Italia Nostra

Data: 18 Gennaio 2018

Bra, la chiesa di Santa Chiara rischia di andare in vendita: l’appello di Italia Nostra

La realizzazione del grandioso mosaico che decora l’atrio del santuario della Madonna dei Fiori, inaugurato in queste ultime festività, sembra collocarsi all’interno di una tradizione risalente addirittura all’Impero romano. Infatti quando la chiesa di Roma uscì dalla clandestinità e, con l’editto di Costantino, il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’Impero, furono costruite le prime grandiose basiliche. In quegli edifici fu l’arte del mosaico ad assolvere il compito di illustrare le verità del Vangelo.

Questa arte fiorì per gran parte del lungo periodo chiamato medioevo; soltanto ai tempi di Giotto la tecnica dell’affresco sostituì il mosaico iniziando un processo evolutivo che non toccò la chiesa di oriente, molto più legata alla tradizione. A questa tradizione bizantina, in particolare alle icone, sembra ispirarsi Marko Ivan Rupnik, l’artista, teologo e sacerdote sloveno che ha realizzato il mosaico della Madonna dei Fiori insieme all’Atelier d’Arte spirituale del Centro Aletti, di cui è direttore.

Si tratta di un personaggio di statura internazionale che ha operato in tutto il mondo realizzando ad esempio i mosaici della Cappella “Redemptoris Mater” in Vaticano, quelli delle basiliche di Fatima e di San Giovanni Rotondo. Quindi è ovvio che ci sia attenzione, curiosità e anche orgoglio da parte di tutti coloro che frequentano il santuario per questa opera che lo impreziosisce.

L’attenzione alle fastose novità del Santuario non devono farci dimenticare però il vero gioiello braidese, la chiesa di Santa Chiara.

Il capolavoro del Vittone, uno dei grandi architetti del Settecento piemontese,  vive infatti un momento delicato dopo la morte del suo devoto custode, padre Ettore. I padri francescani hanno espresso il desiderio di vendere questo edificio tanto bello quanto fragile: evidentemente un ordine povero come quello francescano non è in grado di  trovare le risorse umane e materiali necessarie per il suo mantenimento.

Attualmente un comitato di privati cittadini, gli Amici di Santa Chiara, si occupa di tenerlo aperto grazie ai fondi dei soci e ai contributi del Comune e della fondazione CRB. Manca però un progetto che dia vita a questa chiesa e che permetta di far fronte alle esigenze di manutenzione straordinaria sempre più urgenti. Eppure si tratta di un capolavoro pubblicato nei libri di storia dell’arte,  noto agli studiosi e che potrebbe essere un grande polo di attrazione per la città.

Che si tratti di un edificio di grande prestigio (cosa che non si può dire del santuario) è confermato dal fatto che, lo scorso mese di luglio, la Pennsylvania University (USA) ha realizzato una stupenda scansione della Chiesa in 3d, foto che hanno costituito parte del materiale della mostra “Baroque Topologies”, allestita alla “Charles Addams Fine Arts Gallery” di Philadelphia.

Nel mese di gennaio è convocata l’assemblea dei soci: ci auguriamo che l’affetto verso padre Ettore e la consapevolezza del valore della Chiesa di Santa Chiara ne rendano possibile ancora l’apertura. Non solo: ci dobbiamo augurare che i braidesi e le principali realtà economiche e imprenditoriali della città mettano il cuore e la creatività necessarie per trovare le risorse e la progettualità che la rendano viva come è stata per tanto tempo.

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