Italia Nostra

Data: 7 Novembre 2022

Brindisi: il Monumento ai Caduti

Nel 1926 l’amministrazione comunale di Brindisi commissionò a Edgardo Simone (Brindisi, 20 giugno 1890 – Hollywood, 19 dicembre 1948), scultore brindisino già molto affermato, la realizzazione del Monumento ai caduti. L’artista accettò di eseguire il progetto gratuitamente, mosso da un debito di riconoscenza verso il Comune, che per anni gli aveva erogato un sussidio per proseguire i suoi studi presso il Regio Istituto delle Belle Arti di Roma. Aveva già progettato e realizzato monumenti ai caduti in altre città d’Italia, tra cui Monopoli, Sarno, Cerreto Sannita, prima di trasferirsi nel 1924 negli Stati Uniti, per proseguire lì la sua carriera, come ritrattista e scenografo.

L’amministrazione comunale di Brindisi aveva scelto di posizionare il monumento in piazza Cairoli, ma presto la scelta dell’ubicazione diventò oggetto di un acceso dibattito. Edgardo Simone aveva affidato i bozzetti preparatori alla ditta Beretta di Carrara, per la parte statuaria, e alla ditta Trevisani di Verona, per il basamento, ed era tornato negli Stati Uniti. Da New York chiedeva una degna sistemazione per il suo monumento, che a Brindisi – dopo la suddetta prima idea senza alcun esito – pensarono di collocare prima nel largo Belvedere, zona più periferica, poi nel piazzale della stazione ferroviaria, infine, dopo due anni, l’attesa decisione di montarlo sul lungomare Regina Margherita. La solenne cerimonia di inaugurazione ebbe luogo il 22 novembre 1931 alla presenza del re Vittorio Emanuele III.

Ma anche la scelta del lungomare si rivelò poco felice, perché i traffici portuali sulla banchina creavano inconvenienti e sminuivano la bellezza e il decoro del manufatto. Nel maggio del 1936 il monumento venne smontato e trasferito in piazza Santa Teresa, allora piazza Impero, dove erano in corso i lavori di ampliamento. Da Chicago, nel 1939, Simone approvava la nuova sistemazione, proponendo di completare la parte posteriore con l’incisione del nome dei caduti, ma dichiarava di essere contrario al rialzo del basamento che avrebbe alterato le proporzioni delle figure. In realtà, nel timore che il monumento potesse sembrare piccolo in confronto con l’estensione della piazza, la base fu alzata di m.1,75 e intorno costruita una gradinata circondata da aiuole. La posa in opera fu completata nel giugno del 1940, con un getto d’acqua che arricchiva il piedistallo, nel rispetto della progettazione iniziale dell’artista.

Il monumento-fontana con le sculture in marmo bianco di Carrara e il basamento in marmo rosso di Verona, si erge imponente nella piazza Santa Teresa, sullo sfondo scenografico del porto. In alto, la Vittoria alata, alta m.5,00, con le ali spiegate in verticale, sovrasta la stele marmorea, reca nella mano destra la daga, corta e robusta spada a due tagli, con lauro e quercia e nella sinistra la figura di Roma, che simboleggia la Patria, anch’essa con la mano destra alzata.

 

Ai piedi della Vittoria alata la scritta “Brindisi ai suoi figli caduti per la Patria 1915-1918”, al di sotto giace il soldato morente coperto dallo scudo raffigurante la testa della Medusa. Ai lati, due gruppi scultorei: a destra la vecchia madre affranta dal dolore, accarezza l’elmetto coperto di alloro del figlio caduto e abbraccia l’orfano; a sinistra, la giovane vedova e l’orfano: la madre con sguardo fiero poggia il braccio destro sulla spalla del figlio, che impugna la daga, e gli indica il dovere. Sul retro dell’opera monumentale sono incisi i nomi dei luoghi dove avvennero le battaglie della Grande Guerra.

Il monumento è stato oggetto di un accurato restauro dall’aprile a giugno 2018.

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