Italia Nostra

Data: 7 Novembre 2022

Oria: il Monumento ai Caduti

Il Monumento ai caduti di Oria, intitolato “Il fante glorioso e vittorioso”, venne eretto in piazza M. Pagano (oggi piazza Lorch) dopo la Prima Guerra Mondiale, per volere del podestà Rocco Greco, allo scopo di “onorare degnamente gli eroici (180) figli di Oria tramandandone ai posteri il sublime sacrificio compiuto”. Con il progetto di riqualificazione della piazza (inaugurata il 12 agosto 2016) il monumento venne spostato nella posizione attuale, che consente la visibilità da tutti i punti (come raccomandato nel 1927 dalla competente Soprintendenza alle Antichità e alle Belle Arti “visibile così da tutti i punti come è richiesto dall’esigenza e dalla natura dell’arte scultoria”). Originariamente occupava la posizione baricentrica della piazza, recintato da una cancellata metallica.

Il monumento, realizzato dallo scultore prof. Turillo Sindoni (Barcellona Pozzo di Gotto 1868- Roma 1941), il cui nome era conosciuto non soltanto in Italia ma anche all’estero per le sue pregevolissime opere d’arte, è in bronzo e simboleggia una maschia figura, un soldato con moschetto a tracolla, recante nella mano sinistra una lampada votiva in bronzo e nella destra, levata in alto, la palma della vittoria. Poggia su una base parallelepipeda rivestita in marmo, con incisi i nomi dei caduti. Attualmente non presenta più alcuni elementi originali come l’anno dell’era fascista che accompagnava la scritta ORIA AI SUOI FIGLI, il labaro romano con la testa di leone, alcune stelle dorate ed il Fascio Littorio eliminati dopo la caduta del Regime.

Sul lato frontale, al posto dell’altorilievo in bronzo raffigurante la battaglia del Piave (trafugato da ignoti nel dicembre 2016) ora è presente una lapide con i Caduti della Seconda Guerra Mondiale realizzata negli anni successivi alla fine del conflitto. Attualmente, alla base del monumento sono visibili due mortai da trincee, bombarde con annessi proiettili risalenti alla Prima Guerra Mondiale. Originariamente, per suggerimento del prof. Sindoni “il monumento doveva essere adeguatamente ornato con cimeli di guerra (proiettili da 280, bombe, bombarde e mitragliatrici per formare la cancellata bellica) e così la direzione di Artiglieria del Corpo d’Armata Territoriale di Napoli concesse quattro bombarde da 240 scariche, mentre il Ministero della Guerra – Direzione Gen. d’Artiglieria ed Automobilismo di Roma in data 24 ottobre 1927 ordinò alla sezione staccata di Artiglieria di Brescia di tenere a disposizione due bombarde da m/m 76 a percussione con affusto, in aggiunta agli altri cimeli di guerra col dispaccio 36614 del 21 settembre 1927”.

Dal carteggio tra il Podestà e il prof. Sindoni si è venuti a conoscenza che uno dei tre carri che trasportava il monumento si rovesciò rompendo sette pezzi di travertino compresa una lapide di marmo con i nomi dei caduti che l’artista rifece rimettendoci le spese. Altra curiosità interessante è che si ruppe anche il fucile del fante e lo scultore promise che lo avrebbe saldato sul posto con l’autogeno, ma attualmente la canna del fucile è priva della parte finale … probabilmente non fu mai più riparato.

Il monumento, commissionato nel maggio 1927, costò complessivamente 44.500 lire, importo pagato per metà con contributi del Comune e per metà con oblazioni della popolazione, la quale accettò il patriottico sacrificio assai di buon grado, “sacrificio che in ogni modo venne integrato da provento indubbio di una giusta tangente che fu d’autorità imposta alle singole deputazioni delle

feste” (cit. dal libro “LA PAROLA ALLE CARTE” – Fonti per la memoria della città. L’archivio Storico del Comune di Oria)

Alle spese per la realizzazione dell’opera monumento ai caduti contribuirono gli oritani emigrati all’estero. Tra i tanti documenti contenuti nel fascicolo “Oritani residenti all’estero oblazioni pro monumento ai caduti”, custodito nell’archivio storico del Comune di Oria, alcuni meritano particolare attenzione per la loro sincerità in quanto danno un’immagine caldamente vissuta, commovente e dolorante, di quanti sacrifici costò l’amor patrio e quanto fosse sentito tale sentimento. Particolarmente significative sono tre lettere indirizzate al podestà Rocco Greco, inviate da un tale Raffaele Attanasi emigrato negli USA; dalla famiglia Italiano residente in Svizzera e da un tal Michele Galiano residente in Argentina.

L’intera ed interessante storia del Monumento ai Caduti di Oria può essere letta al seguente link: www.notediarpa.it

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