Italia Nostra

Data: 14 Dicembre 2011

Pesaro: dragaggio sabbie portuali e ripascimento spiagge di levante e di ponente

Le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Legambiente, WWF, Lupus in Fabula e il comitato spontaneo del porto sono preoccupate per la salute dei cittadini in relazione al ripascimento delle spiagge di levante e di ponente che si sta effettuando con le sabbie derivanti dal dragaggio delle aree portuali per la costruzione della seconda banchina del nuovo porto di Pesaro. Chiedono immediate verifiche sulle analisi dei sedimenti prelevati dal luogo interessato dalla costruzione delle  nuove banchine, dall’avamporto e dalla darsena e loro caratterizzazioni, fisiche, chimiche, biologiche ed  ecotossicologiche. Le analisi in nostro possesso relative ai campioni dei sedimenti prelevati nel luglio 2006  avevano rilevato la presenza di sostanze inquinanti (metalli pesanti). Negli allegati al progetto esecutivo dei lavori del Porto di Pesaro era indicata la destinazione ad un deposito per i materiali prelevati da alcune aree d’escavo, darsena e avamporto; invece in questi giorni le sabbie dell’avamporto sarebbero utilizzate per il ripascimento della spiaggia di levante. Ora sembra molto difficile che le nuove analisi possano fornire dati migliori; in ogni caso le associazioni e il comitato del Porto per avere i risultati delle nuove analisi, il 22 novembre si sono rivolti all’Arpam, che ha rinviato l’accesso alle informazioni di altri dieci giorni, demandando l’autorizzazione al rilascio dei dati  alla Regione Marche. Intanto il ripascimento prosegue nella zona della Palla di Pomodoro, verso levante, suscitando sconcerto nei cittadini che vedono impressionanti quantitativi di sabbia scura e maleodorante colmare lo specchio d’acqua fino alla scogliera. L’anno scorso sono stati depositati 27.000 metri cubi di sabbia provenienti dal dragaggio per la banchina di levante, parte sulla spiaggia di ponente, parte direttamente in mare tra le proteste di molti cittadini;  ma l’Arpam ci rassicurava sulla regolarità dei sedimenti. Le associazioni non si accontentano di rassicurazioni generiche: chiedono di vedere le analisi recenti e di poterle confrontare con le risultanze precedenti.

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