Italia Nostra

Data: 11 Aprile 2020

Nardella e la nuova stagione dell’urbanistica fiorentina: il nuovo “Piano Operativo” bazooka

Negli ultimi vent’anni, sul terreno dell’urbanistica fiorentina, abbiamo assistito a varie rivoluzioni lessicali, ma la linea di indirizzo è sempre rimasta la stessa. Dal vecchio “Piano Regolatore Generale”, siamo passati al “Piano Strategico” seguito dal Regolamento Urbanistico”, e oggi quest’ultimo si trasforma in “Piano Operativo”. Tutto questo, a tacitare chi sostiene che le cose non cambiano mai. In realtà, i nomi sono cambiati, ma la sostanza è rimasta la stessa. Quella delineata dall’Amministrazione, all’inizio del nuovo millennio, con il pieno sostegno di Confindustria, Confcommercio e di tutte le principali lobbies operanti sul territorio, che hanno disegnato il volto della Firenze degli anni successivi con un atto di indirizzo allora denominato “Piano Strategico Firenze 2010”. E su quelle linee di indirizzo si è governata, con coerenza e continuità, l’urbanistica cittadina, indipendentemente dalle maggioranze elette.

In questi anni, sono state confermate le scelte che hanno portato alla situazione attuale: la conferma di un polo fieristico fuori da ogni razionalità alla Fortezza; la tracimazione della città a nord-ovest, con quello che è stato fatto nell’ex-area Fiat di Novoli e nella piana di Castello, dove a causa di incidenti di percorso (anche giudiziari) si è riusciti a fare, per fortuna, solo l’orrendo episodio urbanistico ed architettonico della nuova Scuola sottufficiali dei carabinieri; e la completa rinuncia a gestire in chiave sociale, e per gli interessi collettivi della città, la grande partita del vasto patrimonio di aree e immobili pubblici in dismissione.

Senza soluzione di continuità, si è affiancata alla nuova strategia dell’urbanistica contrattata, che ha trovato poi la sanzione ufficiale nel Piano Strategico alla fine approvato nel 2015, la conseguente filosofia dell’edilizia contrattata, ampiamente attuata con il relativo Regolamento Urbanistico e con le tante varianti, fino all’ultima resa celebre dal ricorso di Italia Nostra al TAR, quella all’art. 13 alle NTA.

Questa linea di politica urbanistica, attuata dalle giunte avvicendatesi negli ultimi vent’anni, ha ricevuto circostanziate critiche e proposte alternative dai comitati di cittadini organizzatisi in coordinamenti e dalle associazioni ambientaliste come la nostra. Ma i Sindaci, forti del loro mandato elettorale, che con l’elezione diretta li ha trasformati in Sindaci-podestà, hanno tirato avanti, sicuri e decisi, su quell’unica rotta che ci ha portato alla situazione attuale.

Quando il Sindaco dichiara alla stampa, come ha fatto ieri, che è necessario un cambiamento di rotta e ripensare il futuro della città in direzioni diverse dalla monoeconomia del turismo mordi e fuggi e dall’espulsione delle attività tipiche e della residenza, a favore degli affitti momentanei gestiti dalle grandi piattaforme online e degli alberghi, Italia Nostra non può non essere d’accordo con lui, anzi è disposta a sostenerlo pienamente in quella direzione. Tuttavia, vorrebbe fargli notare che non sono sufficienti gli annunci roboanti, capaci di fare guadagnare titoli di giornale, ma che occorrono atti concreti.

Purtroppo, sul versante dell’urbanistica, al di là della retorica bellica del bazooka, le scelte annunciate – in questo delicatissimo momento di restrizione delle libertà democratiche elementari dei cittadini e della sospensione dell’attività politica – si riducono all’atto di richiesta alla Regione Toscana (con accettazione immediata) di una deroga di due mesi alla scadenza del Regolamento Urbanistico, in modo che fino al 3 agosto si potrà continuare a gestire la città con i vecchi strumenti urbanistici. In compenso, il forum partecipato promesso tra luglio e ottobre dello scorso anno dall’Assessore Del Re, per discutere le problematiche urbanistiche ed edilizie della Città, non è stato mai convocato.

Poiché anche Italia Nostra si trova d’accordo con il Sindaco, sulla necessità di un nuovo corso nella gestione della Città, si chiede di fare seguire, alle dichiarazioni, esempi concreti. A partire dalle scelte necessarie per riportare la residenza vera nel centro storico: rispetto alle passate-presenti previsioni, cosa s’intende fare per l’ex-scuola dei Carabinieri di Santa Maria Novella? E cosa s’intende fare per le altre aree di dismissione, quali l’ex-ospedale psichiatrico di San Salvi e l’ex-caserma Gonzaga “Lupi di Toscana”?

Italia Nostra ritiene importanti e conseguenti anche una moratoria sulle grandi questioni-problema delle nuove linee tranviarie, del sotto attraversamento TAV, delle altre numerose aree di trasformazione previste nel Piano Strutturale e nel Regolamento Urbanistico vigenti.

                                                                                                          Italia Nostra

Firenze, 10 aprile 2020

 

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