Italia Nostra

Data: 26 Giugno 2011

Il sito “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” è nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO

Ora sono tre i siti UNESCO in Puglia: i trulli di Alberobello, Castel del Monte e il Santuario Micaelico di Monte S.Angelo. Per l’Italia si tratta del 46° sito iscritto nella celebre Lista. 

Il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)” comprende le più importanti testimonianze monumentali Longobarde esistenti sul territorio italiano, dove si estendevano i domini dei più importanti Ducati Longobardi che formarono quella che possiamo definire la prima “nazione” italiana. In particolare:

  • il Tempietto Longobardo a Cividale del Friuli (UD);
  • il complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia;
  • il castrum di Castelseprio-Torba (VA);
  • il Tempietto del Clitunno a Campello (PG);
  • la Basilica di S. Salvatore a Spoleto (PG);
  • la Chiesa di Santa Sofia a Benevento;
  • il Santuario Garganico di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG), che dal VII secolo, con i Longobardi provenienti dalla Scandinavia, divenne il più importante luogo del culto micaelico, influenzando profondamente la diffusione della devozione per San Michele in tutto l’Occidente, ponendosi come modello per i centinaia di santuari dedicati nel resto d’Europa al Principe degli Angeli, compreso il più famoso Mont-Saint-Michel in Normandia;

I Longobardi si pongono quindi tra i principali protagonisti tra l’Antichità ed il Medioevo. Da loro ha avuto inizio quel processo culturale, ereditato poi da Carlo Magno, che ha contribuito a trasformare il mondo antico e alla formazione dell’Europa medievale, influenzando il successivo millennio della storia Occidentale. Il Ministero, che ha coordinato i lavori per la candidatura, continua a sostenere ed accompagnare la rete anche attraverso la partecipazione all’Associazione Italia Langobardorum, la struttura di gestione promossa dai Comuni che garantisce il coordinamento delle azioni e l’attuazione delle attività di rete. La notizia del 25 giugno 2011, pervenuta da Parigi dal Comitato UNESCO era attesa da qualche tempo, dopo tre anni di preparativi. La città e il suo Santuario Micaelico hanno saputo conservare la memoria della storia religiosa dei Longobardi, sia del Ducato di Benevento che del Regno di Pavia.

“Permanere” nella rete dei siti UNESCO comporta ora una serie di impegni, un comportamento virtuoso e la rigorosa osservanza di quanto disposto dal Piano di Gestione. Appare fondamentale la tutela delle emergenze artistiche del Santuario, a partire dal restauro e recupero dei due portali di accesso alla scalinata angioina, ora in uno stato di grave degrado, ed effettuare scavi all’interno del Museo Lapideo per riportare il sito al suo splendore di un tempo nonché uno studio geologico dello stato di conservazione della grotta. Una cura particolare dovrà essere dedicata alla tutela, conservazione e recupero dei monumenti e del tessuto urbano della “zona tampone” contigua alla Basilica di S.Michele che, a nostro parere, rappresenta un complemento essenziale del bene riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Così come dovrà essere posto il massimo impegno per individuare, con una ricerca approfondita, i segni ancora esistenti della frequentazione del Santuario e della Città dell’Angelo da parte dei Longobardi, con particolare riferimento alla riscoperta dei “sentieri” pedonali percorsi per raggiungere il loro Santuario Nazionale, in modo da poterli riattivare e renderli fruibili da parte dei sempre più numerosi amanti di questo tipo di pellegrinaggio; questi sentieri conservano lungo il percorso cappelle, grotte con altari e affreschi e vanno messi in sicurezza.

Da non dimenticare, inoltre, l’esigenza di conservare nel centro garganico, vista tra l’altro la caratteristica di zona montana, una adeguata struttura per l’erogazione di “servizi sanitari”, anche nella sicura previsione di un rilevante sviluppo di queste nuove forme di pellegrinaggio, che presuppongono la permanenza dei fedeli per più tempo nel paese dell’Angelo e non la veloce escursione come avviene ora. Il Santuario, posto 850m. sul livello del mare, in un zona meglio identificata come La Montagna del Sole che si erge maestosa dalle azzurre acque del mare Adriatico, dove sembra quasi di voler precipitare con le spettacolari ripide falesie, ha bisogno del ripristino del sistema dei ”terrazzamenti” con muri a secco che per millenni ha costituito la caratteristica di questo luogo. Costruiti sia per rimanere arroccati e vicini al Santuario (che prima ancora era rappresentato da divinità legate alla Terra con la presenza di manufatti preistorici “Dolmen e Menhir”, sostituiti poi da un tempio pagano dedicato al dio Calcante), sia per coltivare quei pochi orti terrazzati utilizzati per una economia di sopravvivenza (grano, mandorle, frutta, ortaggi). L’obiettivo finale, comunque, è la realizzazione del “Distretto Culturale” dell’Angelo sulla base delle proposte formulate dalla Sezione di Italia Nostra, che prevede una serie di interventi che consentano una valorizzazione eco-sostenibile e sistemica delle risorse culturali del territorio della città dell’Angelo e delle realtà che con l’evento dell’Apparizione hanno avuto delle relazioni e collegamenti.

Maria Gioia Sforza, Presidente della Sezione di Monte S. Angelo

 

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