la specializzazione merceologica, specie con la vendita di prodotti locali con la presenza non solo di rivenditori ma anche di produttori (allevatori, pescatori, etc);
- attività di somministrazione;
- miglioramento dell’immagine del mercato alimentare e della sua attrattività (ad esempio, una maggiore attenzione ai colorii e alla sua vivacità;
- miglioramento dei servizi connessi alle attività che si svolgono al suo interno (raccolta rifiuti, servizi igienici…);
- modifica, diversificazione e ampliamento degli orari di apertura mediante protocollo d’intesa con gli operatori.