Italia Nostra

Data: 3 Settembre 2019

Impianto MetApulia – Le Osservazioni di Italia Nostra Sud Salento

In relazione alla Conferenza dei Servizi in programma domani (3 settembre)  relativa alla Procedura coordinata  AIA/VIA dell’impianto di trattamento dei rifiuti speciali presentato dalla Società “Metapulia srl” e da realizzarsi nell’area Industriale di Lecce-Surbo l’Associazione Italia Nostra – Sezione Sud Salento, presente ed operante nel territorio della provincia di Lecce in relazione alle tematiche concernenti la tutela del territorio e dei suoi aspetti naturalistici, ambientali e paesaggistici, ha avanzato istanza di partecipazione al procedimento amministrativo concernente l’impianto in questione e – nel contempo – ha inviato le proprie osservazioni perché siano oggetto di valutazione in sede di Conferenza dei Servizi concernente avente per oggetto l’Autorizzazione Integrata Ambientale e la Valutazione di Impatto Ambientale.

In via preliminare Italia Nostra ha evidenziato che nell’impianto non è previsto solo il trattamento di FORSU, riveniente da raccolta differenziata, tramite digestione anaerobica per la produzione di bio-metano e di compost ma anche una varietà eterogenea di rifiuti speciali, anche industriali, e – pertanto – il materiale in uscita non potrà  definirsi “compost” e l’impianto stesso non può risultare funzionale ed integrato nella filiera dei rifiuti regionali in quanto risulterà aperto a ricevere rifiuti speciali anche da altre regioni.

La proposta della Società MetApulia presenta una grave difformità rispetto agli indirizzi ed agli obiettivi individuati ella Regione Puglia nel Piano Regionale Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU, febbraio 2013, in corso di revisione) incentrati sul completamento “circolare” della filiera nella gestione dei rifiuti nonché sulla “autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani …. in ambiti territoriali ottimali” e  “ridurre i movimenti dei rifiuti ”, tenendo conto del contesto geografico e della specificità degli impianti.

          In questo contesto tale proposta, per la parte relativa al trattamento della FORSU, appare slegata da qualsivoglia previsione programmatica, con il rischio concreto che l’impianto possa risultare sottoutilizzato, a causa del contestuale avvio di altri (veri) impianti di compostaggio inseriti nella programmazione regionale, o – ipotesi ancora più probabile – che l’impianto, tra ritardi ed incertezze istituzionali legate alla localizzazione di impianti di compostaggio, si converta tout-court, nonostante si accenni ad una “prevalenza” di FORSU nei materiali in ingresso, a impianto per il trattamento dei rifiuti speciali, aperto a materiali in ingresso di varia e lontana provenienza. A conferma di ciò, la Relazione Tecnica di progetto ammette che il bacino di riferimento dell’impianto comprende “gli ambiti territoriali delle province dell’Abruzzo, della Campania, del Lazio, dell’Umbria, del Molise, della Basilicata e della Calabria.

Queste criticità del progetto sono confermate alla luce del più recente “Documento di proposta del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani”, che avvia la revisione dell’attuale Piano in esecuzione della Deliberazione G.R. n. 1691 del 8.11.2016, in cui sono rafforzate le previsioni di perseguire la chiusura del ciclo dei rifiuti in Puglia con impianti a gestione pubblica e di attenersi rigorosamente ai principi di autosufficienza e di prossimità territoriale.

 

Non sposta di molto queste considerazioni, in tema di carenze di pianificazione, l’esame del Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali della Regione Puglia (maggio 2015). Esso prevede tra l’altro in capo alle Province l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti, procedura che non risulta che sia stata avviata, per cui permane l’incertezza dell’effettivo ruolo dell’impianto in esame, la cui notevole potenzialità non risulta destinata con chiarezza ad inserirsi nel nostro sistema impiantistico, in un’ottica circolare, quanto destinata ad alimentare il florido mercato nazionale operante nello smaltimento dei rifiuti speciali. Questa incertezza programmatica è rilevabile dalla stessa Relazione Tecnica di progetto laddove si ammette che “gli impianti di compostaggio esistenti sul territorio sono quasi tutti di proprietà privata e i titoli autorizzativi non specificano, nell’ambito della capacità totale di trattamento autorizzata, la quota parte da dedicare al trattamento della FORSU e quella da dedicare al trattamento dei rifiuti speciali …”.

Tale discrezionalità del gestore, che il pubblico potere continua a regolamentare in modo inadeguato, può vanificare le prospettive citate nella Relazione Tecnica di progetto per cui “l’intervento in esame consentirà di coprire la domanda di gestione dei rifiuti organici nella provincia di Lecce, in particolar modo nell’ARO di competenza della Città capoluogo” qualora criteri di convenienza economica spingano il gestore a spostare l’esercizio dell’impianto nell’alveo più remunerativo del trattamento di rifiuti speciali piuttosto che in quello del compostaggio della FORSU.

I punti con cui sono state predisposte le Osservazioni presentate da Italia Nostra sono quelli della Difformità del progetto al Piano Energetico Ambientale Regionale,

della Difformità al Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani, difformità alle disposizioni relative al Decreto Legislativo 75/2010 concernente i requisiti indispensabili per la produzione di compost, Difformità ad alcune prescrizioni contenute nel D.Lgs 152/2006 riguardanti disposizioni in materia ambientale tra cui , in considerazione che nell’area industriale interessata sono presenti altri insediamenti con molteplici impatti, risulta necessaria una valutazione cumulativa degli impatti e delle condizioni di sicurezza per la popolazione nell’intera area vasta interessata.

Altra osservazione evidenziata nelle Osservazioni presentate da Italia Nostra è quella relativa alla necessità che venga valutato l’impatto sul paesaggio essendo che, a 200 m dall’area ove è previsto l’impianto, insiste una strada a valenza paesaggistica come stabilito nel PPTR.

Per tali considerazioni a parere della Sezione Sud Salento di Italia Nostra il progetto presenta una ambiguità di fondo in quanto propone un “impianto per la produzione di compost”, alimentato da “FORSU o rifiuti assimilabili”, mentre in realtà trattasi di un “impianto per il trattamento di rifiuti speciali”, in cui la FORSU costituisce, al più, solo uno dei componenti in ingresso e pertanto questo aspetto dovrebbe indurre al rigetto della proposta  in quanto difforme dagli indirizzi del PRGRU, che mirano invece a specifici impianti di trattamento FORSU atti a chiudere la filiera della raccolta differenziata in Puglia.

La pretesa di produrre “compost di qualità” accogliendo al contempo nell’impianto una vasta gamma di inquinanti e problematici rifiuti organici disponibili sul mercato, rende il progetto da un lato poco funzionale alle esigenze del territorio, dall’altro foriero di pesanti impatti ambientali, che si aggiungono a quelli di cui già esso soffre, e che andrebbero invece affrontati e risolti in un’ottica di bacino e di maggiore integrazione del processo con le realtà socio-economiche locali.

 

Il Presidente   Marcello Seclì

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