Su richiesta della Sezione Sud Salento, la sede nazionale di Italia Nostra ha dato mandato all’Avv. Donato Saracino di depositare al TAR di Lecce un atto di intervento ad opponedum avverso il ricorso presentato dal Comune di Otranto con il quale ha impugnato il Decreto n.4 del 22.1.2020 della Capitaneria di Porto di Gallipoli che ha fatto decadere il nulla-osta emesso il 21.07.2016 che consentiva l’occupazione anticipata (prima della concessione demaniale che il Comune avrebbe dovuto chiedere) di una superficie di circa 3,5 ettari dello specchio d’acqua del porto in cui erano stati installati i pontili galleggianti.
Nell’intervento depositato al TAR, Italia Nostra ha evidenziato che l’oggetto del contendere – su cui i giudici dovranno esprimersi – non riguarda gli aspetti paesaggistici correlati alla presenza dei pontili (per le quali il Consiglio di Stato si è già espresso con sentenza definitiva per la rimozione stagionale) bensì l’atto che il Comune di Otranto ha ritenuto e ritiene titolo valido per la gestione dell’approdo turistico che – come giustamente sostiene la Capitaneria di Porto – è solo un atto propedeutico al rilascio della concessione demaniale che il Comune – ai sensi dell’Art. 36 del Codice della navigazione – avrebbe dovuto chiedere per gestire un’attività economica qual è l’approdo turistico; infatti la richiesta di concessione demaniale non è stata mai inviata dal Comune di Otranto alla Capitaneria di Porto di Gallipoli, nonostante il Consiglio Comunale (con delibera n.13 del 04.3.2016) e la Giunta (con delibera n.126 del 20.4.2016) avessero esplicitamente dato mandato al Tecnico comunale di richiederla.
Tale inadempienza potrebbe essere stato un utile espediente da parte del Comune di Otranto per eludere il versamento dei relativi oneri concessori, per mantenere i pontili tutto l’anno e per introitare per dodici mesi le quote degli assegnatari dei posti barca.
Insieme all’Avvocatura dello Stato, intervenuta per sostenere le ragioni della Capitaneria di Porto e quelle della Soprintendenza costituitasi ad opponendum, si è affiancato l’intervento di Italia Nostra in ragione degli interessi diffusi rappresentanti, correlati ai provvedimenti di tutela archeologica e paesaggistica cui è sottoposto il Porto di Otranto (per cui i pontili sarebbero dovuti essere rimossi per sei mesi l’anno), ciò nel prosieguo della numerose attività che la Sezione Sud Salento di Italia Nostra ha portato avanti in questi anni dinanzi al Consiglio di Stato, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e nelle Conferenze di Servizio.
Stranamente, a sostegno del ricorso del Comune di Otranto, è intervenuta ad adiuvandum l’associazione Fare Ambiente; tale costituzione è apparsa ai rappresentanti della Sezione Sud Salento di Italia Nostra del tutto opportunistica e intempestiva per il fatto che tale associazione non risulta che – nel corso degli anni, almeno in provincia di Lecce – abbia mai effettuato alcuna attività volta alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, né tantomeno che sia intervenuta nelle vicende che hanno riguardato la questione dei pontili di Otranto .
Il Presidente
Marcello Seclì