Italia Nostra

Data: 17 Giugno 2019

L’inquinamento provocato in Ancona dall’attuale traffico crocieristico

Transport & Environment ha studiato e stimato l’inquinamento prodotto in molti porti europei dal traffico navale, in particolare quello crocieristico. I tecnici di T&E si sono serviti del sistema di identificazione e tracciamento delle navi attraverso satellite. Sono quindi stati in grado di stimare le emissioni delle imbarcazioni per ogni punto attraversato sulla mappa, compresi gli stazionamenti in porto.

L’inquinamento delle città di porto deriva in gran parte dallo stazionamento delle navi da crociera ormeggiate ai moli. Queste città galleggianti devono tenere i motori accesi per funzionare e garantire i servizi di bordo ai passeggeri. In questo modo però vengono liberati nell’aria fumi altamente tossici che compromettono la qualità dell’aria, l’ambiente e la salute dei cittadini. L’analisi presuppone infatti che le navi rispettino sempre gli standard SOx e NOx vigenti, mentre è dimostrato che questo non sempre accade e che alcune imbarcazioni – comprese le navi da crociera – vengano scoperte violare i limiti.

Sono pervenuti da Transport & Environment i dati inerenti le sei navi da crociera che hanno toccato nel 2017 il porto di Ancona che sono state ferme in banchina per 278 ore ed avrebbero prodotto 877 kg di anidride solforosa (SOx), 348 kg di Materiale particolato (PM), 18.255 kg di NOx (biossido di azoto i cui valori sono risultati superiori ai limiti in via XXIX settembre)

Di fronte a queste cifre di inquinamento stimato, la Sezione Italia Nostra di Ancona, nei giorni scorsi, ha presentato un esposto alla procura penale per appurare le responsabilità del danneggiamento dell’Arco di Traiano, chiedendo di verificare l’esistenza di una causa o concausa del degrado nell’inquinamento atmosferico dovuto anche al traffico navale.

Nel caso di realizzazione del nuovo porto crocieristico con le grandi navi presenti per ulteriori 130 attracchi l’anno, l’inquinamento prodotto dovrebbe essere moltiplicato per almeno 6 volte. A questo si deve aggiungere il contribuito ugualmente elevato dei traghetti e delle altre navi. 

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