Italia Nostra

Data: 9 Gennaio 2017

Aggressione ambientale del litorale sud di Gallipoli, un appello dal Sud Salento

Nei giorni gli organi di informazione locale hanno dato notizia del notevole scempio ambientale che è stato effettuato lungo il litorale sud di Gallipoli (Loc. Baia Verde) con la rimozione abusiva di un enorme quantitativo di sabbia (attraverso l’uso di mezzi meccanici) che dal fronte mare, per un tratto di circa 1 km, è stata spostata all’interno, in corrispondenza con le aree demaniali concesse ad alcuni stabilimenti balneari. Per tale attività sono intervenuti i militari della Capitaneria di Porto di Gallipoli che hanno posto sotto sequestro l’area contestando ai titolari degli stabilimenti balneari il reato di violazione demaniale ed ambientale, illecito accumulo di arenile con deturpamento delle bellezze naturali e paesaggistiche e conseguenti danni alla flora e alla fauna. E’ bene specificare che la zona interessata ricade in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico e classificata come  Zona di Protezione Speciale (ZpS) e Sito di Interesse Comunitario (SIC).

Con l’approvazione del Piano Comunale delle Coste (PCC) ritenevamo che il tempo delle devastazioni del litorale di Gallipoli si sarebbe quantomeno fermato e che magari si sarebbe avviata – se pur gradualmente – un nuovo stagione con interventi di rinaturalizzazione e di restauro paesaggistico ed ambientale per contrastare l’enorme pressione antropica che negli ultimi decenni ha gravato pesantemente  sulla sottile striscia di arenile che si è salvata presente tra la litoranea e il mare. Infatti nel corso degli ultimi decenni il processo di erosione è aumentato sensibilmente in questo tratto di litorale anche a causa della massiccia presenza di stabilimenti balneari, “strutture che hanno assunto forme invasive di occupazione della spiaggia. Questi fattori concorrono a delineare il carattere di un litorale che presenta ritmi veloci di trasformazione, in contrasto con l’elevata sensibilità ecologica e fragilità ambientale dei luo-ghi che richiedono un necessario adeguamento e regolamentazione delle pratiche d’uso, ecologicamente orientale al sistema dei valori preesistenti” (PCC – Elaborato 1, Relazione generale – Parte IVB, Pag. 10).

Infatti ciò che è stato effettuato alcune settimane fa risulta in evidente contrasto con le analisi e gli indirizzi del PCC che nella descrizione della Morfologia dei luoghi (Elaborato 1 della Relazione Generale – Parte III, Carta degli Habitat – nell’area QE 7/11 – Tratto Lido S. Giovanni – Canale dei Samari), per l’area interessata dalla rimozione della sabbia, così dice: “Nelle aree degli stabilimenti balneari si assiste al completo e indiscriminato spianamento del tratto in concessione della sabbia con l’eliminazione totale delle formazioni di avanduna”. E ancora, nella descrizione della Vegetazione, dice “ L’ecosistema risente pesantemente del forte persistente calpestio dei bagnanti….”.

Da queste valutazioni risulta evidente che già la stessa presenza degli stabilimenti balneari (per il numero, per la collocazione e per modalità di fruizione) determinano di per se una rilevante criticità per quegli habitat prioritari che, non solo vanno tutelati, ma che necessitano di una rigorosa regolamentazione nonchè di efficaci ed urgenti interventi di rinaturalizzazione.

Orbene, nonostante la situazione sia così grave, su questo tratto di litorale sono state effettuate attività così del tutto illegittime e incompatibili come la rimozione della sabbia per una superficie così ampia ed una profondità tale che non può essere assolutamente spacciata come manutenzione dell’arenile, rimozione che ha condizionato pesantemente la stessa linea di costa. Per tali operazioni di movimentazione e accumulo della sabbia il rappresentante  di Federbalneari ha affermato che non si tratta di operazioni abusive e illegittime in quanto previste dall’Ordinanza balneare regionale per cui tali operazioni sono state  autorizzate dal Comune di Gallipoli, dall’Ente Parco e dalla Provincia di Lecce.

Sulla base di tali affermazioni risulta opportuno evidenziare che l’Ordinanza balne-are regionale stabilisce che:

1)      Art. 3 – Comma 1, Lett. i “E’ assolutamente vietata qualsiasi attività o comportamento che possa danneggiare i cordoni dunosi e gli habitat naturali ivi esistenti;

2)      Art. 3 – Comma 1, Lett. W “ E’ assolutamente vietato effettuare lavori di straordinaria manutenzione;

3)      Art. 4 Capo A, Comma 3 “ I concessionari devono curare, l ’estetica, il decoro, l’igiene e la perfetta manutenzione delle aree in concessione fino al battente del mare…”;

4)      Art. 4 – Capo C, Comma 1 “Le operazioni di preparazione, sistemazione e pulizia delle spiagge de non essere effettuate senza arrecare pregiudizio alcuno all’ambiente costiero”;

5)      Art. 4 – Capo C, Comma 2 “Dette operazioni devono essere eseguite manualmente o con idonee attrezzature o trainate da mezzi meccanici gommati o in questi ultimi integrate”;

6)      Art. 4 – Capo C, Comma 5 “All’interno delle aree protette, parchi  o riserve, le  operazioni di pulizia delle spiagge dovranno essere effettuate  secondo il regolamento e/o prescrizioni dei consorzi/enti/ autorità di gestione delle predette aree”.

In virtù di tali disposizioni con la presente la scrivente Associazione chiede alle SS.LL. in indirizzo, ognuna per le proprie competenze, se:

1)      le operazioni di spostamento della sabbia effettuate sul litorale sud di Gallipoli, sono state effettivamente autorizzate;

2)      nel caso siano state autorizzate, se sono state effettuate secondo le diverse disposizioni concernenti vincoli, regolamenti, prescrizioni e in relazione a quanto stabilito dal Piano Comunale delle Coste;

3)      se sulla base degli eventuali reati sussistono le condizioni di revoca della concessione demaniale.

Un ulteriore aspetto che riteniamo doveroso evidenziare, per il quale chiediamo alle istituzioni in indirizzo relativi riscontri sulla loro compatibilità con la natura dei luoghi, è quella concernente le attività che si svolgono in uno degli stabilimenti balneari presenti sul litorale sud di Gallipoli (in piena area Sic e ZpS) per il quale sugli arenili migliaia di persone si ritro-vano a danzare durante le festività di questi giorni; queste attività risultano altamente inva-sive, di pesante pressione antropica e – come efficacemente specificato nel Piano Comunale delle Coste – “in contrasto con l’elevata sensibilità ecologica e fragilità ambientale dei luoghi”.

Altro aspetto per quale riteniamo necessario che le istituzioni in indirizzo adottino i necessari provvedimenti per tutelare le risorse naturali e paesaggistiche dei questi luoghi è quello concernente lo smontaggio degli stabilimenti balneari. E’ questo un problema che solo in Puglia, particolarmente in provincia di Lecce, ha assunto una impropria interpretazione delle disposizioni in materia di concessione demaniale e per cui, attraverso con una concezione forzata delle attività di balneazione, è stata emessa l’Ordinanza regionale secondo cui  tali attività si possono svolgere tutto l’anno. Risulta evidente che il mantenimento in loco degli stabilimenti balneari comporta un rilevante interferenza con le bellezze paesaggistiche per l’intero anno e – soprattutto – che la loro presenza (trattandosi di strutture rigide e fisse) precludono gli equilibri e le dinamiche di luoghi, di per se flessibili, in cui le attività eoliche e marine non possono svolgere le loro funzioni naturali.

La scrivente Associazione in relazione alle attività di spostamento della sabbia verificatosi sul litorale sud di Gallipoli preannuncia sin d’ora che, in virtù degli interessi diffusi rappresentanti in tema di tutela delle bellezze naturali e paesaggistiche, si riserva di costituirsi parte civile nell’eventuale procedimento penale.

 

Marcello Seclì

Presidente Italia Nostra –  Sezione Sud Salento

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