La notizia di oggi vuole assolte tutte le procedure per impiantare a Leri frazione di Trino Vercellese, nei possedimenti Enel- già tenuta agricola di Cavour – il più grande impianto fotovoltaico di Europa. L’impianto della società Agatos / Enel – se realizzato – investirà 166 ettari di terreni inedificati di cui solo una parte inutilizzabile ad usi agricoli in quanto afferente all’area ex nucleare dell’abortita centrale Po-1. La produzione prevista è di oltre 70 MegaWatt.
Nel pregresso – a seguito della realizzazione, da parte di Enel, della Centrale a Ciclo Combinato G. Ferraris nell’area ex nucleare e del successivo riassetto della stessa società elettrica – le aree agricole, il Borgo storico di Leri Cavour e la stessa area urbanizzata per il Cantiere della ipotizzata Centrale Nucleare PO-1 sono state dismesse. Da cui ne è derivato un colpevole degrado che ha investito il patrimonio storico documentale della tenuta Cavour, costituito dal borgo, dalla Chiesa annessa e dalla casa Cavour, su cui Italia Nostra ha mosso l’attenzione degli Enti preposti alla tutela con l’iniziativa “Monumento da salvare” 2004 In data 13 maggio 2007, su “La Stampa” l’Enel spa, proprietaria delle aree e degli immobili compresi nel compendio immobiliare di Leri Cavour, tramite la controllata Dalmazia Trieste srl , ha pubblicato l’invito a presentare proposte di acquisto per diversi fondi, tra cui il Lotto “15 PMN 5002, Area ex cantiere con cascina, di oltre 160 ettari a un prezzo minimo di € 1.000.000”, con esclusione del Borgo storico di Leri-Cavour; nonostante l’interesse manifestato dagli Enti locali vercellesi e della Regione Piemonte che hanno delineato un’ipotesi di riutilizzo dell’area urbanizzata e del Borgo, mirato alla promozione e realizzazione di un “ Polo Energetico Ambientale” volto alla sperimentazione di energie alternative così come indicato dal Piano Energetico Ambientale Regionale, l’Enel è addivenuta alla cessione del terreno a 1,4 milioni di euro ( al prezzo agricolo di 0,88 euro /mq) ad un impresario del comparto risicolo l’Agricola Trino) , per poi riacquistarlo dalla stesso ad un costo 5 volte superiore realizzando opere di bonifica e di urbanizzazione tramite il riporto in sito di centinaia di migliaia di metri cubi di inerte da cava, estratta a suo tempo nelle cave vercellesi.
Italia Nostra stigmatizza questa operazione – su cui pare esserci ora l’assenso degli Enti preposti – come improntata ad un carattere meramente speculativo e di dubbia correttezza procedurale. Dichiara la propria netta contrarietà ad un impianto di fotovoltaico di tali dimensioni, che viene ad investire in parte un territorio già agricolo, prima vocato alla risicultura, afferente immobili di valore storico documentale. Considera contradditoria la posizione degli Enti Locali e in primis della Regione per quanto già previsto nel Piano Energetico Ambientale Regionale. Considera come siano state distratte le stesse attenzioni degli ambientalisti locali da questa operazione esplicitata come possibile alternativa al nucleare – finalmente messo alla porta dal plebiscitario voto referendario.
Italia Nostra ha sempre detto No al nucleare, ma egualmente No alla speculazione sulle aree, No alla trasformazione per impianti di fotovoltaico a terra di aree a vocazione agricola.
Maria Teresa Roli – consigliere nazionale
Referente sulla Pianificazione territoriale di Italia Nostra Piemonte Valle d’Aosta