Italia Nostra

Data: 30 Dicembre 2010

L’eremo di Valleremita e lo “spirito dei luoghi”

L’eremo di Val di Sasso, detto comunemente di Valleremita, si trova vicino Fabriano in una piccola valle isolata. Tutta l’area, in virtù dei pregevoli valori ambientali e paesaggistici che contiene, è stata dichiarata da anni aula verde con particolari vincoli e privilegi, resi necessari dalla sua funzione didattica. L’eremo che sorge al suo interno risale al sec. XI  ma è nel Quattrocento che assunse la forma attuale, grazie ai frati Minori Osservanti, che lo restaurarono, lo ampliarono e vi dimorarono fino al tardo Ottocento. Del complesso originario si conserva integralmente solo la chiesa, mentre il complesso monastico è stato recuperato in parte, con restauri che ne hanno conservato i materiali, i volumi e le linee architettoniche originarie, consentendogli di inserirsi armonicamente nel verde che lo circonda.

Recentemente è stato presentato un progetto, finanziato dalla Regione Marche, che intende ampliare la struttura esistente  affiancandogli una nuova costruzione di corrispondente cubatura e di architettura completamente difforme e altrettanta volumetria in seminterrato, (applicazione del nuovo piano casa?) alterando così radicalmente il contesto ambientale e l’originaria architettura monastica, in altre parole distruggendone l’identità.

Secondo le parole del presidente regionale Spacca il progetto sarà “realizzato nel massimo rispetto dell’identità storico religiosa dell’Eremo, della sua integrità storica e artistica, della tradizione monastica e dell’impatto ambientale”  e ancora “non c’è solo l’intenzione di valorizzare un bene, ma un significato più profondo, culturale e spirituale”, come se un bene monumentale si potesse valorizzare addossandogli un’altra costruzione! E’ difficile dare un senso coerente a queste parole che sembrano destinate più a suggestionare la fantasia e a rassicurare i dubbiosi che a rappresentare la verità. Infatti qualcuno dovrebbe spiegare come è possibile cogliere il suo “significato più profondo, culturale e spirituale, che discende dalla stessa vocazione appenninica”, con l’intendimento di valorizzarne “la attrattività e le potenzialità culturali e turistiche” che inevitabilmente ne altereranno proprio quel significato culturale e spirituale che si vuole promuovere: basti pensare che oggi ne è vietato l’accesso con le auto.

Tutti sanno che se si vuole valorizzare i luoghi, l’unico modo è quello di conservare la loro identità. Se si vuole favorire ricettività e afflusso di persone, lo si può fare con architetture compatibili, non impattanti, armonicamente inserite nel paesaggio e soprattutto a distanza da quei monumenti storici che di questi stessi luoghi sono il principale elemento identitario.

Di conseguenza Italia Nostra ritiene che il progetto proposto per l’eremo di Val di Sasso sia fortemente lesivo della sua architettura storica e del paesaggio che la circonda, chiede che venga fermato e sostituito eventualmente da una proposta alternativa in grado di salvaguardarne, con una frase cara all’UNESCO, lo spirito dei luoghi.

La Sezione di Ancona

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