Italia Nostra

Data: 8 Settembre 2012

Le barriere fonoassorbenti sull’autostrada A14

La realizzazione della terza corsia sull’A14  Bologna – Bari – Taranto relativamente al tratto Rimini nord – Sant’Elpidio è stata accompagnata dall’installazione, abbastanza generosa invero, di barriere fonoassorbenti, che se rappresentano un’indubbia e quindi doverosa protezione dall’inquinamento acustico, pongono altresì evidenti problemi di tutela del paesaggio. Di conseguenza i modi e le forme della loro installazione avrebbero dovuto richiedere una valutazione di impatto ambientale o ancor meglio uno studio paesaggistico sulle soluzioni da adottare per ridurre l’impatto e i danni visivi, cosa che è stata fatta in modo molto superficiale vista la difformità e spesso l’inadeguatezza delle soluzioni adottate.

Questi manufatti sono veri e propri muri alti fino a 4 m. e oltre e lunghi in alcuni tratti diverse centinaia di metri, tali da rappresentare barriere che soffocano la vista del paesaggio sia dall’interno, che dall’esterno: se si considera poi che il tracciato dell’autostrada nella nostra regione passa quasi sempre a poca distanza dalla costa e corre sul fianco delle prime pendici collinari si può immaginare quanto pesante possa essere l’effetto.

Lungo il tracciato a sud di Ancona si è cercato almeno di mitigare l’impatto negativo attraverso l’adozione di colorazioni (ad esempio verde chiaro o senape) che richiamano in qualche misura quelle del paesaggio e che comunque con le loro tonalità più tenui ne rendono più gradevole la vista. Inoltre, trattandosi di superfici verniciate, riflettono la luce e tendono ad attenuare l’impatto visivo. Nel tratto a nord di Senigallia invece sono stati adottati pannelli color ruggine dalla superficie opaca, che accentuano il contrasto con i colori naturali della campagna circostante e aumentano l’effetto barriera,  rendendo ancor più impattante la loro presenza.

Interpellata al riguardo, la Società Autostrade per l’Italia ci ha dato questa spiegazione: “in data 1° ottobre 2010 la regione Marche ha trasmesso a questa Società il parere della Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche (condividendone chiaramente il contenuto), il quale ha prescritto l’utilizzo dell’acciaio COR-TEN per meglio integrare l’infrastruttura al territorio”. Resta incomprensibile in che modo la soluzione adottata possa rappresentare una migliore “integrazione al territorio” e sarebbe veramente un danno paesaggistico se venisse estesa anche ad altri tratti della stessa autostrada. Chiediamo perciò innanzitutto che venga riconosciuta la serietà del problema e che venga affrontato nelle sedi opportune concordando le soluzioni più idonee a salvaguardare quanto più possibile la bellezza del paesaggio (spesso di grande rilevanza) attraversato dalle arterie autostradali.

La soluzione ottimale per ridurre l’impatto sarebbe quella di utilizzare di pannelli trasparenti in plexiglas, almeno per i tratti di maggior valore paesaggistico. Ma anche l’adozione di pannelli verniciati a tinte pastello sulla tonalità del verde, come quelli installati nel tratto Ancona sud, potrebbero attenuare di molto gli effetti negativi di queste installazioni.

I presidente delle sezioni di Pesaro e Senigallia

Federica Tesini – Virginio Villani

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