Italia Nostra

Data: 13 Marzo 2015

SPACCAMARCHE: invito conferenza stampa con Elio delle Storie Tese

SPACCAMARCHE: IL FORUM PAESAGGIO MARCHE ED ELIO DELLE STORIE TESE CHIEDONO AI CONSIGLIERI REGIONALI DI APPROVARE LA LEGGE DI INZIATIVA POPOLARE SUL GOVERNO SOSTENIBILE E PARTECIPATO DEL TERRITORIO

Le 98 associazioni (dalle 30 del 2007 quando è nato il movimento) aderenti al Forum Paesaggio Marche, vignaioli e agricoltori, operatori turistici, imprenditori innovativi, professionisti e docenti universitari, semplici cittadini impegnati nella difesa del territorio e dei diritti alla salute e al benessere dei marchigiani chiedono ai consiglieri regionali il coraggio di discutere ed approvare la legge di iniziativa popolare sul governo del territorio sottoscritta da circa novemila marchigiani e già esaminata dalla IV commissione consiliare. Inserita all’ordine del giorno del Consiglio regionale di martedì 10 marzo, il punto è stato rimandato alla seduta successiva del 17 marzo, ma non crediamo ci sia la volontà politica della maggioranza al governo della Regione di farlo approdare alla discussione dell’aula entro questa legislatura, visto che il voto è stato fissato per il 31 maggio. La situazione sociale, economica e ambientale delle Marche richiede, invece, decisioni urgenti e coraggiose e, almeno in extremis, un atto di responsabilità.

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Le oltre 42.000 frane aperte sui territori e il generale dissesto idrogeologico che ad ogni pioggia mettono a rischio vite umane e patrimoni non possono essere ancora affrontati con la logica dell’emergenza e col conseguente sperpero di centinaia di milioni di euro della collettività, che invece potrebbero essere indirizzati allo sviluppo e al lavoro.

Le trivellazioni per idrocarburi nel cuore delle campagne picene, il megastoccaggio di gas sotto le case e gli alberghi di San Benedetto del Tronto, i rigassificatori pericolosi come bombe atomiche, le megacentrali a biomasse che portano profitto a pochi speculatori  ma  distruggono le economie reali e la salute di chi nei luoghi vive e lavora, non possono più essere decise da giunte, sindaci e presidenti e fatte calare sulla testa dei cittadini costringendoli a resistenze e conflitti.

La crisi dell’edilizia, nata da un eccesso di previsioni edificatorie contenute in Piani regolatori espansivi e favorita dalla speculazione e dalla cementificazione del territorio (negli 11 principali poli urbani la popolazione è cresciuta nell’ultimo cinquantennio del 37% e la superficie urbanizzata del 319%) non può essere risolta con altre colate di cemento (500 mila nuovi abitanti insediabili stimati nei PRG vigenti) che aggiungono altri appartamenti senza mercato alle decina di migliaia già esistenti vuoti ed invenduti – e che continuano a deprezzare il valore degli immobili occupati dai residenti – ma richiede politiche nuove, creative, volte al recupero del già costruito, al miglioramento del patrimonio edilizio e dei paesaggi urbani degradati.

Come ironicamente mettono in evidenza Elio delle Storie Tese e Marco Geronimi Stoll nella performace SPACCAMARCHE, racconto semiserio dei disastri ambientali del terzo millennio, le Marche si sono distinte negli ultimi decenni per disastri ambientali perpetrati, pensati, progettati e talvolta evitati, ma solo grazie alla resistenza dei cittadini organizzati in centinaia di comitati.

La legge di iniziativa popolare del Forum Paesaggio Marche permette di voltar pagina rispetto a tutto questo: rapida riduzione fino all’azzeramento del consumo di suolo agricolo e libero, vincoli ambientali non derogabili nelle aree costituenti il patrimonio ecologico regionale, compresi i brevi tratti di costa ancora rimasti miracolosamente liberi dalla cementificazione, partecipazione obbligatoria ed effettiva dei cittadini fin dal nascere delle idee progettuali, strumenti tecnici innovativi che obbligano i decisori a una visione organica del territorio e alla sua messa in sicurezza e risanamento geomorfologico e idrogeologico, territorio considerato un sistema vitale integrato, fatto di città e campagna, corsi d’acqua e suolo, cultura e natura, centri storici da tutelare e rivitalizzare; e ancora laboratori di cittadinanza attiva creati dal basso per ideare e realizzare progetti di paesaggio a piccola scala, periferie urbane da governare per garantire qualità della vita a chi le abita oggi e le abiterà nel futuro…

Sostenere tutto questo significa forse essere ambientalisti integralisti o estremisti? o forse sono più estremisti coloro che ancora pensano che lo sviluppo della nostra regione si può e si deve basare sulla quantità di cemento e asfalto?

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